Dubreil, Renault: «La prima Twingo è stata rivoluzionaria e lo sarà anche la prossima»

Dubreil, Renault: «La prima Twingo è stata rivoluzionaria e lo sarà anche la prossima»
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Yves Dubreil, Capo Progetto della prima Renault Twingo, ci ha raccontato com'è stato possibile creare da un foglio bianco un'auto di soli 3,4 metri, così rivoluzionaria da lasciare il segno nel mondo dell'auto, conquistando più di 2 milioni di clienti
29 novembre 2013

Milano - La prima Renault Twingo arriva sul mercato nel 1993 ed è subito una rivoluzione. Il suo simpatico design a "ranocchio", la forma da monovolume - mai vista fino ad allora su un'auto del segmento A -ma anche le soluzioni allo stesso tempo semplici e intelligenti, la trasformano in poco tempo un grande successo.

 

I progettisti hanno il compito di portare sul mercato una nuova piccola auto con costi di sviluppo limitati, ma non per questo vogliono rinunciare a trovare soluzioni all'avanguardia per quanto riguarda il design e la funzionalità. Nasce così la prima Twingo, un piccolo capolavoro ingegneristico, che riesce a costare meno di quanto preventivato per lo sviluppo dalla Renault, pur dimostrandosi assolutamente innovativa. 

 

Oggi in occasione dei 20 anni appena compiuti dalla piccola Twingo, abbiamo incontrato Yves Dubreil, Capo Progetto della prima Renault Twingo, che ci ha raccontato com'è stato possibile creare da un foglio bianco un'auto di soli 3,4 metri, così rivoluzionaria da lasciare il segno nel mondo dell'auto, conquistando più di 2 milioni di clienti. 

 

Quando è stata presentata la Twingo per la prima volta? 
«La prima Renault Twingo arriva al Salone di Parigi del 1992. Ricordo ancora il bellissimo carosello di Twingo colorate che fecero il loro ingresso all'interno dello stand. Fui io in persona a presentare in anteprima mondiale la nuova macchina davanti ad un migliaio di giornalisti internazionali. In quell'occasione ci fu anche un momento bellissimo, con Jacques Calvet, all'epoca Direttore Generale di PSA e il Signor Toyoda, patron di Toyota, che si sedettero l'uno a fianco all'altro, occupando i posti anteriori della Twingo, apprezzandone l'originalità».

renault twingo 1993 (7)
La prima Renault Twingo si presenta come una piccola monovolume dal volto simpatico, grazie ai due fari " a ranocchia"

 

Quali sono state le prime reazioni della stampa e del pubblico?
«Ricordo la folla impressionante che occupava il nostro stand, a differenza di altri spazi espositivi che rimanevano quasi vuoti, tutti volevano vedere la nuova Twingo. Per caso mi ritrovai ad ascoltare due uomini in giacca e cravatta che si dicevano come fosse davvero un peccato che il marchio Renault non fosse quotato in borsa. Secondo loro era evidentemente il momento giusto per investire sulla nostra realtà, che si dimostrava assolutamente viva e promettente grazie all'arrivo della rivoluzionaria Twingo». 

 

Com'è stata la genesi del progetto?
«Avevamo a disposizione un budget ben definitio, che ci doveva bastare per venire incontro alle aspettative dei clienti, ma anche a quelle del marketing e dell'azienda. Volevamo creare un concept per la nascita di un veicolo di bassa gamma, ma che sapesse essere in ogni caso redditizio per Renault. Nel 1986 quindi viene congelato un primo prototipo chiamato X06 in attesa di capire quanto poteva rendere la futura piccola auto francese. Pochi anni dopo, riprendendo in mano questo primo concept, nasce la Twingo un'auto inimagginabile, che è riuscita ad amalgamare redditività e design».

Ricordo la folla impressionante che occupava il nostro stand, a differenza di altri spazi espositivi che rimanevano quasi vuoti, tutti volevano vedere la nuova Twingo

 

Come avete fatto a contenere i costi di progettazione, riuscendo al tempo stesso a presentare un'auto così innovativa?
«Il segreto della progettazione intelligente della Twingo si nasconde dietro all'aver rinunciato ad alcuni ambiti del mercato. Abbiamo per esempio rinunciato fin da subito al motore diesel, ma anche alla guida a destra. Inoltre Twingo era disponibile in una sola versione. Abbiamo utilizzato una motorizzazione già esistente in casa Renault aggiornandola, in questo modo siamo riusciti a spendere invece dei 70 milioni previsti per lo sviluppo motori solamente 20-25 milioni. Volevamo ridurre i costi, è vero, ma al tempo stesso mantenere alto il valore dell'automobile che stavamo creando».

Confronta modello renault twingo
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Cosa rendeva così avanti la Twingo rispetto alla concorrenza dell'epoca?

«Le quattro ruote collocate alle quattro estremità del veicolo ma anche la forma da monovolume ci ha permesso di ottenere un abitacolo estremamente spazioso ma anche modulabile. È stata la prima monovolume del segmento A. La possibilità di spostare i sedili posteriori regalava all'interno il migliore spazio per i passeggeri posteriori, addirittura superiore a quello che offriva una Safrane. C'era inoltre una grande sinergia tra il design interno e quello esterno, ma anche tra i colori della carrozzeria. Inoltre la Twingo si identificava subito come una Renault. Era un'auto quindi capace di fare la sintesi di una serie di valori».

 

Definiamo i termini del successo della Twingo
«Nello stabilimento principale Renault in Francia sono state prodotte 2.075.300 unità. Tra l'altro ho avuto l'onore di acquistare l'ultimo esemplare prodotto da questa catena di montaggio nel 2007, che guido tutt'oggi. Il successo di Twingo non significa solo enormi volumi di vendita ma anche tasso di conquista sorprendente. Ben il 17% degli acquirenti francesi di Twingo non avrebbero acquistato alcuna macchina se non fosse esistita proprio la Twingo. Questo significa che c'erano moltissime persone che volevano una Twingo e solo una Twingo».

renault twingo prima serie (1)
L'abitacolo mantiene intatta nel design l'originalità che contraddistingue l'esterno e regala un'abitabilità sorprendente per un'auto di 3,4 metri

 

Come giudica il modello attuale di seconda generazione, che non è riuscito a raggiungere lo stesso livello di successo del primo modello?
«Molti giornalisti hanno criticato la Twingo di seconda generazione, a loro avviso non altrettanto innovativa quanto il primo modello. Non dobbiamo dimenticare però che all'interno di una casa automobilistica non si deve per forza essere innovativi sempre all'interno dello stesso segmento. È importante essere innovativi innovando un po' in tutti i segmenti. Indubbiamente la Twingo 2 ha mantenuto i punti di forza del primo modello come la flessibilità e la grande abitabilità, cercando di conquistare nuove zone di mercato. Per avere una vera innovazione con la seconda generazione del resto sarebbe stato necessario pensare ad una nuova piattaforma e ad una nuova architettura meccanica, cosa che invece non è avvenuta. Rivoluzioneremo Twingo però con il nuovo modello di terza generazione, atteso per il prossimo futuro, che infatti sfrutterà un pianale completamente inedito, con soluzioni tecniche fuori dagli schemi e all'avanguardia, in perfetta continuità con il primo modello».

renault twingo 1993 (10)
Fin dall'inizio Twingo punta sui colori vivaci

 

Rispetto a 20 anni fa il mondo dell'auto è completamente cambiato. Nuove esigenze, alleanze con nuovi costruttori (Nissan, ndr), nuovi gusti. Ce la farà Renault a presentare una Twingo innovativa come quella di prima generazione?

«Innovare significa anche farsi carico di rischi a avere nei propri organigrammi dei “trouble maker”, ovvero quelle persone che mettono in disordine i principi tradizionali in un'azienda. Finché Renault continuerà ad avere al suo interno dei “trouble maker”, quelli che io amo definire i “capi rompiscatole” ci sarà sempre e sicuramente innovazione.» 

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