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Il motore nasce a gas
A qualcuno potrebbe suonare strano, ma il vecchio, caro motore endotermico, che a più di 120 anni dalla sua nascita continua a spingere la maggioranza assoluta delle auto – ibride comprese - è nato per essere alimentato a gas. Il gas infatti veniva utilizzato ben prima della nascita dell'automobile per alimentare i motori delle macchine utensili nelle fabbriche della seconda rivoluzione industriale, nel corso del XIX secolo. Quando il motore però diventò il cuore della neonata automobile il gas non risultò più la soluzione più efficace, scartato a favore dei combustibili liquidi.
Benzina e gasolio garantivano minori problemi di stoccaggio rispetto al gas, perché non dovevano venire compressi per essere immagazzinati, risultando così anche meno pericolosi da maneggiare e trasportare. Inoltre si sapeva bene che i combustibili liquidi offrivano il più elevato potere calorico in relazione al peso e al volume occupato.
Metano: ecco perché è sempre più amato dagli Italiani
Trascurando una breve parentesi negli anni '30, quando l'autarchia (autosufficienza economica, quindi anche energetica) voluta dal regime fascista lo riportò in auge, il metano per autotrazione è stato utilizzato fino a poco tempo fa ad una ristrettissima nicchia di automobilisti – i “metanisti”, come amano definirsi – senza mai conoscere una diffusione su larga scala. Oggi però la storia del metano ha intrapreso una nuova strada e sta vivendo un periodo di sempre maggior diffusione nel nostro Paese (nel 2012 le auto a metano sono cresciute in Italia del 40,2%, nel 2013 del 26,7% toccando quota 68.013 unità).
I motivi sono molteplici. Il primo è che il metano in Italia (così come il GPL) gode di un'esenzione quasi totale da tasse ed accise, che ricadono interamente – e in parte ingiustamente, ma questa è un'altra storia – su benzina e diesel. Il suo prezzo quindi, per una distorsione fiscale, risulta molto più favorevole rispetto a quello dei combustibili tradizionali. Il metano, così vantaggioso da un punto di vista economico, è diventato quindi sempre più l'oggetto del desiderio in questi anni di crisi economica. L'ultima spinta alla diffusione del metano però l'hanno data le case automobilistiche, iniziando ad investire sempre più su modelli pensati fin dall'inizio per funzionare a gas. Le auto a metano non diventano più il frutto di trasformazioni “aftermarket” ma di progetti portati avanti interamente dai costruttori, perfino da quelli premium. La prima a portare ufficialmente il gas sulle auto di alta gamma è stata Mercedes, prima sulla Classe E poi sulla Classe B (prima si chiamavano NGT, ora NGD). Oggi però si è unita anche Audi con la nuovissima A3 g-tron, che abbiamo già provato.
Arrivano i distributori di gas self-service
Gradualmente il gas non è stato più visto come un ripiego economico, di nicchia e frutto di fatiscenti impianti aftermarket, ma come una valida alternativa ai classici combustibili. Il problema rimane sempre lo stesso: dove rifornirsi. Se analizziamo da vicino la situazione però vediamo che non è più così drammatica come una volta. Certo, quella dei distributori di metano rimane una mappa a macchia di leopardo, con una forte concentrazione al centro nord, ma ci sono zone come la Lombardia (140 stazioni), l'Emilia (176) o il Veneto (130) in cui avere un'auto a metano, già oggi non è più un problema. Al sud poi non mancano le virtuose eccezioni come Campania e Puglia (una sessantina di distributori ciascuna).
Adesso manca solo un tassello per rendere l'auto a metano esattamente paragonabile a quella benzina o diesel: i distributori self-service. Fare un pieno di metano infatti oggi può non essere così semplice. Trovare un distributore infatti non basta. È necessario anche trovarlo aperto, dal momento che non è possibile rifornirsi autonomamente in modalità self service, come avviene per tutti gli altri carburanti. Questo provoca non di rado code, anche perché per rifornirsi di metano occorre mediamente un tempo leggermente più lungo rispetto ai combistibili tradizionali e il più delle volte si trovano una, massimo due pistole di rifornimento con altrettanti addetti.
“Manca solo un tassello per rendere l'auto a metano esattamente paragonabile a quella benzina o diesel: i distributori self-service”
Niente più code e orari da rispettare
Anche in questo caso però sembra che saremo destinati presto a ricrederci. Anche in Italia (finalmente) stanno per arrivare, salvo inversioni di rotta dell'ultimo momento, i distributori di metano (e GPL) self-service, dove i “metanisti” potranno rifornirsi anche negli orari di chiusura della stazione, perfino di notte. Quindi niente più code e soprattutto niente più orari da rispettare. È stato firmato infatti il decreto che autorizza anche in Italia i distributori a gas fai da te anche nel nostro Paese. In attesa che il gas self-service diventi realtà sul territorio nazionale, abbiamo pensato di metterci al volante della nuova Audi A3 g-tron a metano per andare a vedere come funziona la prima (e attualmente unica) stazione a gas fai-da-te, che si trova a Bolzano e che grazie ad una concessione della regione - il Trentino Alto-Agide è a statuto speciale - non ha dovuto aspettare l'entrata in vigore del decreto per funzionare anche in modalità self.
Come si fa il pieno di metano fai-da-te
Rifornirsi da soli è semplicissimo. Prima di tutto la pistola è collocata a fianco di quelle di benzina e diesel e non in disparte come se il metano fosse un combustibile “brutto e cattivo”, da tenere lontano perché pericoloso. Una volta inserito il bocchettone e raggiunta la pressione necessaria, intorno ai 200 bar, inizia il vero e proprio rifornimento che avviene però ad una condizione: è necessario tenere premuto, dall'inizio alla fine, un tasto di sicurezza. Come ci ha spiegato Haimo Staffler, Amministratore di Alpengas e gestore del distributore di Bolzano, lo ha reso obbligatorio il Ministero per assicurarsi che in caso di qualsiasi inconveniente è sufficiente lasciare il bottone per interrompere repentinamente l'erogazione del gas.
Chi volesse farsi il pieno di metano fuori dagli orari di apertura del distributore dovrà entrare in possesso di una tessera di riconoscimento elettronico, che viene rilasciata dal distributore stesso. La tessera, dove verrà registrata la targa del veicolo, abilita al rifornimento self soltanto chi è in regola con la revisione delle bombole (per il metano è previsto un collaudo ogni 4 anni, ndr), ma soprattutto chi ha seguito un breve corso di istruzione su come effettuare il rifornimento. Il beneficiario della tessera si impegna, firmando un apposito documento, ad utilizzarla soltanto personalmente e per rifornire esclusivamente la vettura prevista dalla scheda, mentre i distributori dovranno dotare gli impianti di metano self con impianti di video-sorveglianza e con sistemi di comunicazione (citofoni, interfoni) per assistenza diretta ai clienti 24 ore su 24.
Per completezza ricordiamo che lo tutto questo discorso vale anche per il GPL, che rientra in pieno nel decreto che sdogana il rifornimento a gas fai da te. Il rifornimento di metano self quindi non è ancora semplice tanto quanto quello di benzina e diesel, ma è già un bel passo avanti. Farsi il pieno di gas alla propria auto diventerà presto realtà anche in Italia e senza dubbio questa nuova opportunità garantirà nuove possibilità di crescita ai veicoli alimentati a metano.
“Se viene abbinato ad automobili come la A3 g-tron, che non obbligano ad alcuna rinuncia, nemmeno in termini di prestazioni e piacere di guida, allora il metano diventa davvero una proposta da iniziare a prendere in considerazione al posto del solito diesel”
Audi A3 g-tron: benvenuto metano
Se qualcuno poi avesse ancora qualche riserva sul metano, legata a presunti cali di prestazioni (un difetto che si imputava alle auto a gas), dovrà ricredersi. O almeno dovrà farlo nel caso della Audi A3 g-tron che abbiamo utilizzato per questa prova. Sfidiamo qualunque automobilista a riconoscere la natura a gas di questa A3 dopo averla guidata. Gli unici indizi sono l'indicatore del livello del metano, ben integrato all'interno del quadro strumenti e i badge g-tron collocato al posteriore e sullle fiancate. Per il resto la versione a metano si comporta in maniera totalmente analoga ad una normalissima A3 a benzina. Il merito è del motore 1.4 TSI, che grazie al sistema di sovralimentazione, rimane vispo e pronto anche quando viene alimentato a gas.
I cavalli sono 110, 12 in meno della versione 1.4 TFSI a benzina da cui deriva. Non sono certamente un'enormità, ma offrono tutto quello che serve per muoversi con disinvoltura e una punta di brio nel traffico. Il motore è brillante in basso, grazie ad una coppia di 200 Nm disponibile già a 1.500 giri, perde qualcosa in allungo ma comunque viene assecondato in maniera egregia dal cambio doppia frizione S Tronic a sette rapporti (opzionale), che rende davvero piacevole la guida, anche per merito dei paddles al volante. Il tutto condito da un forte risparmio alla pompa (con circa 4 euro abbiamo fatto 100 km) che permette di recuperare il gap di spesa in più al momento dell'acquisto. (Qui trovate la prova completa della Audi A3 g-tron).
Abbiamo visto come il metano ha saputo trasformarsi in una valida alternativa ai combustibili tradizionali, scrollandosi di dosso tutti quei difetti che negli anni lo hanno confinato ad un ruolo di nicchia. Se poi viene abbinato ad automobili come la A3 g-tron, che non obbligano ad alcuna rinuncia, nemmeno in termini di prestazioni e piacere di guida, allora diventa davvero una proposta da iniziare a prendere in considerazione al posto del solito diesel.
Audi
Viale Gerhard Richard Gumpert, 1
Verona
(VR) - Italia
800 283 454
info@audi.it
https://www.audi.it/it/web/it.html
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