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Marmaris, Turchia, 15 Settembre 2019. La fermata dell’autobus di Icmeler è affollata. C’è chi è sceso, chi ha dato l’impressione di voler scendere ma poi ci ha ripensato, e chi si appresta a salire per una destinazione ben conosciuta. Capolinea o stazione di partenza, dipende dai punti di vista… e di classifica.
È la metafora figurata, e un po’ arrangiata, della Marmaris, quart’ultima e ultima Speciale, Power Stage included, del Rally Turchia Marmaris 2019, 12° della Storia e secondo dell’era moderna WRC Plus. Si parte proprio da una fermata del pullman, tutti i giorni “civile”, oggi rampa di lancio esclusiva e originale del gran finale del Rally.
Ott Tanak ha provato per un lungo, interminabile attimo la sensazione frustrante, agghiacciante, di essere sceso dalla corsa, di quel ritiro e del conseguente Super Rally che lascia sconcertati ed enormemente dispiaciuti. Poi ha rifatto i conti a mente più fredda. Si va avanti, certamente, con immutato vigore puntando all’invariato obiettivo.
Il vantaggio è ridimensionato ma resta qualitativamente tale. Chi scende sul terreno di battaglia sa che non è mai vita facile, e che bisogna guardarsi le spalle in ogni momento.
Sebastien Ogier ha preso il pullman all’ultima fermata utile. Come per incanto la C3 WRC va come un missile e si adatta perfettamente alle “esigenze” del Rally più duro della Stagione, quasi un Rally d’altri tempi. La Squadra gira alla perfezione e il cerchio si chiude… schiudendo un livello di competitività memorabile. Lappi l’ha dimostrato sin dai primi chilometri, Ogier ne ha raccolto e rilanciato il “significato” scatenando il suo non meno memorabile profumo d’inferno. Se la Macchina e il Pilota si adattano perfettamente alla situazione meno favorevole della Stagione vuol dire che il Campionato è virtualmente riaperto, o forse che non è mai stato chiuso ma solo “differito” nella sua completa espressione del potenziale. È show.
Meno incoraggiante, ma non certo… al capolinea, è la posizione di Thierry Neuville, che invece di seguire la pista lasciata libera da Tanak si è malauguratamente accodato allo sfortunato Avversario ereditandone in altro modo anche le frustrazioni. Il brutto dell’imprevedibile, il bello dell’incertezza.
Si parte. Caldissimo. Atmosfera agonistica torrida. Paesaggi e scenari mozzafiato, terreni infernali, container di sassi, alcune vere e proprie “mine” disseminate qua e là, e autobotti di polvere. Sembra di essere in Sardegna dopo un uragano, a un Elba o Acropoli dei… peggiori. L’attenzione dell’ultimo giorno si concentra sul Power Stage, mai così significativo come in questa occasione. Un vincitore annunciato, obbligatorio. Tanak. La prima Marmaris è un breve giro di esplorazione. Tanak è tornato e lancia la sua piccola maledizione vincendo, naturalmente, davanti a Mikkelsen e Latvala. Ogier e Neuville di conserva. Meglio portarsi avanti con il lavoro. Dio solo sa quanto possono essere importanti quei cinque punti che sono l’obiettivo residuo di un Rally infame. Ogier risparmia le gomme, al punto da non poter ricavare dalla prova generale nemmeno un riferimento consistente. Ha deciso di giocarsela interamente al passaggio cruciale, con un minimo di… cautela.
La successiva Gokce, 11 chilometri, scorre via sulla stessa falsariga. È la volta della piccola riscossa di Jari-Matti Latvala che vince sulle Hyundai di Mikkelsen e Sordo e si prende un po’ di respiro da Meeke che, gomme finite, ormai non cerca altro che un traguardo finale fuori dalla mischia. Così è anche la terza della domenica, la Cicekli di 13 chilometri che viene autografata da Andreas Mikkelsen, terzo successo personale del norvegese nel Rally che potremmo definire del completo riscatto e che lo allontana a distanza di sicurezza dagli attacchi del bravissimo Suninen, quarto era e quarto resta, ormai definitivamente. Malcom sarà contento, a ragione. Sorprende un poco la piccola giravolta di Lappi, qualche secondo di troppo rispetto al “Capitano” che resta impeccabile, ma forse è, questo, un buon sistema per allentare la tensione. Il margine di “tolleranza” del duo Citroen davanti a tutti è particolarmente rassicurante.
Insomma non succede nulla per tre quarti della mattina cruciale del Rally Turchia, ed è un bene perché è sempre meglio non impolverare il vestito della festa. Tanak si ripete con meticolosa precisione. Dopo aver scelto di partire con gomme soft, ed aver provato la Marmaris, è passato sulla Gokce e sulla Cicekli a velocità codice, passeggiando ed evitando persino di mandare in temperatura le coperture. Il “piano” dell’estone è piuttosto chiaro, e in fondo non va troppo in conflitto con nessuno.
Colpi di scena di contorno, Greensmith, in testa al WRC 2 Pro, mette la nuova Ford R5 sotto-sopra giusto dopo la fine della Speciale. Il tempo non è male, la macchina è ridotta malissimo, il Rally a rischio, ma la Fiesta “sopravviverà” anche al Wolf Power Stage e vince il Rally di Turchia per la non certo affollata categoria, entrando addirittura nei dieci dell’assoluta. Monologo Skoda, invece, nel WRC 2 “basic”, vittoria di Kajetanowicz, il boliviano Bulacia secondo, Fabio Andolfi terzo.
Power Stage. Finale da manuale. Senza scosse o colpi di scena. Tanak ti stampa un imprendibile 4:55.2 con un’inconcepibile, per queste strade, velocità di punta a 170 chilometri/ora. Conquista i 5 punti che aveva come obiettivo e, è il caso di dirlo, limita i danni. 4 punti vanno a Neuville, 3 a Ogier, 2 a Latvala e 1 a Suninen. È la stupenda doppietta Citroen. L’Ogier che ti aspetti (e che hai aspettato per un po), quindi il Lappi che ti sorprende, di nuovo… adulto. Mikkelsen e Suninen vengono dopo, quasi non ci si accorge di loro nel giorno della rinascita delle C3 WRC.
Mikkelsen e Dani Sordo sono stati bravissimi, questa volta il norvegese molto di più dello spagnolo. Il suo podio vale molto per il morale della Squadra al termine di un week end non certo entusiasmante. Latvala vince il “duello” con Meeke anche nel power stage. Le Toyota finiscono sesta e settima, bilancio “secco” insoddisfacente, è ovvio. Evidentemente il lavoro fatto sulla Macchina per queste condizioni di terreno non è stato sufficiente.
Suninen vince la scommessa di Malcom Wilson. Il quarto posto, in mezzo a una sarabanda di questo genere, è eccezionale. Tidemand, nei dieci, è stato bravo, calmo e attento alla lezione. Pilota equilibrato su cui contare per il futuro.
Dopo Monte-Carlo e Mexico, Sébastien Ogier torna alla vittoria. Il terzo successo stagionale, 47° della carriera, è di enorme importanza. Per una serie pressoché totale di ragioni. La prima è che il Campione e fuoriclasse francese è e resta perfettamente sincronizzato con il suo livello. L’esperienza si aggiunge alla bravura modellata sul talento, e quando tutto gira come deve la storia rischia di essere “monotona, a senso unico. La vittoria in Turchia sottolinea la ritrovata e completa competitività delle Citroen e rimette in corsa per il Mondiale l’Equipaggio. Ogier passa dai 165 punti della vigilia ai 193 dell’epilogo, scavalca Neuville, ottavo, che sale solo a quota 180 e, cosa molto più importante, riduce di ben 23 lunghezze il ritardo che aveva da Tanak, il quale sale a quota 210. Hyundai sempre in testa al Mondiale Costruttori, 314 punti, davanti a Toyota, 295.
Tanak esce dal Turchia con le orecchie basse quanto il morale. In effetti l’estone volta pagina… tornando alle origini. Si torna all’attacco, e si riparte dal Galles dei primi di Ottobre. Lo scorso anno vinse Ogier, davanti a Latvala e Lappi. A Tanak non andò troppo bene, era in testa fino alla Sweet (ma non troppo) Lamb, ruppe paracoppa e radiatore e scese dal primo al diciannovesimo posto. Alti e bassi della traiettoria di un Campione. Ci sono passati tutti. Insomma Galles da esorcizzare a tutti i costi per rimettersi in tabella di marcia.
12° Rally Turchia Marmaris. Classifica Finale Assoluta
1. Ogier, Citroen, 3h50:12.1
2. Lappi, Citroen, +34.7
3. Mikkelsen, Hyundai, +1:04.5
4. Suninen, Ford, +1:35.1
5. Sordo, Hyundai, +2:25.9
6. Latvala, Toyota, +2:59.1
7. Meeke, Toyota, +3:53.3
8. Neuville, Hyundai, +5:34.8
9. Tidemand, Ford, +7:22.9
10. Greensmith, Ford R5, +7:55.8
… Tänak, Toyota, +39:10.2
Foto: Manrico Martella