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Passau, Germania, 27 Ottobre 2023. Prove generali di evento, di scenario e di apoteosi. Il primo giro del primo giorno “pieno” del Central Europe Rally prova a proporre l’epilogo della stagione. Asfalto. Anche brutto, e una gamma completa di situazioni. Umido, pioggia, pozze e tagli infangati, anche neve. Pirelli wet scelta plebiscitaria. Sembra di essere in un’altra stagione. Invece è solo cambiato il meteo dopo un’estate infinita (magnifica), ma la “stagione” è sempre la stessa, quella della difesa del Titolo, se si è dalla parte di Kalle Rovanpera, o dell’attacco, se si sta dall’altra, ovviamente più nutrita (e frustrata sempre di più). Ora, comunque, lo spazio riservato alle sorprese si è sensibilmente ridotto, quasi azzerato. Solo Elfyn Evans può sospirare ancora un timido desiderio, non certo la pretesa. 31 punti indietro richiedono una rivoluzione che neanche il gallese si sente di ammettere possibile.
Così tanto vale lasciare da parte le ipotesi strampalate, è sostanzialmente più facile mettere in riga i parametri più realistici, attenersi ai fatti più semplici e quasi ovvi. Le piccole vittorie inaugurali di Tanak e Neuville sono decisamente alle spalle, e il primo giorno “vero” dice altro. Neuville è a disagio, ha le molle troppo dure dello shakedown e il parabrezza appannato, non è a suo agio in condizioni comunque difficili. Tanak non riesce a scaldare le gomme, la macchina non gli piace, rompe anche la leva del cambio e ironizza sulla sua super forza. Ora che il mondo sa che il prossimo anno cambia macchina non risparmia le critiche alla Puma: “inguidabile” (lui, invece, poco elegante). Ogier si ritrova fuori gioco quasi subito, in una posizione non meno scomoda. Venuto per stupire e fargliela vedere, anche un fuoriclasse deve scoprire che esserci di tanto in tanto non vuol dire non sentire o mettersi pressione. Anzi, direi che è il contrario. La ruota anteriore destra distrutta e il ritorno una-ogni-tantum diventa inutile e assai poco godibile. Per non parlare di Lappi e Loubet, altri “zeri”.
Improvvisamente, dunque, ci si rimette perfettamente in riga, allineati alle tendenze nel frattempo diventate dato reale. Rovanpera vince tre Speciali di fila e mette subito una bella distanza tra sé e gli inseguitori, gladiatori dalle lame spuntate. Evans il sognatore si inchina e si mette in scia, a debita distanza. Il venerdì finisce con questa cruda realtà. Vlachovo Březí, Zvotoky, Šumavské Hoštice, per due volte, 120 chilometri per stabilire la “verità” e ristabilire i ruoli. Neuville vince l’ultima del giorno, che gli serve solo per scavalcare Evans ma nessuno si spaventa. Rovanpera ha un mezzo minuto abbondante di vantaggio, come una cartata di noccioline da sgranocchiare passeggiando.
Stando così le cose, ovvero dovesse finire così, il 23enne finlandese sarebbe Campione del Mondo per la seconda volta consecutiva.
È vero, sacrosanto, che manca ancora molto, quell’infinito di dettagli del lavoro del destino che può cambiare tutto. Quindi facciamo bene a stare con il fiato sospeso anche per tutto il Sabato che arriva.
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