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Lydden Hill, 25 Maggio. Un anno fa il Mondiale Rallycross era appena nato, e il WRX corso al tempio inglese della specialità, il circuito di Lydden Hill nel Kent, era la seconda prova del Campionato. Alla vittoria inaugurale di Petter Solberg in Portogallo, aveva fatto seguito il successo di Andreas Bakkerud, che aveva dato il via il via a una serie di avvicente incertezza con un diverso vincitore per ciascuna delle prime sei Prove del Mondiale. Solo in Canada, ormai oltre la boa di metà Campionato, Solberg aveva bissato il successo inaugurale involandosi, con tre successi consecutivi, verso la conquista del Titolo.
Di acqua sotto i ponti, tra la prima e la seconda stagione del Mondiale WRX, ne è passata tanta, e l’evoluzione del Campionato è diventata un’accelerazione. Ma il progresso più vistoso, a quanto pare, è quello di cui si reso protagonista Petter Solberg, che ha migliorato la sua struttura, ricevuto una Citroen DS3 ancor più performante rispetto a quella dell’anno precedente e, non bastasse, è migliorato egli stesso, diventando l’autentico ambasciatore del Rallycross mondiale, o dell’era moderna.
Solberg il solitario
Quest’anno il Mondiale, giunto all’appuntamento inglese della quarta prova di Lydden Hill, ha infatti già scritto tre volte il nome di Peter Solberg nell’albo d’oro degli appuntamenti WRX, e il norvegese ex Campione del Mondo WRC nel 2003 è già solo in testa alla graduatoria provvisoria con quasi trenta punti di vantaggio sul secondo, lo svedese Kristoffersson vincitore in Portogallo.
Se è vero, dunque, che ad ogni appuntamento Mondiale lo spettacolo cresce in parallelo con l’evoluzione delle spettacolari Supercar da 600 cavalli, e che l’evoluzione dei numero di spettatori è la migliore testimonianza del fervore creato dalla “rinnovata” disciplina, è vero anche che il Mondiale di quest’anno “rischia” di perdere abbastanza in fretta l’attrattiva dell’incertezza. Lydden Hill ne è la prova: spettacolo da delirio agonistico per un pubblico che, in questo caso, è tra i più competenti, ma storia dell’evento segnata in modo decisivo sin dalle prime battute.
Lydden Hill, la cronaca
Solberg ha fatto il vuoto alle sue spalle vincendo le prime due manche di qualificazione, tra l’altro fugando i timori di un’anomalia di funzionamento della DS3 durante le prove del mattino. Per fortuna le due successive Heat registravano altri e diversi vincitori, la “wild card” Andrew Jordan, ospite del Team ufficiale Hansen-Peugeot che vinceva la terza manche, e lo svedese Ekstrom che si aggiudicava l’ultimo turno di qualifica. L’aspetto sportivo più interessante della prima parte del WRX di Lydden Hill finiva per essere dunque l’eccellente debutto di Guy Wilks che, alla guida di una nuova Mini RX Supercar preparata in Inghilterra, riusciva ad accedere alla super finale. A parte questo Solberg e Ekstrom riuscivano a vincere le rispettive semifinali con relativa facilità, e a presentarsi al confronto diretto della finale con valori comparabili.
La super finale dunque riaccendeva la “speranza” di un’inversione di tendenza, e il duello tra Solberg e Ekstrom era sufficientemente incerto per buona parte della manche finale tanto da mandare alle stelle l’entusiasmo delle rispettive tifoserie. Alla fine del week end inglese, tuttavia, pur per uno scarto di appena tre decimi di secondo, l’autorità del Norvegese emergeva chiara.
In vista del quinto appuntamento del Mondiale, in programma nel week end centrale di giugno sul circuito di Estering, che già ha ospitato l’unico WRC di Germania lo scorso anno, la prima certezza è che Solberg ha un vantaggio che potrebbe già essere incolmabile. I migliori candidati per il podio sono adesso Kristofferson e Bakkerud, ma è un fatto che il ritardo e la sfortuna stanno frenando le ambizioni di Team importanti come il Marklund e l’Ufficiale Peugeot-Hanse, quest’ultimo in semifinale con tre macchine su tre, un record, ma non abbastanza fortunato da portare alcuno dei suoi Piloti fino alla finale.