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Nairobi, Kenya, 25 Giugno. C’è subito un record che non si nota ma che “qualcuno”, nessun dubbio, ha già messo ben a fuoco nel mirino. Nomi mai a caso. Prendiamo la Leggenda, Sébastien Loeb: non ha mai vinto in Kenya. Tra le 79 vittorie del fenomeno alsaziano non c’è un Safari Rally. Eppure “Seb” l’ha visto allora e ha rischiato di vederlo oggi, anzi ieri. Strano che in quell’”arrivederci” di Adamo e Hyundai non ci fosse in dote preziosa la clausola di un’appendice proprio per questa “eventualità”. Un gettone d’oro che sarebbe stato un pensiero geniale e un colpo da maestro. E allora, in attesa di veder rinviata a data da destinare la pensione, ecco intanto un record a portata di mano dell’altro “Seb”. Ogier non può essere il trait d’union tra due ere del Safari così distanti, era un bimbo, ma può essere il Pilota che riprende in mano la storia e mette il proprio nome subito sotto a quello di Colin McRae (e Julien Ingrassia sotto a quello di Nicky Grist) sull’albo d’oro del Safari Mondiale. In questo modo manderebbe a segno il primo match point contro l’”Avversario” che non c’è ma che da sempre aleggia sulla sua carriera. Sono tentato di eliminare il condizionale. Diciamo meglio: Ogier farà di tutto, e magari di più, per mettere un altro quanto tra sé e la mandria e vincere il “suo” Safari Rally Kenya. Carattere di purosangue. Opportunità di classe infinita.
Intanto il 69° Safari Rally Kenya (il 68°, quello che sarebbe potuto essere a disposizione di Loeb, è stato cancellato) è partito. Lo Shakedown su un tratto della Loldia, a Nord del Lago Naivasha, Speciale in programma per la domenica, e la Super Special di Kasarani, Nord-Est del centro di Nairobi. 10 chilometri in tutto che, se considerati nell’insieme dei 320 chilometri delle 17 Prove Speciali che restano da disputare, sono davvero poco per parlare. Però l’argomento c’è. Sebastien Ogier e Julien Ingrassia sono stati i più veloci al riavvio del cronometro dopo vent’anni, e i primi ad aggiudicarsi la prima Speciale della nuova era, prima e ultima occasione Safari per le WRC del regolamento in scadenza. Nel primo caso dando un decimo a Elfyn Evans e Scott Martin, nel secondo scortati dalle altre due Toyota di Rovanpera-Halttunen e Evans-Martin. Tanak è quarto.
Non ci sono le WC2 e 3, niente R5 o Rally2 da Mondiale, però il contorno del Safari è ugualmente interessante, popolato da una schiera di Equipaggi autoctoni, e vicini di casa, per lo più affezionati a Lancer e Impreza. Non poteva mancare Lorenzo Bertelli, uno che non si perde un’occasione come questa. È arrivato con Simone Scattolin e la sua Fiesta. Con una Lancer locale, invece, Piero Canobbio e Alberto Marcon. Problemi di salute, invece, per Giancarlo Davite.
Bene, la parte coreografica del Rally, culminata con la passerella al centro di Nairobi sotto lo sguardo soddisfatto di Uhuru Kenyatta, Presidente della Repubblica, e Jean Todt, Presidente FIA, è terminata. C’è pubblico, in Kenya. È stata una delle prime emozioni allo scattare dell’azione. Anche la passione per le meraviglie più tipiche di questo Paese incantato, la natura, i paesaggi mozzafiato, quell’aria tersa che ti fa vedere più lontano, vanno in sospensione. Occhio sul Rally vero e proprio, e magari massima attenzione alla fauna certamente un poco disinvolta, quando non invadente. Kenya meraviglioso. Saranno tre giorni di fuoco, quasi certamente memorabili, soprattutto se al termine del week end dovessimo avere le idee più chiare su chi e che cosa giocare dopo il giro di boa della sesta Prova del Mondiale.
© Immagini: Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport