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Spa-Francorchamps, Belgio, 12 Maggio. Preambolo. Qualcuno potrebbe anche mangiarsi le mani. Se non l’ha già fatto. Questa è un po’ la storia emblematica del fare la cosa giusta al momento giusto. Della necessità che qualità e tempi siano perfettamente sincronizzati per produrre il risultato sperato, voluto, progettato, immaginato.
Per due anni Peugeot ha inseguito la vittoria del Campionato del Mondo Rallycross investendo, impegnando la formidabile compagine tecnica guidata da Bruno Famin che aveva dominato per tre anni consecutivi la Dakar. Niente da fare, la Macchina, quella Supercar 208 TI16 WRX, sviluppata “from scratch”, era forte, potente e velocissima, ma per una serie di circostanze, a volte anche del tutto casuali, non era riuscita ad accompagnare Tecnici e Piloti nell’intento. Mancava sempre qualcosa, anche poco o di poca importanza specifica. Per dare un colpo di lustro al Progetto era stato chiamato in causa anche Sébastien Loeb e il fuoriclasse alsaziano, dopo l’esperienza WTCC, era approdato al Team Ufficiale che già contava sull’esperienza e la bravura della Famiglia Hansen, padre Kenneth e i figli Timmy e Kevin. Niente. Qualche bella vittoria, molto potenziale espresso, ma il Mondiale era finito all’ormeggio accanto.
Poi la decisione, improvvisa e anche un po’ clamorosa, di “mollare”, di abbandonare il Progetto e di ritirare l’impegno ufficiale. Non era solo una questione di obiettivo mancati, c’era in ballo una serie di buoni motivi legati alla ristrutturazione dei ruoli all’interno del Gruppo PSA ma, certo, le classifiche non avevano aiutato.
Ritirato l’impegno ufficiale, le Peugeot 208 Ti16 WRX erano state assegnate al Team, che aveva potuto rivedere l’organizzazione e la portata degli impegni e, finalmente dopo un relativamente lungo e non facile periodo di “aggiustamenti”, schierarsi alla partenza del Mondiale 2019. Ed ecco che, come per incanto, tutti i frutti del lungo e buon lavoro svolto dal Team e dalla Fabbrica erano andati a maturazione, nella qualità sperata ma non nei tempi previsti. Le Peugeot hano cominciato a vincere, poi si sono ripetute aumentando il potenziale di fuoco e oggi sono diventate, d’un colpo, le Macchine da battere.
Oggi è una storia esaltante di successi a ripetizione. Kevin Hansen, il più giovane dei fratelli Hansen, vince la prova di debutto stagionale della nuova formazione, il Rallycross Mondiale di Abu Dhabi a Yas Marina. Nella successiva, seconda prova del Campionato Peugeot disputata a Barcellona, gli Hansen mettono a segno addirittura una doppietta, primo Timmy, secondo Kevin. Piloti, Team e Macchina in testa nelle rispettive graduatorie mondiali.
La storia.
E si arriva alla terza prova del Mondiale pensando che la serie possa essere infinita. Invece ecco il bello di Spa e dell’avvincente incertezza dello Sport. Le potentissime Supercar dell’ultima generazione vanno in scena sul circuito ultra famoso di Spa-Francorchamps. I pronostici sono giù scritti, dicono Hansen.
Invece il Rallycross del Benelux vira immediatamente a grande passerella di novità. Circuito meno adatto, e gli Hansen fanno fatica. Nelle heat di qualifica emergono un “anziano”, Andreas Bakkerud, Audi S1, un pressoché debuttante, Joni Wiman, Hyundai i20, chiamato a sostituire all’ultimo minuto Niclas Gronholm, figlio dell’icona Marcus che gestisce il Team GRX, fermato da un attacco di appendicite, e addirittura un mito, Liam Doran, Audi S1. I Fratelli Hansen sono nel pacchetto degli inseguitori, e in mezzo a questo un russo che è stato due volte Campione d’Europa, prima della nascita del Mondiale nel 2014, quando cioè l’Europeo era il “circuito massimo” del Rallycross, e che corre nel sopra citato Team GRX Taneco con una delle i20.
Timmi Hansen riporta in alto le quotazioni delle Peugeot vincendo la quarta e ultima frazione di qualifica e finisce al terzo posto nella prima semifinale alle spalle di Joni Wiman e Janis Baumanis, Ford Fiesta.
È l’altra semifinale, tuttavia, che incide la traccia principale del Rallycross di Spa-Francorchamps. Sui lunghi “fuori-asfalto” a dare spettacolo è il duello tra due amici, Andreas Bakkerud e Timur Timerzyanov. Al termine della spettacolare frazione il norvegese ha la meglio sul russo, al terzo posto Liam Doran chiude l’accesso alla finalissima a Kevin Hansen.
È la finale della “rivincita”. Bakkerud confida in una partenza lampo per ripetere il risultato delle semifinali, ma spinge oltre il limite e finisce “largo”. Insieme al norvegese finisce “lungo” anche Wiman, e in quel momento la Storia del Rallycross Mondiale prende un’altra strada, lungamente attesa.
Si fa largo il missile giallo di Timerzyanov, che prende il largo e, forte del vantaggio di posizione strategico del “vecchio” Campione Europeo, definisce da subito l’epilogo della finalissima belga.
Timerzyanov si scioglie in un’emozione contagiosa. Il russo, dato per favorito all’alba del primo Campionato del Mondo, ha dovuto aspettare cinque anni e 64 Gran Premi per vedere premiata la sua appassionata determinazione. Più volte Timerzyanov era stato tentato da altre discipline, ma ogni volta il russo si diceva che il suo Sport era il Rallycross, che ce l’aveva nel sangue e che non avrebbe mai pensato di cambiare, non prima, almeno, di veder concretizzata la sua carriera con una vittoria Mondiale.
Ora quella vittoria lungamente attesa è arrivata. E meno che mai Timerzyanov pensa a lasciare le piste agro-dolci del Rallycross. Anzi.
Chiede un attimo di pace per lasciar sedimentare e potersi godere la sua prima vittoria. Vuole rileggerla e capirla a fondo, assorbirne tutte le scariche emotive e le cariche di soddisfazione.
Kevin Hansen mantiene la leadership del Mondiale, 69 punti contro i 58 del fratello, Timerzyanov sale al terzo posto. Allo stesso modo il Team Hansen MJP Peugeot si mantiene al comando tra i Costruttori.
E dopo è già il Festival della Velocità, la quarta prova del Mondiale Rallycross di Silverstone, SpeedMachine, è già qui, 25 e 26 Maggio.