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** Guarda il video-test della Honda FRV **
Il mercato delle monovolumi di taglia media non è mai stato affollato di proposte come oggi e onestamente distinguersi in modo netto rispetto alla concorrenza è difficile, complice un livello qualitativo medio sempre più alto. Eppure la Honda FRV ci riesce, se non altro perché per lei lo slogan “piccola fuori, grande dentro” non è solo una frase a effetto buona per i cartelloni pubblicitari: provate a infilare sei posti – per di più belli comodi - in 429 cm e poi ne riparliamo…
In fila per tre si sta più comodi (e più sicuri)
Il segreto, naturalmente, sta nella particolare disposizione dei sei sedili, che sono distribuiti su due file. Niente strapuntini nel bagagliaio quindi, e l’eventuale sesto passeggero ringrazia, perché nelle dirette concorrenti la terza fila non è mai facilmente accessibile e costringe gli occupanti a viaggiare su sedili di fortuna, con poco spazio per le gambe e la testa a pochi millimetri dal lunotto posteriore, cosa poco gradevole nelle giornate di sole e ancor meno in caso di tamponamento…
Sia chiaro, non è che tutte le altre monovolumi medie a sette posti siano progettate male: semplicemente fanno quel che possono nei limiti consentiti dalla loro lunghezza (sulle monovolumi più grandi, invece, il discorso cambia completamente, ma crescono – di molto – anche dimensioni e prezzo…).
Honda, come abbiamo detto, ha risolto brillantemente questo problema percorrendo la stessa strada già battuta da Fiat con la Multipla, rispetto alla quale però propone una carrozzeria assai più filante.
In design, in effetti, è sicuramente uno dei punti di forza della FRV, complice l’andamento sfuggente dei gruppi ottici anteriori e il design – molto riuscito – della coda, con il montante posteriore piacevolmente inclinato che conferisce all’insieme un dinamismo insolito per questa categoria di veicoli. A questo risultato, per altro contribuiscono anche le proporzioni, lontane dallo stereotipo del “camioncino” buono per
Insomma, da ferma l’FRV convince al primo sguardo, ma una volta a bordo? In sintesi, si potrebbe dire che in Honda sono stati bravissimi a fare le cose più difficili, ma sono caduti su alcuni dettagli.
Innanzi tutto, va riconosciuto ai progettisti giapponesi il merito di aver realizzato un abitacolo realmente fruibile in sei: i sedili sono comodi – anche quelli centrali – e chi guida non è mai ostacolato da chi gli sta accanto. Basta avere l’accortezza di spostare leggermente più in dietro il sedile di quest’ultimo per evitare che gomiti e spalle si trovino perfettamente in asse. In questo modo – ovvero con tutti i sedili anteriori occupati – abbiamo affrontato la recente trasferta a Ginevra per il Salone dell’Auto, senza riscontrare alcun problema.
Tutto bene quindi? Quasi, perché la posizione di guida risente evidentemente delle misure “giapponesi”: se infatti la mancanza di un paio di centimetri sulla sinistra è comprensibile e accettabile vista la particolare configurazione dell’abitacolo, va annotato che il sedile del guidatore ha una corsa longitudinale piuttosto limitata, con il risultato di penalizzare leggermente chi ha una statura sopra la media.
Lascia un po’ perplessi, inizialmente, anche la disposizione dei comandi secondari, non sempre intuitivi da trovare (gli alzacristalli elettrici sono sulla plancia, alla sinistra della strumentazione, mentre i comandi del climatizzatore sono disposti su un piano inclinato che non agevola la visione delle relative spie).
Altra pecca, anche questa veniale ma abbastanza sorprendente, è il numero relativamente limitato di vani portaoggetti: in redazione non abbiamo mai
In compenso anche chi siede dietro può contare su un buono spazio, sia per la testa che per le gambe e in larghezza, mentre il bagagliaio risente inevitabilmente della lunghezza contenuta, con una capacità di carico un po’ inferiore rispetto alle migliori concorrenti (440 litri, che diventano 1.049 abbattendo il divano posteriore).
Spinge forte ma non si sente!
Una volta in movimento, le dimensioni contentate della FRV si traducono in una buona agilità e in una maggiore facilità di parcheggio rispetto alle concorrenti più lunghe, ma queste sono solo alcune delle doti emerse in occasione della nostra prova.
In articolare, abbiamo avuto modo di apprezzare il propulsore che equipaggiava l’esemplare messoci a disposizione da Honda Italia: un quattro cilindri 2.2 litri turbodiesel da 140 CV a 4.000 giri e 34,6 Kgm a 2.000 giri. La potenza è in linea con la migliore concorrenza, ma i 200 cc. in più si traducono in una buona disponibilità di coppia fin dai bassi regimi e in un funzionamento estremamente progressivo. La spinta del motore giapponese infatti è quasi “elettrica”, se non fosse per il sibilo della turbina – per nulla fastidioso – sarebbe davvero difficile capire che si ha a che fare con un propulsore sovralimentato: il turbo infatti entra in azione già attorno ai 1.700 giri e senza
Alla piacevolezza di guida, per altro, contribuisce anche l’elevata silenziosità del propulsore, davvero tra i migliori quattro cilindri diesel che ci sia capitato provare a questo riguardo.
In effetti questo 2.2 è talmente progressivo ed “educato” da mascherare un poco le proprie prestazioni: l’impressione, quando si affonda il piede sull’acceleratore, non è quella che ci si aspetterebbe dai 140 CV letti sulla cartella stampa. Ma è solo un’impressione, appunto: in realtà la spinta è bella vigorosa, come dimostrano i rilevamenti effettuati in occasione con la nostra strumentazione X-Crono-T.
Più in dettaglio, abbiamo misurato un tempo di 9,53 secondi per toccare i 100 km/h con partenza da fermo, mentre per quanto riguarda la ripresa segnaliamo i 10,91 secondi richiesti per passare da 80 a 120 km/h in sesta marcia.
Valori in linea con le migliori concorrenti, quindi, ma le note più positive non vengono dalle prestazioni, quanto dal comfort – grazie alla già citata silenziosità del propulsore – e dalla tenuta di strada, complici le carreggiate relativamente larghe e un rollio più contenuto rispetto ad altre monovolumi che ci è capitato di provare. Insomma, niente sintomi da mal di mare ai primi tornanti, e nemmeno capelli ritti nel caso sia necessaria una manovra di emergenza. La FRV rivela sempre una notevole stabilità e senza per questo penalizzare l’assorbimento delle sconnessioni, che è più che valido.
Certo, lo sterzo potrebbe essere un po’ più preciso, ma occorre sempre considerare le caratteristiche prettamente “familiari” della vettura; buona, invece, la manovrabilità del cambio, così come la risposta dei freni.
Infine, per quanto riguarda i consumi Honda dichiara una percorrenza di 6,3 l/100 km, ottenuto come media tra i 5,3 richiesti nei percorsi extraurbani e gli 8 l/100 km necessari in città.
Valori anche in questo caso in linea con la migliori concorrenti di pari potenza.
Quanto costa
L’FRV 2.2 i-CDTi protagonista della nostra prova era impreziosito con l’allestimento più lussuoso, che prevede di serie anche il navigatore satellitare e i sedili in pelle, oltre a climatizzatore, ABS, ESP, sei airbag e radio con cd. Una dotazione oltre modo completa che tuttavia incide non poco sul prezzo, pari a 31.000 euro. Una cifra indubbiamente elevata per una monovolume media, ma va precisato che se rinunciate al navigatore satellitare e ai rivestimenti in pelle l’FRV 2.2 i-CDTi può essere vostra con 24.150 euro (mantenendo comunque di serie tutti gli altri accessori già citati): un prezzo leggermente al di sotto rispetto a quanto richiesto per una Zafira, una Grand Scenic o una Touran con motorizzazioni e dotazioni analoghe.
I nostri rilevamenti:
0-100 km/h: 9.53 secondi in 160.52 metri
0-400 metri: 16.9 secondi - 128.21 km/h di velocità d'uscita
0-1000 metri: 31.43 - 155.77 km/h di velocità d'uscita
80-120 km/h in sesta: 10.91 secondi - in 276,38 metri
Da comprare perché:
- nessun altra consente di viaggiare in sei e con tanti bagagli nonostante le dimensioni compatte
- il motore è vigoroso ma anche silenzioso e molto progressivo
- design accattivante
Da rivedere:
- posizione di guida e disposizione dei comandi secondari
- i vani portaoggetti potrebbero essere più numerosi e capienti
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Via della Cecchignola, 13
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(RM) - Italia
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