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Olbia, 2 giugno 2023. Il Rally Italia Sardegna, o come dico io Sardegna Italia, è un test della vita, dove tutto assume un valore più alto. Diventa dura la sconfitta, quando è la Natura a prevalere, diventa sublime il successo, quando è il Pilota che batte avversari e quella naturale durezza dell’Isola dal Rally più bello del Mondo. Questo per dire che il Rally in Sardegna è esaltazione della riuscita, enfasi del gesto sportivo che seleziona e promuove. E spedisce all’inferno o in Paradiso. Mi viene in mente ancora Petter Solberg quando vinse vent’anni fa il primo Italia Sardegna. Era felice, colmo di gioia come quando, alla fine del Campionato 2003, diventò Campione del Mondo. Perché è in Paradiso, appunto, che il senso è aumentato, che il sogno diventa realtà.
RIS23, ventesima edizione. Il Venerdì della Monte Lerno più lunga e della Tantariles RIS20, non a caso RIS20. Promette pioggia, manterrà pioggia. Non tanto, ma quel tanto da rendere un sacco di cose se non più difficili, almeno assai più delicate. Qualcuno arriva a rimpiangere di non aver avuto le Pirelli morbide come prime e le dure come opzione, tanto si sa che quando il gioco si fa duro sono i duri a saltar fuori o… le gomme a diventare capro espiatorio. Anche i migliori indulgono in scemenze, tipo un Tanak che dice di “guidare un carro attrezzi” o un Rovanpera che si lamenta del troppo lavoro di “pulizia” delle strade. Sono un po’ frasi liberatorie, e molto un segno di tensione. Perché in Paradiso non si scherza né si bluffa.
Lappi contro Ogier, Hyundai contro Toyota. Chi l’avrebbe detto? Praticamente, e con il cuore, forse solo le rispettive mamme. Invece è da un po’ che Esapekka si è assunto la responsabilità di diventare bandiera per i coreani a Alzenau, ed è da ancora di più che Ott, suo malgrado, non trova la quadra della continuità. Quella continuità che “Seb II” ha ormai dimostrato di avere come tratto genetico, come coefficiente pesante da imporre alla concorrenza. Ed ecco che, partito con i favori dell’ordine di partenza, Ogier lancia la sua ennesima requisitoria che ammutolisce tutti. Questo RIS20 gli diventa particolarmente favorevole sotto le ruote, ma non è questo che, in fondo, fa la differenza. La differenza la fa il Pilota che ormai è salito su un’altra dimensione. Dice Jari-Matti Latvala, oggi suo Manager nel Team GRP, Gazoo Piglia Tutto, e ieri compagno di Squadra nell’epopea Volkswagen Stream: “Una volta, quando eravamo uno contro l’altro nello stesso Team, era sempre tosto, irritabile, scontroso. Oggi – porta il palmo della mano da sotto verso il cielo – è un altro uomo, sereno, impeccabile – ma la stessa schiacciasassi!”.
Così Ogier vince la prima Tantariles RIS20 (quella innocua del primo passaggio) a va via. Piano, è solo il primo giro. Batte il Lappi che viene dall’en plein del Giovedì, regola Sordo nella Terranova, umilia un’intera compagnia sulla prima, monumentale Monte Lerno-Sa Conchedda. E va via, non più tanto piano. Poi, confermate le Pirelli SA a maggior ragione, insieme alle folate di pioggia arriva il secondo giro e con quello, finalmente, il duello che tutti auspicavano. È Lappi che non molla, che non è disposto a cedere il passo al primo venuto (primo venuto si fa per dire eh…). Vince la Tantariles, è secondo a Neuville sulla Terranova che è diventata il tallone d’Achille di Ogier, ed è ancora secondo alle spalle del redivivo Rovanpera sulla ripetizione del Monte Lerno. Tanta costanza, insieme alla flessione di Ogier, vale al finlandese la leadership meritata, provvisoria, formale. Yes, perché Lo Squalo è lì a un decimo di secondo.
È quel niente che renderà prettamente sardo il Sabato del RIS numero 20. Coiluna-Loelle, Si Filigosu, Erula-Tula, Tempo Pausania, 133 chilometri sui due giri. Come dite, sono i nomi delle vostre innamorate? Amori comuni, allora.
PS. Ah, sì, scusate. Neuville piazza un altro terzo posto provvisorio di tipo solito, cioè attendista. Rovanpera sì, ha pagato parecchio il ruolo di leader del Mondiale in questo inizio di Sardegna. Katsuta cresce, Evans e Tanak… decrescono. Sordo ha dato il giro e Loubet, che era partito benissimo, pure. Magari tutti questi busseranno a questa pagina domani.
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