Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Naiwasha, Kenya, 23 Marzo. È primavera e piove, è Africa e c’è fango. Ci sono due Campioni del Mondo agguerriti e Elfyn Evans vince il 73° Kenya Safari Rally, insieme a Scott Martin sulla Toyota GR Yaris Rally1 #33. È il primo successo del gallese in Africa, terzo britannico a riuscirci. È Evans ormai, del resto, il candidato numero 1 al Titolo Piloti 2025. Elfyn è resuscitato da quel torpore, probabilmente psicologico, che lo ha reso innocuo per tutto lo scorso anno, e conta adesso due vittorie su tre Rally disputati, un’autorità e la sicurezza di chi non si lascerà intimidire. In presenza dell’impegno di Neuville e Rovanpera a tempo pieno, e di quello “budget” di Ogier, sarà anche un Mondiale “vero”, senza troppi “se” né troppi “ma”, un verdetto “giusto”.
La vittoria in Svezia era stata sin troppo chiara, in un certo senso “facile”. All’abilità che se-no-non-saresti-lì si deve aggiungere una buona miscela di coraggio e di concentrazione, ma a 200 all’ora non c’è spazio per troppi pensieri. In Kenya devi soprattutto pensare, ragionare, guardare molto avanti, sulle piste e su un’immagine di gara assai atipica e perennemente lontana. Ogni metro può nascondere un’insidia fatale, ogni chilometro essere buono per un forfait. Insomma è tutt’altra storia, ed è quella che ci aiuta a capire e ad apprezzare l’Evans versione 2.0. Evans ha fatto il suo dovere sin dall’inizio, poi ha lasciato che gli eventi scorressero accanto a lui. Un sacco di guai per tutti, va detto. Soprattutto forature, un’esagerazione, urti, guasti, errori. E una serie indubbia di piccoli e grandi colpi di sfortuna. Appena una dozzina, dei 30 alla partenza, gli Equipaggi che non hanno dovuto ricorrere al Super Rally per rimanere in gara. Evans ha rinunciato subito a rischiare, e lo sviluppo del Rally gli ha dato costantemente ragione, anche quando ha sbagliato, pochissimo, quando ha forato, meno degli altri, quando è andato in testacoda, quando ha dovuto gestire un problema elettrico nel finale. Ha rinunciato a priori agli extra dell’ultimo giorno, della Super Domenica e del Power Stage, e questo è un fatto che la dice lunga sul suo “programma”.
Evans primo, Tanak secondo, Neuville terzo. In fondo non è andata male neanche ai “piazzati”, nonostante la messe di forature, guasti, persino problemi di salute (Neuville). Un po’ peggio a Formaux e Katsuta, emblemticamente inguaiati, il francese il primo giorno e il giapponese l’ultimo, ritirato nel trasferiento finale tra il Power Stage e il parco chiuso. Ottimo il 5° posto di Sami Pajari, ottimo tre Toyota nei primi 5, e altrettanto due Hyundai sul podio. La questione dell’affidabilità in Africa non è risolta, non come si pensava, almeno. Meglio, questa volta, la visione di Hyundai rispetto a Toyota. Ottimi Greensmith, Solans e Zaldivar con le 3 Rally2 nei dieci dell’Assoluta. L’ultimo giorno del 73° Safari Kenya Rally è caratterizzato dal ritiro di Kalle Rovanpera, batteria, cinghia, e dalle vittorie di Fourmaux sia nel Power Stage che nella Super Domenica. Conservare una macchina per l’ultimo giorno era stato il motivo per cui il francese non era partito sabato. Punti di “recupero” un po’ per tutti. Tanak, secondo, e Neuville, terzo, ne portano a casa, tra classifica e “bonus” di giornata, in totale 23, a Evans, il vincitore, vanno i 25 della vittoria e appena 2 di Super Domenica. È quanto basta al gallese per allungare nella generale del Mondiale come non era mai successo dopo tre prove. 88 punti Evans, 52 Neuville, 49 Tanak.
Adesso bisogna lasciar passare più di un mese, 24-27 Aprile, per tornare al Mondiale e sbarcare a Las Palmas per il Rally Las Islas Canarias, che arriva alla 49ma edizione ma entra per la prima volta nel circuito del Mondiale. Atmosfera e clima garantiti, e primo dei tre asfalti della stagione (poi sarà la volta di Central European e Giappone). Un lungo mese per celebrare, con moderazione, Evans, e per leccarsi le ferite, un po’ tutti. Piloti, tecnici, anche lo stesso “ambiente” del Mondiale. I problemi non mancano. Uno, quello delle benzine, ovvero che la Macchine del WRC potessero rimanere "a secco", è risolto, Total Energies subentra a P1 Performance Fuels, finita in amministrazione controllata. L’altro è la cappa di preoccupazione che sollevano le voci di un possibile ritiro di Hyundai dalla scena del WRC, per impegnarsi nell’Endurance. Il nuovo sito web ufficiale non porterà molto, la televisione, veicolo di immagine e diffusione forse basilare, non può essere a pagamento (Coppa America di Vela insegna). Diventa obbligatorio che il nuovo regolamento tenga fortemente di conto degli “indizi”: 10 Rally1 e tre Fabbriche, a calare, non sono un numero sufficiente per giustificare la conservazione dello stato attuale delle cose.
© Immagini -Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport – Ford M-Sport – WRC.com
73° Rally Safari Kenia. Classifica Assoluta Finale
1 Elfyn Evans/Scott Martin (Toyota GR YARIS Rally1) 4h20m03.8s
2 Ott Tänak/Martin Järveoja (Hyundai i20 N Rally1) +1m09.9s
3 Thierry Neuville/Martijn Wydaeghe (Hyundai i20 N Rally1) +3m32.0s
4 Sami Pajari/Marko Salminen (Toyota GR YARIS Rally1) +7m18.7s
5 Grégoire Munster/Louis Louka (Ford Puma Rally1) +11m35.3s
6 Gus Greensmith/Jonas Andersson (Škoda Fabia RS Rally2) +14m11.6s
7 Jan Solans/Rodrigo Sanjuán (Toyota GR Yaris Rally2) +17m26.6s
8 Jourdan Serderidis/Frédéric Miclotte (Ford Puma Rally1) +28m45.5s
9 Fabrizio Zaldivar/Marcelo Der Ohannesian (Škoda Fabia RS Rally2) +35m38.8s
10 Josh McErlean/Eoin Treacy (Ford Puma Rally1) +37m15.8s