WRC22. Rally Estonia. Doppietta Toyota, Rovanpera-Evans. Passiamo al 2023?

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Superiorità schiacciante. Del Pilota e della Macchina. Oltre metà Campionato giochi già fatti? Si direbbe! Hyundai e Ford impotenti. Sul Podio anche un insoddisfatto Tanak, poi Neuville e Katsuta. Distacchi da favola
17 luglio 2022

Tartu, Estonia, 17 Luglio. Il Rally Estonia l’ha stravinto Toyota. Ma non oggi, non in questo week end. Qui l’ha vinto con la doppietta Rovanpera-Evans che riaggancia l’argomento delle gerarchie tecniche, ma non è il primo week end o il primo Rally che passa sotto il dominio di Toyota, e verosimilmente non sarà l’ultimo. L’ha vinto quando ha dato fiducia a Kalle Rovanpera proiettandolo in prima Squadra con il compito di raccogliere la più pesante eredità di questo secolo, l’imbattibilità di Ogier e Loeb. L’ha vinto facendo della Yaris Rally1 (Hybrid, vabbeh) un’arma letale, si direbbe infallibile. L’ha vinto isolandosi al di sopra degli altri e imponendo priorità spesso difficili da rendere compatibili tra loro, come performance e affidabilità. Il concetto si estende dalla macchina al Team Gazoo Racing, alla gestione, Makinen poi Latvala sotto la benedizione presente di Akio Toyoda, fino agli Equipaggi.

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Si torna alle dinamiche del Rally Estonia 2022. Ancora una volta, queste sottolineano le differenze di status, o di competitività dei grandi sistemi coinvolti quest’anno. Niente da fare per Hyundai, niente da fare per Ford. Le circostanze si incrociano con i livelli di competitività, delle auto e degli equipaggi, ma anche cercando di tenere fuori dal conto gli eccessi, in un senso o nell’altro, il prodotto non cambia.

L’ultimo giorno dell’Estonia non produce niente di nuovo. Né sotto il profilo della Gara, maturata da Venerdì a senso unico, né dal punto di vista di quei guizzi di rivalsa che ci si aspetta, ormai immancabilmente, quando si arriva all’epilogo del Power Stage. Primo giro di Speciali, sono le Tartu Vald, Kanepi e Kambja. Rovanpera ne vince due, una va al redivivo Tanak. La prova generale di power Stage va a Rovanpera che allunga sistematicamente su Evans, che ormai protegge le spalle al compagno di squadra. Intanto l’incantesimo Estonia fa sparire altre due Ford, le Puma di Loubet e di Greensmith. M-Sport è nelle mani di Adrien Fourmaux! Ricomincia a piovere, si direbbe… sul bagnato.

Ed eccoci al gran finale (si fa per dire). Si inizia piano, ultimo giro vuol dire risparmiare tutto, soprattutto le gomme. Anche oggi, in vista del rush finale, vale la Regola Pirelli Estonia: 5 Scorpion Soft. Evans piano, Rovanpera più piano, Tanak sulle sue, e allora ecco il piccolo show di Lappi per distrarsi un attimo in attesa dell’evento clou della Domenica. Inaspettatamente Lappi vince la Tartu Vald 2 e la successiva Kanepi, la prima davanti a Fourmaux, la seconda davanti a Solberg. Il colpo di scena è il meteo. Piove sempre più forte, naturalmente non per tutti allo stesso modo, le strade e le tracce sono allagate. Per quasi tutta la durata del Power Stage il tempo da battere resta quello di Mikkelsen, partito per primo. Per dare un’idea, Neuville prende oltre un minuto, Lappi e Tanak 40 secondi. Il finale è come il Rally, un duello tra Evans e Rovanpera. Partiti nell’ordine. Evans fa meglio di tutti i suoi predecessori, Rovanpera fa meglio di Evans, ancora una volta. Ha vinto 14 delle 24 Speciali disputate, 4 delle 6 dell’ultimo giorno. il Power Stage mette in fila Rovanpera, Evans, Mikkelsen, Lappi e Katsuta.

Dunque vincono a mani basse Rovanpera e Huttunen, Toyota. Secondi sono Evans e Martin, Toyota, a un minuto! Terzi Tanak e Jarveoja, Hyundai. Quarto posto per Neuville e Wydaeghe, Hyundai, quinto per Katsuta e Johnston, Toyota, sesto per Lappi e Ferm, Toyota. Giusto per sottolineare che ci sono 4 Toyota e 2 Hyundai nei primi 6. Andreas Mikkelsen, Skoda, è ottavo assoluto e primo nel WRC2 Open. Al traguardo, al 26° posto assoluto, anche Mauro Miele e Luca Beltrame, Skoda Fabia Rally2 Evo.

Senza dare voti, – chi siamo noi per giudicare? – solo due righe di bilancio personalizzate.

Kalle Rovanpera. Parla il risultato. In maniera chiara. Parlano anche le sfumature. Per esempio una piccola serie di errori il Venerdì, roba da niente, che poteva denunciare una certa mancanza di concentrazione. Non è vero, è disinvoltura, padronanza sempre più assoluta della situazione. I cnti tornano.

Elfyn Evans. Jekyll e Mr. Hide. Un venerdì strepitoso, irresistibile, degno dell’erede naturale di Seb Ogier della fine della scorsa stagione. Poi il ritorno mesto alla realtà, che dipinge uno scenario molto diverso da quello dei sogni, pur legittimi, del gallese. Dopo l’exploit di Venerdì Evans non è riuscito a rispondere alla velocità di Rovanpera ed è rientrato nei ranghi, nel ruolo aggiornato di portatore d’acqua al mulino del Team, del Costruttore.

Ott Tanak. Era partito all’attacco e il Campione del Mondo 2019 non sembrava ammettere compromessi. Scappato Evans si era messo al suo inseguimento. Ma è successo tutto all’improvviso. Prima c’è stata la penalità di HEV Zone - un po’ ridicola, d’accordo? – con conseguente rilancio di Rovanpera, quindi il tubo anti appannamento saltato via dal cruscotto della i20, infine i freni posteriori KO al Power Stage. Piccole cose, ma quando la situazione è già delicata si fa presto a veder crollare anche il più ferreo dei propositi.

Thierry Neuville. Una gara a sé, soprattutto il venerdì alle prese con insufficiente confidenza e pochissimo grip. Sabato un po’ meglio, ma la sua corsa resta a sé stante… con un occhio sempre attento a quello che potrebbe succedere davanti. Succede, invece, a lui di dover attraversare l’inferno del Power Stage con il parabrezza completamente appannato. Effetto arma spuntata, che poi si traduce in inevitabile frustrazione.

Adrien Fourmaux. Il francese sembra (diciamolo piano) aver capito la lezione. Non è tanto essere capaci di un exploit, che conta, quando sapersi mettere al posto giusto, e mantenerlo. Fuori gioco Breen, le tre Ford M-Sport satelliti, Fourmaux, Looubet e Greensmith si sono barcamenate rincorrendo un posto onorevole. Unico sopravvissuto sulle sue ruote, dopo le débacle dell’ultimo giorno di Loubet e Greensmith, ce l’ha fatta proprio Fourmaux, in lotta con Katsuta per la top 5.

Esapekka Lappi. Qualche problema ai freni il Venerdì. Non è la situazione ideale per riprendere confidenza con la Toyota che guida a intermittenza dividendone il sedile con Ogier. Non male fino a metà corsa, quando in un’azione piuttosto violenta una gomma salta via dal cerchio costringendo l’Equipaggio a 2 minuti e mezzo di stop. Anche il crick non è in forma smagliante. Sin lì la gara era stata comunque ottima, quarti davanti a Neuville, poi è diventata meno interessante. Frustrante. Qualche analogia con la gara di Breen, cioè un bilancio triste, da piangere. Questo non toglie nulla alla bravura di Lappi. Anzi. Il buon finale sta a dimostrarlo.

Oliver Solberg. Promessa e investimento Hyundai, non così clamorosi come il caso Toyota-Rovanpera. Hyundai sta lavorando sull’assett dei prossimi 3 anni (conferma Sponsor) e ha bisogno di un qualche cambiamento. Così si va di male in peggio per la frustrazione di tutti, Piloti e Tecnici. Io avrei preferito dare maggiore continuità alla stagione di Sordo e avrei lasciato Solberg a farsi le ossa in WRC2. Comunque, Solberg non era a suo agio. La diffusa sindrome ballerina delle Hyundai ha colpito anche la sua i20, poi una pietra, o una radice non vista, Venerdì, ha colpito l’avantreno e ha privato la Macchina dell’ausilio del servo sterzo. Non bastasse, a metà gara, giusto la Speciale 12, la non facile Otepaa, Solberg si è dovuto fermare per liberare il radiatore dall’erba che lo ostruiva. Quando non è fesh-fesh, come in Kenya, è vegetazione. E via un altro minuto.

Hayden Paddon. Ritirato dopo la quinta Speciale del Venerdì. Non si è trovato a suo agio con le strade, troppo rotte rispetto allo standard cui è abituato dall’altra parte del Mondo. Stare lontano dall’Europa ha il suo prezzo. La macchina non gli è venuta in aiuto, qualche problema di assetto, scarso grip e infine, la beffa. Sottoposto a un secondo tampone al Service Park, quello di sabato aveva dato esito negativo, questa volta Paddon risulta positivo al CoViD-19. Fate voi. Non ha fortuna, gli auguriamo che gli vada molto meglio quando tornerà tra noi per partecipare al Rally di Finlandia.

Craig Breen. Di Breen abbiamo detto subito. Troppa sfortuna. E questa sembra non più un’ipotesi buttata lì. Quell’uscita di strada sulla larga a sinistra, che poteva anche essere innocua, si è trasformata in un inferno a causa di un vecchio palo di cemento abbandonato in mezzo alla vegetazione. Rottura dell’avantreno sinistro e rottura di un sogno legittimo. Roba da mettersi a piangere, e non c’è mancato molto.

Per quanto riguarda il Mondiale WRC il discorso generale è ormai chiarissimo. Chi va a prendere Kalle Rovanpera? Nessuno! Dal punto di vista del trend, dopo 5 vittorie del finlandese su 7 Rally disputati, il Campionato è bell’e chiuso. Rovanpera sale a 175 punti, Neuville a 92, Tanak a 80. Ora un paio di settimane di vacanza, anche per riflettere. Il prossimo appuntamento è un altro di quelli supersonici. Secto Rally of Finland, dal 4 al 7 Agosto. Rotta a Nord.

© Immagini - Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport – Ford M-Sport

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