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Lamia, Grecia, 6 Settembre 2024. Micidiale Rally degli Dei, eppure ve l’avevamo ben detto. Terreno duro, gioco durissimo. L’imperativo è tenere, rispettare la macchina e contenere le ambizioni, regolarsi sulle annunciate difficoltà dei fondi, tradizionalmente impietosi. Ma è facile dirlo, molto meno metterlo in atto. Piloti si è non per andar piano ma per imporsi, ogni minuto o chilometro che passa. I “ragionieri” sono pochi, di solito figli di un’intelligenza strana, spesso antitesi snervante della spettacolarità. In questo senso, quest’anno l’uomo più “allenato” a contenere il furore del Pilota è Thierry Neuville, l’abbiam detto.
Quindi, come da protocollo, L’Acropolis fattura salato, e non concede sconti. Tre Speciali al mattino, Ano Pavliani, Dafni e la mitica Tarzan, e sono già andati KO in quattro. Il nostro Campagnoli, Clio, il greco Amoutsos, Skoda e, entriamo nel vivo delle Rally1 Hybrid, Takamoto Katsuta, miglior tempo sullo Shakedown e sulla seconda Speciale, e Elfyn Evans, Toyota. Per lo più ruote strappate via in incontri ravvicinati con la… geologia, troppo ravvicinati, o dei cocktail di guai, foratura e pressione turbo come nel caso di Evans, subito alla prima Speciale. Pausa Service, e si va alla quarta. L’Acropoli riprende subito il ruolo di Martello degli Dei. È la volta di Adrien Fourmaux, Ford. Sospensione. Il francese alla corte d’Inghilterra era in quel momento secondo nella generale. In testa al Rally, c’era da scommetterci, è Sébastien Ogier, Toyota. Un po’di birra del Campione e, nonostante l’ordine di partenza non favorevole, solo Tanak prova, e riesce, a stare in scia, 11 secondi dal leader. Il copione che ci si aspetta, la resurrezione del richiamato 8 volte Campione del Mondo con l’incarico di raddrizzare la situazione Toyota. Thierry Neuville è sesto, poi quinto, poi quarto. Sordo è davanti, Tanak più avanti ancora, Ogier è primo.
Ma non c’è pace, ecco la quinta di sei prove, secondo passaggio sulla Dafni. Qualcosa non va sulla Yaris di Ogier, Tanak passa al comando. Il guaio è il turbo, che si manifesta in tutta la sua impietosa pienezza nell’ultima del giorno, la seconda Tarzan. Un calvario per il francese, che perde quasi tre minuti, ed è grassa se può sperare di arrivare al Parco Assistenza. Missione, in ogni caso, fallita. Il Rally cambia faccia, e insegna ancora una volta. Le tre i20 Rally1 Hybrid salgono al comando. Tanak, Sordo, Neuville. Per la Squadra Hyundai è l’occasione d’oro, e non ci sarebbe molto da contestare o recriminare se Cyril Abiteboul decidesse, Tanak permettendo, di dare una grossa mano al leader. Ogier è quarto e, nella rarefatta atmosfera delle Rally1, quinto è Robert Virves, con la prima delle Rally2, una Fabia RS. Così si va alle sei prove speciali di sabato, Rengini, Thiva, Aghii Teodori, Loutraki, Aghii Teodori, tutte toste, e la cortissima KP12 Eko. 116 chilometri terribili. Chissà perché il risultato alla sera del venerdì pare ancora così provvisorio.
© Immagini – Toyota TGR-DAM, Red Bull Content Pool, Hyundai Motorsport, Ford M-Sport, WRC.com
68° Rally Acropolis. Day 1
1 Ott Tänak/Martin Järveoja (Hyundai i20 N Rally1 HYBRID) 1h40m16.9s
2 Dani Sordo/Cándido Carrera (Hyundai i20 N Rally1 HYBRID) +21.8s
3 Thierry Neuville/Martijn Wydaeghe (Hyundai i20 N Rally1 HYBRID) +45.2s
4 Sébastien Ogier/Vincent Landais (Toyota GR YARIS Rally1 HYBRID) +2m26.4s
5 Robert Virves/Aleks Lesk (Škoda Fabia RS Rally2) +3m10.9s
6 Sami Pajari/Enni Mälkönen (Toyota GR Yaris Rally2) +3m12.4s
7 Grégoire Munster/Louis Louka (Ford Puma Rally1 HYBRID) +4m08.4s
8 Kajetan Kajetanowicz/Maciej Szczepaniak (Škoda Fabia RS Rally2) +4m09.0s
9 Fabrizio Zaldivar/Marcelo Der Ohannesian (Škoda Fabia RS Rally2) +4m19.7s
10 Nikolay Gryazin/Konstantin Aleksandrov (Citroën C3 Rally2) +4m22.5s