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L'omaggio alle Ferrari ad otto cilindri più belle della storia non poteva che essere questo, la nuova F8 Tributo che nasce per mettere assieme il meglio del meglio sotto il profilo telaistico e motoristico sotto al cappello di uno stile che riprende alcuni tratti del passato senza mai andare troppo: sì perché a differenza di quello che si potrebbe pensare il nuovo modello non è una operazione nostalgia ma un nuovo membro della dinastia delle V8 che ha preso vita nel lontano 1975.
Un mondo che è cambiato molto da allora e dalle poche centinaia di cavalli di "mostri" sacri come la 308 si è arrivati oggi alla cifra monstre di 721, ovvero 52 in più del modello uscente e gli stessi della variante estrema (ed esclusiva) 488 Pista. Gli stessi anche se sulla F8 Tributo i motoristi di Maranello hanno lavorato per rispettare normative antinquinamento più stringenti facendo posto alla nuova omologazione Euro 6d ed agli standard cinesi (incredibilmente severi) 6b che hanno anche permesso di sviluppare un suono più coinvolgente in abitacolo. Le prestazioni, grazie anche al cambio DCT a 7 marce, non possono che essere al top: 340 km/h di velocità massima, da 0 a 100 km/h in 2,9s (0-200 7,8) con consumi che Ferrari dichiara nell'ordine di 7,8 km/litro.
Dalla pista sono mutuate anche soluzioni aerodinamiche, come S-Duct anteriore o le alette mobili sotto all'estrattore d'aria posteriore che fanno "stallare" l'aerodinamica alle alte velocità con un sistema DRS concettualemente simile alla F1. Sono mille i dettagli di questa vettura che non sono stati studiati solo per essere belli e lo si capisce parlando appena pochi istanti con Flavio Manzoni, Direttore di quel Centro Stile Ferrari che ha deciso di farsi tutto in casa da qualche anno lasciando la storica collaborazione con Pininfarina. La F8 Tributo è sportiva, ma allo stesso tempo molto elegante, tecnica e emozionante in elementi come i gruppi ottici posteriori sdoppiati o i gruppi ottici anteriori che ora seguono un profilo più orizzontale per dare una maggiore idea di larghezza al corpo vettura.
Scocca in alluminio, motore realizzato completamente "in house" a Maranello, la nuova F8 Tributo pesa 40 kg in meno rispetto alla 488 grazie anche al grande contributo del V8 che in questa somma ha dato la bellezza di 18 kg: bielle in titanio e l'utilizzo di componentistica alleggerita, come nel caso del volano, hanno portato a questo incredibile risultato. Tra gli elementi che hanno permesso questo nuovo traguardo anche il lunotto posteriore in Lexan, di chiara ispirazione F40. Solamente 1.330 i kg a secco di questa nuova Ferrari.
Migliore aerodinamica (+15% rispetto a 488), più motore, minor peso, ma anche interni rivisti con l'adozione di una plancia più moderna e dotata di un nuovo volante (diametro ridotto) e di bocchette dell'aria che scendono dai modelli superiori. Stesso discorso anche per il display con cui il passeggero più interagire davanti alla sua seduta, che avevamo già visto anche nei modelli superiori. Come sempre accade per i modelli di Maranello l'allestimento base sarebbe già sufficiente a dire "bella!" ma è con una sostanziosa iniezione di optional si può andare davvero oltre: fibra di carbonio è prevista praticamente ovunque in vettura, compresa la zona dei comandi/cambio (2.074 euro), il guscio dei sedili (6.588 euro) o il display per il passeggero (3.294 euro). Si paga anche l'interfaccia Apple Carplay del sistema multimediale (3.050 euro).
Difficile dire che una Ferrari non va bene: dopo la 348, criticata dallo stesso Luca Cordero di Montezemolo ed utilizzata come benchmark per la ripartenza del brand verso nuovi orizzonti prestazionali e commerciali, tutti i modelli V8 che si sono susseguiti sul mercato hanno avuto una forte personalità ed in relazione alla concorrenza hanno sempre avuto qualcosa di nuovo o di migliore da dire. Anche in questo caso con la F8 Tributo, per quanto il progetto ricalchi soluzioni già viste nelle ultime produzioni di Maranello, si è giocato sul portare al massimo un prodotto già di per sé apprezzatissimo come la 488 con un design spettacolare ed una nuova funzionalità aerodinamica che ha permesso una perfetta integrazione con il motore "corsaiolo" della Pista: il 3.9, 32 valvole, biturbo è infatti un motore molto potente che permette anche una installazione estremamente bassa da terra (baricentro ottimale) ma richiede grande attenzione nella gestione del raffreddamento delle teste e degli intercooler: ecco perché sulle fiancate ci sono prese d'aria così generose (e stilose) alla stregua di tutto quello che "lavora" in termini di aerodinamica sopra e sotto il corpo vettura.
La performance era dunque un obiettivo dichiarato ed il salto in avanti è evidente rispetto alla 488 ma non si spinge (quasi) mai nel confine della pista che rimane confinata a tempi sul giro "migliori" in virtù di una aerodinamica più estrema ma che rende anche la guida più impegnativa al limite. La F8 Tributo, grazie anche al nuovo Ferrari Driving Enhancer 6.1 (software che coordina sterzo, motore, sospensioni, differenziale, cambio, acceleratore etc), è volendo anche più facile della vecchia ma va molto più forte mantenendo innato il feeling di guida Ferrari dettato anche dalla ripartizione dei pesi 51,5 davanti e 48,5 dietro. Un bilanciamento che si sposta leggermente in avanti quando sale il pilota (e magari anche il passeggero) ma che permette di avere più trazione fuori dalle curve e comunque un ottimo valore di pressione sulle ruote anteriori, a tutto vantaggio della guida che si avvicina molto al riferimento prestazionale della 488 Pista: con la F8 Tributo a Fiorano si gira in 1'22",5 vs il 1'23" della 488.
Bel sound all'interno, anche se lontano dalla musica celestiale della 458 Italia aspirata, la F8 Tributo frena forte, trova nel cambio un valido alleato nella gestione della immensa coppia disponibile (770 Nm a 3.250 giri) ma consente attraverso l'interfaccia del manettino di adattare il profilo con cui risponde ai comandi del pilota: super-smooth in wet fino all'estremo della disattivazione totale dei controlli, passando per una modalità Race piuttosto interessante: a Maranello sotto il profilo della gestione della dinamica non sono in alcun modo rimasti indietro, anzi, e bisogna ammettere che questa impostazione (per quanto possa risultare limitativa nella guida al limite per un pilota) permette alla F8 Tributo di "fare strada" fuori dalle curve anche con guide tutt'altro che professionali con un plus di sicurezza che le modalità superiori non hanno. Della serie "si va forte quasi come un pilota" ma senza far percepire a chi è al volante che la vettura si sta tenendo del margine...geniale.
236.000 euro ben spesi quelli della F8 Tributo, un modello come dicevamo speciale nella dinastia delle V8 della Casa di Maranello. Non manca davvero nulla, nemmeno una lunga lista di optional con la quale rendera unica e speciale.