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Una capostipite chiamata RS2, prima estate ad alte prestazioni di Ingolstadt, sviluppata in collaborazione con Porsche. Ma bisogna aspettare il 99 per la genesi della RS4, quando Audi lanciò la B5, prima versione con V6 Biturbo da 380 CV, già capace di far impallidire tante supercar del periodo. Si è passati poi per le B7 e B8 con il famoso 4.2L aspirato della supercar R8 da 420 e 450 CV messo sotto il cofano a disposizione dei papà racing. Oggi la RS4 torna alle origini con il 2.9L V6 sovralimentato, già visto su RS5, da 450 CV e 600 Nm di coppia, accoppiato come da tradizione alla trazione Quattro e al cambio TipTronic a 8 rapporti. Tra gli optional ci sono i fari Matrix Led, L’impianto frenante carboceramico, i cerchi in lega da 20 pollici, il differenziale posteriore sportivo, le sospensioni a controllo elettronico e lo sterzo dinamico con taratura RS, mentre in abitacolo spiccano i rivestimenti dei sedili in pelle Nappa.
Se le versioni precedenti non spiccavano in modo esagerato, tranne che per l’evidente allargamento delle carreggiate, possiamo affermare che la nuova RS4 è molto più “bad ass” nel look, come direbbero gli inglesi. L’auto è lunga 4,78 m, larga 1,87, altra 1,40 e il passo è di 2,82 m. L’anteriore sfoggia la calandra single frame nera con trama a nido d’ape e nella parte bassa trovano spazio due enormi prese d’aria, congiunte dallo spoiler, che vanno ad alimentare i radiatori e portano ventilazione all’impianto frenante anteriore. A dare visibilità ci sono i fari che volendo sono disponibili in versione Matrix LED. Minigonne e cerchi dal design sportivo esaltano il carattere dell’auto e anche il lavoro operato sul posteriore è molto intimidatorio con i passa ruota tesi di 30 mm in più rispetto all’A4 standard e il diffusore brunito che integra gli enormi scarichi, dai quali esce un sound rauco e rabbioso.
Pelle e Alcantara a profusione per gli interni, impreziositi da inserti in fibra di carbonio e cuciture a contrasto in ogni parte. Protagonista è il Virtual Cockpit con schermo da 12,3”, dove troviamo tutte le informazioni relative alla navigazione, allo stato della vettura, dei parametri del motori e che resta configurabile a piacimento in tantissimi modi. Al centro della plancia a sviluppo orizzontale non manca uno schermo da 8,3” per la gestione dell’impianto multimediale e la scelta delle mappature di guida. L’interno rimane nel complesso rifinito e ben assemblato come Audi ci ha abituato da tempo ormai e la vivibilità è al top con tanto posto anche per chi si siede dietro. Se invece vi state chiedendo quanto spazio ci sia nel bagagliaio, la risposta è tanto: con 505 L di capacità a schienali alzati che diventano 1510 nel caso si decida di abbatterli.
Audi nel corso degli anni ha sempre offerto sportive, eccezion fatta per la R8, con una dinamica improntata sulla filosofia Quattro, storico sistema di trazione integrale. Da ciò ne derivavano vetture con una capacità di massimizzare lo scarico a terra della potenza in ogni situazione. La sicurezza inoltre era data da un comportamento che, se al limite, sfociava in un sottosterzo misurato e gestibile dal pilota. Ovviamente questo, in pista, si amplificava rendendo l’auto meno esaltante, ma non meno veloce delle rivali a trazione posteriore. C’era bisogno di una guida precisa, calcolata, che nell’asciutto portava tanta velocità e lasciava molto margine di divertimento sul bagnato e sulla neve. Con il nuovo corso Audi ha preferito dare alla RS4 una dinamica più frizzante, facendo arrivare il 60% della potenza di base all’asse posteriore, che può ricevere fino al 70% della potenza disponibile, grazie alla presenza di tre differenziali che lavorano in sinergia e con risposte istantanee.
Si ha quindi per base una macchina che tende a portare fuori dalle curve con molto più brio, in alcuni casi allargando pure con il retrotreno. Ma la vera differenza la fanno il motore e il cambio; il primo con tantissima coppia ai bassi basta per spingere la vettura da 0 a 100 in 4,1 secondi (mezzo secondo in meno della prima R8) e farla arrivare fino a 250 Km/h (280 con il Dynamick Pack), il secondo (ZF 8 rapporti a convertitore) ha una gear ratio molto ravvicinata, che fa sembrare l’esperienza ancora più brutale e coinvolgente. Certo non ci sono più le note del V8 da oltre 8 mila giri, ma il sound (lo scarico Performance è d’obbligo) ha una timbrica spiccata e una tonalità variabile a seconda del regime. Infine a giocare un ruolo fondamentale c’è la cura dimagrante che fa perdere 80 Kg alla B9 (31 Kg risparmiati solo col V6), per un peso che si ferma a quota 1715 kg, valore notevole per questo tipo di vetture, che consente di raggiungere una miglior connessione con l’auto andando ad aiutare un non pesante ma preciso sterzo elettromeccanico.
Si parte da 87,900 euro, ma Audi vi offre la possibilità di optare per più pacchetti e optional che riguardano l’estetica ma anche l’equipaggiamento tecnico, per cui ci pare che il prezzo sia destinato a lievitare in ogni caso. Quindi, se pure parliamo di una familiare c’è da dire che non è al servizio delle famiglie di tutti i giorni, ma rappresenta una valida alternativa per chi cerchi più spazio rispetto a una RS5 o non voglia avventurarsi economicamente e prestazionalmente nel campo della sorellona maggiore RS6.
Audi
Viale Gerhard Richard Gumpert, 1
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