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Adrenalina a fiumi, brividi e concentrazione massima, fisicità e sensazioni che si rincorrono, questo è per me la BMW S1000R, una nuda o naked se preferite, di quelle che si fanno valere, anche nei confronti delle carenate supersportive. 165 CV che portano a spasso poco più di 205 kg con personalità e prestazioni dirompenti.
Difficile, ma alla prova dei fatti tutt’altro che impossibile provare sensazioni simili e iniezioni di adrenalina altrettanto coinvolgenti a bordo di un’auto. Per una volta togli la tuta di pelle e indossi gli abiti borghesi, al posto degli stivali indossi un paio di scarpe e ti siedi al volante di una vettura che promette tantissimo in termini di prestazioni ma soprattutto di divertimento di guida, due caratteristiche che negli ultimi anni non sempre viaggiano appaiate. La BMW M2 Competition ti accoglie, o meglio ti avvolge nei suoi sedili profilati, i comandi e gli accessori ti coccolano quando ne hai bisogno, e lo fanno anche con gli eventuali passeggeri, ma a richiesta, alcuni di questi pulsanti trasformano la coupé tedesca in una vera e propria belva, irriverente, graffiante e adrenalinica.
Sei cilindri bi-turbo, 410 CV, 0-100 km/h in poco più di 4 secondi per 280 km/h di velocità massima, sono numeri che fanno presagire tanto divertimento, anche grazie a un corpo vettura che seppur muscoloso è compatto e leggero (abbondantemente sotto i 1600 kg), con una dinamica votata all’agilità. Agilità che troviamo in sella all’antagonista a due ruote, alla guida della quale ci si trova davvero a domare un cavallo imbizzarrito, almeno in pista, pronta a mettere in crisi l’aderenza del posteriore e a far decollare l’anteriore. Alla guida della M2 Competition è impossibile quest’ultima evoluzione, ma in fatto di pattinamento del posteriore c’è di che divertirsi, basta cucirsi addosso le regolazioni possibili per quanto riguarda la dinamica di guida (risposta di acceleratore-sterzo-cambio e neutralizzazione del controllo di trazione!), al resto ci pensa un differenziale attivo, che aiuta a realizzare il “traverso perfetto”.
Svelta e reattiva ai comandi del volante, con un cambio rapido che esegue in pochi centesimi di secondo i comandi impartiti dai paddles, e una coda che a comando spazzola le curve e le raccorda, trasformando l’impronta massiccia dei 265/35 ZR19 in fumo! Temperature rigide e una spruzzata di pioggia misto a vento spaventano la due ruote, o meglio, fanno rinsavire chi la guida, preferendo l’accoglienza riservata da un abitacolo che filtra solo in parte le emozioni e le sensazioni di guida. La M2 continua la sua danza imperterrita, non è tempo di guardare il cronometro, qui parliamo di divertimento e sensazioni di guida, con il 6 cilindri bi-turbo che risponde ad ogni minima pressione sul pedale del gas con precisione chirurgica permettendo un controllo ottimale delle reazioni che almeno in pista devono essere fulminee e supportate da uno sterzo preciso e progressivo, come progressiva e potente deve essere la frenata, che nel nostro caso è garantita dall’impianto frenante “M” optional (Dischi Compound con pinze rispettivamente a sei e quattro pistoncini).
Riuscire a sostenere il confronto indiretto con una moto sportiva, non è da tutte, la M2 Competition però, non ha abbassato lo sguardo, anzi lo ha tenuto alto in segno di sfida, sfida senza vincitori ma anche senza vinti. Si meritano entrambe il gradino più alto del podio del divertimento, conquistato in maniera differente, ma sempre mettendo il pilota al centro delle loro attenzioni.
Si ringrazia per la collaborazione l'autodromo Cremona Circuit e Gianpaolo Serrao D'Aquino della Meccanica Serrao D'Aquino di Milano.