WRC21. Kenya. Clamoroso e spietato, Ogier (Toyota) vince il Safari

WRC21. Kenya. Clamoroso e spietato, Ogier (Toyota) vince il Safari
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Ogier e Ingrassia vincono il Safari Rally del ritorno Mondiale. “Battono” un record mai esistito, Loeb, prendono un respiro trionfale sul cammino mondiale, e sanciscono una realtà sempre più inconfutabile: l’ottavo Titolo è più stabile al centro del mirino
27 giugno 2021

Nairobi, Kenya, 27 Giugno. Da dove cominciamo, dal colpo di scena inammissibile dell’ultimo giorno o dalla pacifica conseguenza che ha determinato? Iniziamo dal plus: Ogier e Ingrassia, Toyota Yaris WRC Gazoo Racing, hanno vinto il Rally Safari Kenya, 69ma edizione e del ritorno al Mondiale dopo quasi vent’anni. Erano terzi alla vigilia, possibilmente secondi nell’inevitabile assalto al bravissimo Takamoto Katsuta, compagno di Squadra in ascesa, e improvvisamente di nuovo padroni assoluti di una situazione che avevano voluto sin dall’inizio. Vi ricordo che l’avevamo detto: se c’è qualcuno che ha tutto l’”interesse” (o uno stimolo cruciale) a vincere il 69° Safari Rally Kenya, l’edizione che sancisce il ritorno della leggenda africana nel circuito mondiale del WRC, questo tipo così “quadrato” e adatto a un evento in tutti i modi eccezionale è Sébastien Ogier. La seconda cosa che vogliamo chiarire immediatamente è che Ogier non è fortunato, è più bravo anche della sfortuna. Questo va sottolineato perché c’è già qualcuno che affida la sua vittoria alla propria disavventura tecnica, reindirizzando tutto all’eterea interpretazione di un destino avverso. Questo va affermato con decisione perché ha un riscontro “statistico” inconfutabile. Tutti, dico tutti i protagonisti del Mondiale in Kenya hanno avuto la loro dose massiccia di contrarietà, di negatività, tranne forse il solo Katsuta, ma solo Ogier e Tanak hanno saputo “vaccinarsi” preventivamente. L’estone in un guizzo inedito di cui percepirà molto chiaramente il significato, il fuoriclasse francese perché è abituato a gestire un parametro così importante che gli vale la “residenza” nell’Olimpo dello Sport.

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E parliamo ora della “sventura” del colpo di scena risolutore, del KO il giorno del gran finale. Antefatto: venerdì quasi tutti hanno avuto i loro grattacapi fatali: Sordo, Evans, Solberg il Giovane, Rovanpera quando era in testa. Ogier se l’era cavata portando macchina e sospensione in panne per due Speciali, fino all’Assistenza. Sabato non succede una beata m…., solo Tanak che deve far fronte a un problemino di spannatore non proprio di “alta qualità”, tanto è vero che a quel punto il Rally Safari diventa solo un… safari geografico attorno all’Elmenteita. Tre prove Speciali, Elmenteita, 15 chilometri, Soysambu, 20, Sleeping Warrior, 30. Non succede nulla e ci si avvia alla conclusione con una situazione chiara e due obiettivi da sottoscrivere: Neuville è in testa e deve solo guardarsi davanti e di lato, perché dietro l’inseguitore è lontano, e il Power Stage potrà risvegliare interesse e spettacolo con l’assegnazione dei punti speciali che, di solito, riaccendono gli animi. Si arriva alla 15ma Speciale, tre alla fine. È la prima Hell’s Gate, prova generale del Power Stage. Neuville non mette la sua i20 sulla linea di partenza, la sospensione posteriore destra KO non glielo consente. Il guaio è successo nella precedente Loldia, già costata all’Equipaggio Hyundai quasi un minuto con conseguente, drammatico assottigliamento di un vantaggio che si voleva definire “incolmabile”. La gara è riaperta, ovvero chiusa. Neuville è ritirato, Katsuta passa al comando, Ogier è dietro a 5 secondi. sappiamo già cosa succederà, è “inevitabile”.

Ogier mette l’overdrive e affianca perfettamente Katsuta nella successiva Malewa, e lo scambio di ruoli avviene nella seconda Loldia, una soltanto al Power Stage. Ma il discorso generale può considerarsi chiuso: Sebastien Ogier e Julien Ingrassia hanno vinto il Kenya, Takamoto Katsuta e Daniel Barritt meritavano qualcosa di più del comunque stupendo secondo posto, ma oggi la posta era troppo alta per Ogier, Ott Tanak e Martin Jarveoja sono terzi, direi una delle più belle gare della pur spettacolare carriera del Pilota estone.

Facciamo una pausa per applaudire le due Ford M-Sport quarta e quinta. Rispettivamente quella di Fourmaux-Jamoul e Greensmith-Patterson. Le Fiesta si sono dimostrate macchine ideali, e non dubito che fossero “settate” meglio delle altre, almeno per un “utilizzo generale”. Gli Equipaggi hanno saputo esprimere in modo eccellente il pensiero di Malcom Wilson (sì, perché sono altrettanto certo che l’esperienza diretta e storica del Baronetto si sia manifestata in tutto il suo valore di influenza determinante).

E quindi è la volta del Power Stage sulla mitica e inquietante Hell’s Gate (ma non così terrificante come vorrebbe il nome). Tre delle quattro posizioni che determinano un’assegnazione di punti sono un regalo del regime SuperRally, Rovanpera secondo, Evans terzo e Sordo quinto. Le altre due sono una piccola riscossa adrenalinica di Tanak, che conquista i 5 punti, e una doverosa celebrazione del capolavoro di Ogier, cui vanno ulteriori due punti oltre ai 25 del bottino grosso.

Resta solo da “spiegare” il senso di quella possibile “previsione” in favore di Ogier. Nel confronto contro la storia, adesso Ogier ha il primo punto di vantaggio nel confronto, ancora lungo, con Loeb. Loeb non ha mai vinto un Safari, Ogier sì. Secondo punto, siamo al giro di boa del Mondiale. Dopo sei Rally Ogier è in testa con 133 punti. 34 di vantaggio su Evans, secondo, 66 di vantaggio su Neuville e 74 su Tanak. Non possiamo dirlo “con certezza”, ma il vincitore del Safari Rally ora “rischia” davvero di vincere il Mondiale, e di consentire al Toyota Gazoo Racing WRT di affermarsi nel “Marche”! Sì, questa terza vittoria stagionale del fenomeno francese mette entrambi su un altro piano rispetto al resto della compagnia.

Se ne ricomincerà a parlare con i fatti a casa di Tanak, a metà luglio al Rally Eastonia.

 

© Immagini: Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport

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