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Umea, Svezia, 25 Febbraio. Seppure non corredato da “elementi” leggendari, ci riferiamo all’assenza di Loeb e Ogier, il Rally di Svezia diventa subito interessante. La temperatura non va mai troppo sotto, e aprire la pista, compito teoricamente gravoso per Rovanpera neo leader del Mondiale, all’inizio non è troppo male. Le speciali sono veloci, la lunghissima Savar, oltre 27 chilometri, velocissima. Fa impressione sapere che c’è gente capace di guidare a duecento all’ora sulla neve, addirittura sconvolgente la calma apparente (a parte il solito, affannato Evans) degli Assi del WRC. Un altro pianeta, spettacolo da capogiro. Questa è la realtà del WRC.
La premessa. Tanak parte forte, Lappi sorprende con la vittoria della seconda, Rovanpera è l’uomo, pardon il ragazzo da battere. Solberg mantiene la promessa di inseguimento del sogno, e dietro sono tutti più sporchi. Neuville e Evans, per motivi diversi alle prese con i muri di neve ai lati delle piste più strette, sfortunatamente “orribile” Breen che deve lasciare il campo per una… uscita di strada durante la prima Savar. Bandiera rossa, poi si riprende da Tanak, che tuttavia scende dal primo al 5° posto in tre Speciali, problemi di bilanciamento. Il peggio arriva quando perde il “musetto” della sua Hyundai prima ancora in entrare nell’ultima Speciale. Lappi passa dal primo al sesto posto, tutto nella Savar, e così finisce il giro del mattino di Umea.
Passano tutti, comprese le Storiche. Quindi, quando si va al secondo e ultimo giro di prove speciali, le strade sono deteriorate. La prima speciale, la Kroksjo è distrutta e Rovanpera, che fa da apripista, deve cedere il passo. Non trova traiettorie e scopre un fondo che mette in crisi, ormai, le chiodate. Lascia una quindicina di secondi e perde la leadership della gara a Evans, che vince la Speciale. È il quarto leader in 4 Speciali. Sempre più sorprendente Solberg, nonostante un paio di piccoli errori è terzo e sale al secondo posto nella generale. Lappi, ripresosi dall’errore della Savar, torna combattivo e pericoloso. Pochissimi secondi, appena 5, tra i primi quattro della lista. È solo l’inizio del più incredibile, equilibrato e sorprendente dei Rally che ci potevamo aspettare. Evans, Solberg, Lappi nell’ordine quando si va alla seconda Kamsjon. Si innesca una piccola rivoluzione. Rovanpera cala ancora, impossibile gestire l’”apertura” su queste strade, Neuville parte all’attacco, Tanak è scatenato. Vince l’estone, che si porta ad un secondo dalla leadership di Evans. Lappi completa il recupero della brutta Savar del primo giro e sale al terzo posto insidiato non più da Solberg, troppo cauto, bensì da Neuville.
L’ultima, estenuante Savar è una specie di resa dei conti… imperfetta. Quasi tutti hanno le gomme alla fine, Solberg le considera “morte”, ma la peggio è per Tanak che non vi arriva. Si è accesa una luce rossa di allarme sulla plancia di comando: problema al kit ibrido. Per regolamento deve ritirarsi per il giorno. Questo è il primo mistero dell’era ibrida, la “scatola nera” va sotto investigazione. Nessuna idea, al momento, si può solo immaginare… cosa passi per la testa a Tanak. Insomma, è tempo del capolavoro di Neuville, che ha risparmiato le gomme della sua Hyundai e stende la sua mano migliore staccando tutti. 3 secondi al redivivo Rovanpera, quasi 6 a Lappi, che sportivamente ammette la netta superiorità del belga. Evans resta al comando, Neuville gli è addosso.
L’ultimo Sprint, l’omonimo di Umea al buio, solo 5 chilometri e mezzo. Appena il tempo per un ultimo colpo di scena. Rovanpera, poi Neuville, Evans non ha più aderenza e lascia sulla neve ben nove secondi. Rovanpera vince la Speciale, Neuville va in testa del Rally. È il quinto avvicendamento in testa. Bravissimo Neuville, ci sta una dedica a Andrea Adamo e alle Hyundai solo un mese fa date per spacciate!
Giornata infinita. Si va al riposo. Neuville al comando, Rovanpera torna al secondo posto a 4 secondi e mezzo, Evans è terzo a sette, Lappi quarto a meno di nove. Basta, gli altri sono troppo indietro.
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