Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Monte Carlo, 23 Gennaio. Monte-Carlo partito. Stagione partita. Guerra aperta. Il colpo di cannone dell’88° Monte-Carlo 2020 mette fine all’eccitazione dell’attesa e la sostituisce con l’eccitazione… dell’azione. 1.500 chilometri tra il Principato di Monaco e il teatro centrale della “pièce”, epicentro a Gap, 300 chilometri contro il cronometro in 16 Prove Speciali. Le prime due subito il giovedì sera, sui passaggi della Malijai – Puimichel, 17 chilometri, una prova che non si disputava da oltre 25 anni, e la Bayons - Bréziers di 25. Tutto di notte in sostituzione della La Bréole – Selonnet che si disputerà, invece, sabato di giorno.
Partenza diversa all’ultimo minuto. Cambiato scenario. Dal fronte del Casino, lavori in corso, si scende sul lungomare. Cerimonioso cerimoniale, più da V.I.P. che da N.I.P., e poi si sale verso le montagne. Direzione Gap, la città che è anche la patria di Sébastien Ogier, attorno a cui tutto ruota.
Se ne va tutta la giornata, volanti e ruote si incrociano che è già buio. Lo shakedown è andato in scena ancora prima. C’è tempo per qualche riflessione dell’ultima ora, dell’ultimo minuto, come a voler mettere un punto sui pensieri che hanno accompagnato l’intervallo di tregua.
La domanda, per me, è sempre la stessa. Viene prima l’uovo o prima la gallina? Nel senso. È andato prima Tanak a Hyundai o prima Ogier a Toyota. Lo so, orologio alla mano la risposta ce l’avete già e vi chiedete, invece, che vi vengo a significare.
Infatti la domanda che mi faccio è un’altra. È mai possibile che Toyota Campione del Mondo si sia lasciata scappare Ott Tanak Neo-Campione del Mondo? Possibile che non sia riuscita a mettere insieme quei quattro spiccioli e le condizioni tecniche per portate il Pilota alla conferma? Una questione di principio inammissibile? L’ultima cosa a cui credo.
E allora se Makinen e la prima Industria al Mondo si sono lasciati scappare il “pezzo” pregiato del mercato è, forse, perché sapevano di poter puntare su un’alternativa “valida”, e magari già ci puntavano. Di conseguenza, viene prima la furbata di accaparrarsi il futuro Campione del Mondo giocando sul tempo e sui dispiaceri del giovane Tanak, o viene prima la furbata di lasciarlo andare… tanto il “rimpiazzo” c’è e vale tanto quanto, se non di più?
Insomma, viene prima la furbata di Andrea Adamo o quella di Tommi Makinen?
Bene, io un’idea me la sono fatta, vediamo se collima con la vostra.
E torniamo a Gap e dintorni. Anzi un ultimo passetto indietro. Niente Cile, ci ripenso. Mi dispiace molto. Anche per la seconda puntata del Rally, certamente, ma soprattutto per il Paese sudamericano che ha dovuto rinunciare all’Evento per affrontare problematiche ben più importanti e urgenti. Bene la tesi del rispetto per i cileni, la data resta in sospeso per l’anno prossimo e non si va a ripescare uno dei Rally rimasti fuori quest’anno. Niente Catalunya o Corsica, il calendario si ferma a 13 prove. Che se poi si volevano le curve, ecco il Rally Giappone, se la terra ecco il Kenya e il Nuova Zelanda. Stagione da leccarsi i baffi.
Forza, tiriamoci su il bavero che fa freddo. Non troppo, si pensava peggio. Ma aspettiamo…
Non è forse, il Monte-Carlo, il Rallye più imprevedibile e difficile della serie e della Storia? Chi mai riuscirà a mettere d’accordo asfalto secco con neve o ghiaccio? Sarebbe da slick, eppure i treni chiodati sono pronti. Quindi che si dichiarino pure aperte le danze e la guerra, prendiamo per buono ogni chilometro ma non avventuriamoci troppo in pronostici o deduzioni. Semmai riferiamoci più comodamente allo storico. Ogier ha vinto il Monte-Carlo sette volte, le ultime sei consecutivamente, e su queste strade ha iniziato a girare in monopattino e bicicletta. Vorrà pur dire qualcosa, e molto ha già detto. Spettatori, allora, che è gran cosa al “Monte”!
Infatti Ogier mette tutti in fila nello shakedown, subito buono il primo colpo e dietro Neuville, Evans e Tanak, e continua a onorare l’inaugurazione della propria nuova Avventura Toyota vincendo anche la prima speciale del primo giorno. Il fuoriclasse indiscusso si impone di misura su Tanak e Evans, già la seconda volta che vediamo il nome del gallese in cima alla lista, e stacca di più Neuville, Rovanpera e Loeb, sette decimi di differenza tra il finlandese e il francese, ma anche ventisei anni.
Rally imprevedibile, si diceva. E si diceva questione di meteo, di temperature, di neve, di ghiaccio. Anche di fango. Di scelta di gomme difficilissima. Così la seconda prova del programma ci “svela” il vero, incredibile Monte-Carlo.
Improvvisamente è la Bayons – Bréziers, è la più lunga dell’intero Rally. Arriva di notte, anche se oggi non è come nel 1966, tre Mini sul podio finale poi squaificate per una questione (pretestuosa) di filamenti di lampadine. Con i fari di oggi si fa giorno a mezzanotte. E c’è ghiaccio da qualche parte. Proprio le circostanze meno adatte per rischiare. C’è chi usa i chiodi, chi incroci due e due. Thierry Neuville decide di giocare qui il suo jolly e rischia. Di gomme senza chiodi e di guida, di coraggio. È bravo, bravissimo, un secondo al chilometro agli inseguitori.
D’un colpo il Rally va al riposo con un triplo colpo di scena. Suninen è fermo, Greensmith procede al rallentatore, Neuville prende immediatamente il volo. Vince la Speciale davanti a Ogier, Tanak, ancora Evans e Loeb, sì, ci sono tutti, ma il più vicino è a quasi mezzo minuto. Ogier e Tanak hanno rischiato solo e in parte le gomme, poi sono andati sulle punte.
Neuville va in testa e può già contare su venti secondi di vantaggio. Del belga si parlava giusto ieri. Bene. La sua carta l’ha giocata benisimo, non c’è che dire, ma ci sono ancora tre giorni di Monte-Carlo.
Si può, effettivamente, dire che ancora non è successo niente!