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Barcellona - Quattro Titoli Mondiali nel Turismo con Seat e Chevrolet e una carriera lunghissima alle spalle. 35 anni passati a stringere il volante tra le mani sulle auto da corsa più veloci e spettacolari del mondo. Stiamo parlando di Yvan Muller, pilota francese che lo scorso anno si è ripresentato nel WTCC con la Citroen chiudendo il Campionato in seconda posizione, alle spalle del compagno di squadra José María López, ma solo per una sfortunata serie di coincidenze.
Lo abbiamo intervistato a Barcellona, durante la prima sessione di test, e abbiamo scoperto una personalità davvero eccentrica nel panorama dei piloti. Estroverso, sempre pronto alla battuta, Muller non ama il simulatore ma nemmeno le belle auto, a cui preferisce senza dubbio un più pratico furgoncino. Il pilota Citroen però ha le idee molto chiare: torna nel Turismo per vincere ancora.
Dopo anni di trionfi l’anno scorso hai subito una battuta d’arresto. Come l’hai digerita? Sei rimasto deluso?
«Sai, non possiamo vincere tutti gli anni. Ho cominciato a correre nel WTCC nel 2006 e ho vinto quattro Mondiali. Non è un brutto risultato, ma in ogni caso per altre quattro volte non sono riuscito a vincere il Titolo. Del resto nessuno è imbattibile, quindi nemmeno io lo sono. Nel 2014 non ero al massimo delle mie potenzialità e poi ci si è messa di mezzo una sfortuna incredibile che mi ha fatto buttare via quattro gare. Perdendo così tanti punti non è più possibile puntare alla vittoria assoluta. In ogni caso sono arrivato secondo ed essere vice-Campione del Mondo non è poi così male».
E quest’anno? Rimediamo?
«Quest’anno spero che le cosa vadano meglio, l’anno scorso ho speso troppe energie in altri progetti e mi è costato caro. Nel 2015 voglio dedicarmi al 100% solo ed esclusivamente al WTCC e alla Citroen».
Quest’anno le auto del Mondiale Turismo si sfideranno sulla micidiale Nordschleife al Nürburgring. Più di 20 km di tracciato e qualcosa come 170 curve da memorizzare. Sei intimorito?
«Non ho mai corso alla Nordschleife e non conosco nemmeno la pista. Cosa posso dire, l’hanno messo in calendario, quindi mi toccherà correrci… Per me è una pista come un’altra dove andiamo a fare il nostro lavoro. Non sono spaventato, non serve a niente avere paura.»
Non sembri essere molto contento di questa novità…
«No bè, per me è uguale. Al Nürburgring oppure in un’altra pista non ci sono differenze. Se mi danno una macchina io corro».
Al Nürburgring oppure in un’altra pista non ci sono differenze. Se mi danno una macchina io corro
Anche nel WTCC sono arrivati i simulatori. Tu però non sembri apprezzarli particolarmente, vero?
«Non amo particolarmente il simulatore, dopo un giro sono stanco. Adesso però sono migliorato, riesco a fare ben tre giri! [ride, ndr]. Appartengo ad una generazione di piloti che è nata e cresciuta senza simulatori, io sono rimasto alla console dell’Atari [ride, ndr]».
Schumacher una volta disse che il simulatore gli provocava nausea…
«Anche a me succede. Ma Schumacher è della mia generazione, siamo nati nello stesso anno e non siamo mai stati tanto abituati al simulatore. In ogni caso mi sto impegnando per migliorarmi anche al simulatore».
24 Ore di Le Mans. Sei francese, pensi di ritornarci un giorno?
«Ho già corso a Le Mans in passato, ho capito di che cosa si tratta e non voglio più andarci».
Perché?
«Non mi interessa più. L’ho fatta due volte e per me è una questione chiusa. Il motorsport in generale è pericoloso ma Le Mans lo è forse un po’ di più. Avevo provato la prima Audi che sarebbe andata a Le Mans. L’ho guidata, non ho fatto il tempo, non lo volevo fare, mi sono tolto il casco e ho lasciato il sedile ad un altro».
Se mi dovessero regalare una Ferrari ti assicuro che la venderei per ricomprarmi il mio furgoncino!
Non sei un pilota di primo pelo ormai… Come ti alleni per tenerti in forma e rimanere ancora oggi così competitivo?
«Rispetto a Gabriele [Tarquini, ndr] sono un giovincello! [ride, ndr]. In ogni caso cerco di allenarmi tutti i giorni, facendo 2 o tre ore di sport».
Il garage personale di un pilota è il luogo dove molti appassionati vorrebbero entrare. Possiamo chiederti quali auto possiedi a casa?
«No, non mi piacciono le automobili, non ne ne possiedo nessuna in particolare. Ho un furgoncino in realtà, lo trovo comodissimo per stare con la famiglia, viaggiare e caricare le biciclette»
Ci stai davvero dicendo di essere l’unico pilota al mondo a cui non piacciono le auto?
«Sì, non mi piace averle. Ho avuto anche delle belle auto in passato ma non ci tengo particolarmente. Ho qualche motocicletta oggi, ma roba per “anziani” come me, per andare in giro tranquilli [ride, ndr]. Se mi dovessero regalare una Ferrari ti assicuro che la venderei per ricomprarmi il mio furgoncino!»