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Bisogna sapere che Franciacorta, il tracciato sin troppo discusso che esce dal calendario e sul cui futuro oggi è nebbia, è il circuito che per ben due volte ha fatto da importante spartiacque all’attività del Mondiale Rallycross. È stato il luogo dell’incoronazione del suo primo Campione, Peter Solberg, e proprio sull’asfalto (e sulla terra) della pista bresciana il Team Peugeot-Hansen ha lasciato il segno di due eventi chiave della sua evoluzione vincente.
La scorso anno Franciacorta fu la data più “forte” dell’intera stagione della specialità appena promossa a torneo mondiale. Al termine del week end di Castrezzate, infatti, Peter Solberg conquistò il suo primo Titolo, e Timmy Hansen il suo primo “GP”! Per il Pilota norvegese si trattò di duplicare la sensazione del Mondiale WRC conquistato nel 2003, mentre per il giovane talento svedese fu quel giorno in cui il ghiaccio si rompe e lascia emergere la certezza del potenziale, fino a quel momento tutto da decifrare e confermare. “Hollywood” Solberg raccoglieva quel giorno i frutti delle sue capacità e del vantaggio di una meticolosa preparazione, e Hansen dava un senso nuovo e finalmente compiuto al nuovo capitolo della storia della sua famiglia. Data memorabile, Franciacorta 2014.
Peccato per il circuito e per il Rallycross in Italia, dunque, ma lunga vita al Mondiale e alla Franciacorta delle cantine e dei ristoranti tipici, da non perdere. E veniamo alla Storia. Starring: Peugeot 208 WRX, Kenneth Hansen, Timmy Hansen. Costarring: Davy Jeanney.
Franciacorta 2015, dopo cinque vittorie e ben 11 podi, il Team Peugeot-Hansen ha conquistato con una gara di anticipo il Titolo Mondiale Team. Immagino che non ci sia felicità più grande per il suo “Owner”. È così?
«Sì lo “confesso”, non c’è felicità più grande. Ma la sensazione più avvincente è sapere che tutto questo è arrivato al termine di una stagione fantastica come il frutto maturo di un grandissimo lavoro. Prima ancora che la stagione avesse inizio, e durante l’intero anno, abbiamo lavorato senza sosta, con il massimo entusiasmo e con un impegno totale. Vincere vuol dire essere i più forti, ma quello che più mi appaga è la vittoria dell’impegno di tutti, e di tutti nella stessa direzione. Adesso siamo sicuri che la Peugeot 208 WRX sia la Macchina da battere, e il Peugeot-Hansen il Team da battere!»
E allora diciamolo: adesso la 208 WRX è la Macchina da battere. Quale è stata la sua evoluzione?
«Sì, parliamo di evoluzione, ma è qualcosa di più. Direi che non possiamo nemmeno paragonarla all’auto dello scorso anno. La stagione scorsa, la 208 WRX che abbiamo utilizzato era un’evoluzione, un adattamento della 208 WRC. Avevamo avuto poco tempo per farne una Macchina da Rallycross, e non ostante tutto abbiamo vinto anche un appuntamento Mondiale, a Franciacorta, appunto. Durante l’inverno Peugeot ha realizzato una Macchina totalmente nuova, realizzata sulle misure, le geometrie e le finalità specifiche del Rallycross. Sulla nuova 208 WRX ci sono tutte le possibilità e le idee, e quindi i vantaggi che pensavamo potessero venire da una realizzazione di questo tipo. Certo, dovevamo ancora imparare, e non si smette mai di farlo, e oggi che la macchina ha raggiunto un invidiabile livello di competitività, stiamo già pensando a come farla evolvere, questa volta sì, si parla di evoluzione, il prossimo anno. nel Motorsport è sempre così. Trovi delle soluzioni, le sperimenti, le applichi e quindi le migliori, continuamente. La differenza sostanziale rispetto alla 208 dello scorso ano è che quella di quest’anno è una vera “special” da Rallycross.»
Il principio che ho imparato a seguire è che avere la famiglia intorno, anche quando si parla di corse, è la cosa migliore. Io sono sempre stato in giro con mio padre, e i miei figli sono sempre stati con me
Lavorate a stretto contatto con l’”atelier” Peugeot di Parigi?
«La definizione migliore e più semplice del nostro rapporto è che lavoriamo sempre insieme. Naturalmente nello Sport è basilare raggiungere delle prestazioni e puntare a quelle come riferimento, ma è altrettanto importante la metodologia. Noi abbiamo da sempre una visione familiare della relazione, e anche nello sviluppo della Macchina e dell’attività con Peugeot seguiamo questo criterio guida.»
Una grande famiglia, allargata?
«Sì, e non dobbiamo pensare solo alla Casa Madre, al Team e ai suoi Piloti e al Team manager. Bisogna aver presente sempre tutto l’organico, vederlo come una forte unità. Prendiamo ad esempio il lavoro dei meccanici. Ci sono delle operazioni, come cambiare… un cambio o l’intero propulsore, che richiedono tempo, e che talvolta ci troviamo obbligati fare quando quel tempo non c’è. Tra una fase e l’altra della Corsa, è l’esempio tipico. Qui entrano in scena i meccanici e la loro bravura, ma anche l’esperienza che hanno accumulato lavorando fianco a fianco con gli altri tecnici, e la motivazione, che viene sempre dall’atmosfera, dall’ambiente nel quale operano. In questo modo si crea la rete di collaborazione vincente. Come con Peugeot. Abbiamo dei contatti costanti, decidiamo all’inizio della stagione o del Progetto le linee guida e le scelte tecniche, poi tutti al lavoro. È anche una questione di fiducia. Peugeot ha una enorme esperienza di Costruttore, ma ha fiducia nella nostre esperienza specifica, e noi l’abbiamo nel contributo dei nostri tecnici. Lo scambio di informazioni e di strategie, tecniche e sportive, è continuo.»
Tutta la Famiglia Hansen è dedicata alle corse. Tuo padre Svend, che si dice è stato l’inventore del Joker Lap, tua Moglie, i tuoi due figli, entrambi Piloti ma ormai, almeno dal punto di vista agonistico, cresciutelli. Tutto funziona perfettamente?
«Il principio che ho imparato a seguire è che avere la famiglia intorno, anche quando si parla di corse, è la cosa migliore. Io sono sempre stato in giro con mio padre, e i miei figli sono sempre stati con me. E così mia madre, e mia moglie. Far sì che riusciamo a condividere lo stesso interesse, ci da il vantaggio di trascorre gran part del tempo sempre insieme. Credo che abbiamo trovato la via ideale per equilibrare lavoro e famiglia. Quando si corre non è, per esempio, padre e figlio. I miei figli hanno fiducia in me e in quello che dico loro, e in quel momento scatta il desiderio di essere il più possibile professionali. Ecco il Team. La famiglia entra in ballo quando si pensa che io conosco bene i miei… Piloti, i loro punti di forza e i loro punti deboli, sportivi ma soprattutto caratteriali, e possiamo lavorare anche su quelli in modo completamente efficace proprio per la reciproca, profonda conoscenza.»
Timmy è ancora teoricamente in corsa per il Titolo del Mondo, ma onestamente il gap è piuttosto vistoso, e non c’è da crederci o pensarci troppo. Ma l’importante è che Timmy è stato ed è in grado di competere con il Campione del Mondo
Timmy, Kevin che a 17 anni è già una stella del Rallycross Lite, e poi arriva Davy Jeanney. Uno straniero, non più uno della famiglia. Cosa succede a questo punto?
«Succede la cosa più normale, per noi, del mondo. Davy diventa uno della famiglia, e si procede seguendo la linea di sempre, anche con lui. In questo caso, è ovvio, Davy non è un “Hansen”, ma il feeling è lo stesso. C’è un’altra cosa, io amo moltissimo vedere i piloti che lavorano insieme, che sentono lo spirito di appartenenza alla Squadra. Per questo abbiamo cercato di mettere Davy immediatamente nelle condizioni migliori per trarre il massimo vantaggio da questa situazione. Jeanney è magnifico, ha assimilato subito lo spirito del gruppo, e la famiglia è diventata un po’ meno famiglia, ma dal punto di vista operativo e formale, ancor più team. Senza cambiare nulla nello spirito vincente.»
Un figlio vicino al Titolo Mondiale, e un altro, più giovane… anche…
«Timmy è ancora teoricamente in corsa per il Titolo del Mondo, ma onestamente il gap è piuttosto vistoso, e non c’è da crederci o pensarci troppo. Ma l’importante è che Timmy è stato ed è in grado di competere con il Campione del Mondo, che siamo qui a parlarne, e con buona ragione, come di un potenziale Campione del Mondo. Kevin à ancora molto giovane e ha ancora molto tempo per fare la sua strada. Prima ancora di essere Campione RX Lite mi ha già chiesto, scherzando, quando lo “promuovo” alle WRX. Ma ci vuole pazienza, e per fortuna è talmente giovane che può permettersi di non avere fretta.»
L’evoluzione di Timmy?
«In un anno Timmy ha fatto dei progressi giganteschi. Ha migliorato molto la tecnica, ovviamente, ha imparato a gestire meglio la pista e i sorpassi, a correre anche di lato e tatticamente, non solo nella mischia. Soprattutto, però, ha modificato un po’ il suo atteggiamento. Prima era forse troppo “gentile”, oggi è un combattente, un Pilota Rallycross completo. Uno vero.»