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Lamia, Grecia, 9 Settembre 2023. C’è poco da aggiungere. Anche il Titolo 2023 è ormai una questione che possiamo definire archiviata. Un Pilota può vincerlo, anzi ri-vincerlo, Kalle Rovanpera, e un altro avrebbe anche potuto essere della partita con l’idea di aggiungere un altro gallone agli otto che già porta nella leggenda, Sébastien Ogier. Tutti gli altri, meschini, è bene considerarli fuori dai giochi. Colpa dei Piloti, delle macchine, o magari di entrambi, sta di fatto che l’Acropolis 2023 taglia le gambe a un bel numero di solo teorici pretendenti al Titolo. Rovanpera contro Ogier, dunque? Sarebbe stato bello, ma l’ultima Speciale del Sabato greco ha detto no, non è cosa.
Probabilmente Ogier avrebbe dovuto pensarci, e decidere, molto prima e, stando meno a casa e più in pista, poteva anche venire a riprendere la partita lasciata in sospeso con la conquista dell’ottavo Titolo. Certo, c’era quella idea di passare al WEC e correre Le Mans, ma poi non se n’è fatto più nulla. È vero, forte come sempre, Ogier costella di camei la sua stagione a “mezzo servizio” ma, tornato in pista troppo tardi, anche io dio ha finito per subire in Grecia le circostanze dei comuni mortali, pressione e opportunità imperfetta. Al “Monte”, in Messico e in Kenya era andata bene, anzi benissimo, in Grecia no. Bene fino alla penultima speciale, in testa con un vantaggio sensibile, poi l’errore probabilmente figlio illegittimo del caso. All’Acropolis si è propensi a crederci poco, alla fortuna. Tutto finisce sulla Eleftherochori di 18 chilometri. Una foratura, la rottura della sospensione e ciao, il KO tecnico che rimbalza Ogier dalla prima alla nona posizione in regime di Super Rally.
Così Rovanpera torna in testa e gli altri due posti sul podio vanno, per il momento, all’encomiabile Dani Sordo, la Cenerentola che è il più macroscopico dei torti Hyundai, e al volenteroso Elfyn Evans, ogni tanto capace di un exploit ma, effettivamente, non proprio un vincente nonostante la Macchina che porta in dote. Tutto il resto è materiale, scusate, da buttare. Almeno per questa occasione. E ci dispiace. Tanak è stato messo fuori gioco da un problema alla pompa dell’acqua alla fine del primo giro di Venerdì, lo stesso che aveva già messo fuori combattimento Loubet all’inizio della giornata. È quarto a 5 minuti e vivacchia traboccante di insoddisfazione. Lappi ha fatto fuori una ruota, l’alternatore, la trasmissione e il freno a mano, ed è considerato dalla Squadra un eroe per non essersi arreso. Quinto a sei minuti. Katsuta ha forato due volte, e comunque è ancora considerato un apprendista. Sesto a sette minuti. Quel che resta delle Rally1 Hybrid lo si vede dal settimo posto di Mikkelsen e dall’ottavo di Greensmith, due Skoda Rally2 praticamente appaiate a meno di nove minuti dal vertice.
Neuville è fuori. Fuori? Sì, Neuville è Neuville, uno dei più forti Piloti del Mondiale su cui… non fare affidamento, a meno che non si corra per il secondo posto! Che è successo a Neuville? L’anno scorso aveva vinto, primo di 3 Hyundai in un Rally Acropoli magico, e quest’anno ha vinto in Sardegna. Stop. Come uomo di punta è un talento, ma un po’ alla Balotelli, snervante, ve lo dice uno che ogni anno, dal 2012, pensa che Neuville sarà presto Campione del Mondo. Neuville è andato in testa al Rally, subito e bene. Ha sfruttato la situazione e superato brillantemente i limiti di assetto iniziali della Macchina. Al comando della corsa con 10 secondi di vantaggio su Ogier e 23 su Rovanpera, la buona stella ha abbandonato il belga sulla Pavliani, la prima Speciale del secondo giro. Conto aperto dal meccanico, sterzo e, dicono i suoi, una sospensione. Fine del cinema.
No. L’ultima scena del film è la débacle di Ogier sulla Eleftherohori, pneumatico e sospensione. Rovanpera vince le ultime 4 Speciali una dietro l’altra e si presenta in testa al cospetto dell’ultimo giorno di gara, le ultime tre Speciali, la Tarzan, 23 chilometri, e due volte la Grammeni, 9 chilometri con l’ultima in regime di Power Stage.
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