WRC21. Arctic Rally. D-0. Neve & Chiodi. Ma non è così semplice…

WRC21. Arctic Rally. D-0. Neve & Chiodi. Ma non è così semplice…
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Lapland Rally Arctic è promosso WRC Finland, seconda prova del Mondiale. Via lo Svezia che non era più… lo Svezia, bisogna salire oltre il circolo polare artico per mandare in scena un Rally “invernale” a tutti gli effetti. Scenari maestosi, grande Rally
25 febbraio 2021

Rovaniemi, Finlandia, 25 Febbraio. Un giorno ancora, e quando scatterà il semaforo verde della Sarriojarvi, prima e più lunga prova speciale dell’Arctic, 31 chilometri, il Monte-Carlo potrà andare definitivamente in archivio. È ora di lasciar posto all’esecuzione dell’Arctic Rally Finland Powered by CapitalBox, seconda prova del Mondiale WRC 2021. Perché in archivio il “Monte”? Perché a un mese dalla conclusione del Rally monegasco cambiano molte cose. Innanzi tutto lo scenario. È finalmente un Rally che si può definire a pieno diritto “invernale”. I meno venti gradi centigradi sono la normalità, la neve è dappertutto. Ci si muove a discrezione degli spalaneve, ai lati delle strade due muri bianchi. Tutto è bianco, e sul bianco è disegnata la vegetazione. Alto fusto, è l’unico elemento che offre la sensazione di avere dei riferimenti. Altrimenti sarebbe come in mare. O nel deserto. Bianco a perdita d’occhio. È un piacere. Cancellato lo Svezia, che peraltro lo scorso anno aveva deluso proprio da questo punto di vista, ecco finalmente il… caldeggiato Rally “invernale”.

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“Monte” in archivio anche perché cambia la geografia delle ambizioni. Non facciamo nomi, li conoscete, concentriamoci sui temi. Qui adesso ci sono finlandesi e norvegesi, soprattutto giovanissimi, pronti a scommettere su sé stessi e sui quali fior di “esperti” sono pronti a scommettere. Ci sono estoni che non possono già più permettersi passi falsi, e così dei belgi, e così più in generale l’intera entità sportiva della Marca che rappresentano. Sembra quasi un’aria pesantissima di ultimatum. Per chi, poi, tale ultimatum? Per i soldati? Per i generali? Tanto più una squadra lavora in completa e perfetta sinergia, e tanto più finisce che, in mancanza di risultati, c’è bisogno di un capo espiatorio. Vabbè, magari stiamo esagerando. In fondo potrebbe essere solo una sorta di ramanzina, di incitazione, di modo per spronare.

Numeri e, questa volta sì, nomi. 56 partenti, non tanti. 3 italiani. Luca Hoelbling, Hyundai, Mauro Miele, Skoda, Lorenzo Bertelli, la sua Fiesta WRC. Gradito ritorno, gradita “distrazione”. Come si fa a non pensare al quasi cappotto rifilato da Luna Rossa a Britannia? 7 a 1! 4 Toyota, Ogier, che è in testa al Mondiale dopo la vittoria del Monte-Carlo, Evans, Rovanpera, Katsuta. Ben 5 Hyundai i20 Coupé WRC, Neuville, Tanak, Breen, Loubet, Solberg. Oliver Solberg, neanche vent’anni, figlio di Petter Mondiale 2003 e due volte Mondiale Rallycross. 4 Ford. Suninen, Greensmith, Tuohinen, Bertelli appunto. Un bel “parco” WRC Plus.

WRC2. R5. Cambiano i regolamenti, cambieranno ancora e più decisamente alla fine di questa stagione. Del resto le R5 anno preso il posto delle Super 2000 nell’ormai lontano 2012. Adesso è WRC2, team ufficiali e piloti “pro”, e WRC3, privatoni. Non cambiano, per ora, le macchine. Skoda, una flotta, Hyundai e Volkswagen, consensi in crescita, Ford, 8 vetture, Citroen, solo 3 e una è ancora una DS3. Io starei attento ad alcuni dei nomi che le guidano. Mikkelsen, naturalmente, che è partito in tromba vincendo il Monte-Carlo e non nasconde di essere in corsa esclusivamente per il titolo WRC2. Fourmaux, che ha ricevuto una Fiesta con gli onori (e la benedizione di Red Bull). Huttunen, promozione e analogo privilegio, ma da parte Hyundai. Lappi, per evidenti caratteristiche, passaporto e “obblighi”.

Dicono che la questione delle gomme è argomento facile, che si liquida al volo. Stesse chiodate per tutti, una mescola soltanto. Sottozero a tutta randa (o a tutto foil, mi viene ancora in mente la Coppa America). Ma non è così semplice. Pirelli è al “debutto” in queste condizioni,  tutti sono al debutto in queste condizioni e con queste coperture. Test a parte. Poco meno di 400 chiodi per pneumatico, 7 millimetri fuori, il resto vulcanizzato dentro (è un processo esclusivo di Terenzio & Co.). Diamo per scontato che questa volta nessuno si sbagli sul numero di gomme da portare nel bagagliaio. Quindi. Conta molto quello che c’è e quello ci sarà sotto la neve spolverata dal passaggio delle macchine. Conterà moltissimo la sensazione, e come tradurla in efficienza, in efficacia. Come al solito.

26, 27, 28. Tre giorni di fuoco al Circolo Polare Artico. No spectators allowed. Peccato!

 

© Immagini ACI -Toyota TGR-DAM, RedBull Content Pool – Hyundai Motorsport - Pirelli

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