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Torsby, Svezia, 17 Febbraio 2019. Sembra tutto normale. Hanno vinto Ott Tanak e Martin Jarveoja con la Toyota Yaris WRC. Non lo è. Intanto perché, per la verità, l’estone alla corte di Makinen ha stravinto, dominando la corsa sin dalle prime battuta. Poi perché una vittoria così “espressiva” cambia definitivamente la sua mano di carte al tavolo del Mondiale. Seppure la circostanza fosse da tempo nell’aria, la maturazione di Tanak può adesso essere considerata il vero… problema di Ogier e Neuville, fino alla fine della stagione scorsa al centro di una discussione essenzialmente a due. Il dialogo si apre ora sull’avvincente “dibattito” promosso dalla prima Guida Toyota. Tanak è andato in testa all’inizio della seconda Tappa, quando si è rotto l’incantesimo Suninen, sorprendentemente al comando alla fine della prima, e ci è rimasto praticamente indisturbato fino alla fine. Riepilogando. Sei vittorie di Speciale sulle 19 disputate. Neanche un terzo, “media” bassa in controtendenza rispetto al Tanak “furioso” di altre occasioni. Tutte vittorie utili e significative, tuttavia. Con la prima è balzato in testa a inizio Rally, con i successi centrali Tanak ha “chiarito” il concetto raddoppiando quasi il vantaggio sugli avversari e portandolo alla soglia dell’irrecuperabile minuto, e con l’ultima, la vittoria cruda e schiacciante del Power Stage, ha arrotondato il bottino che gli vale il massimo punteggio possibile, 25 più 5, la leadership del campionato dopo due Prove, e un primo, eppure già considerevole vantaggio di 7 punti. Neuville resta al secondo posto con 40 punti, Ogier scende inesorabilmente, solo i due del quarto nel power Stage, e muove appena la classifica che lo vedeva in testa dopo il Monte-Carlo vittorioso, 31 punti.
La settima vittoria di carriera di Tanak, le prime due con M-Sport, le quattro dello scorso anno e quella di Svezia con Toyota, corrisponde a un momento perfetto e importantissimo della carriera del 31enne Pilota di Karla Parish. Per la prima volta in vita sua, infatti, Tanak è in testa al Mondiale, e mai prima d’ora il suo inizio di stagione era stato così fulminante. In due soli Rally una vittoria, un terzo posto e un quarto dei punti delle ultime due stagioni da terzo ottenuti dopo soltanto due Gare. Non c’è dubbio, da qualsiasi parte si guardi il successo svedese di Tanak il punto di fuoco finisce nella prospettiva Mondiale. Tempi duri soprattutto per Neuville, che dovrà adesso vedersela non più soltanto con l’avversario diretto delle ultime tre stagioni da secondo ma, da ora in avanti (e poteva anche immaginarselo) con l’esplosione dell’Asso estone.
Lo Svezia perfetto e la prospettiva Mondiale incoraggiante dipendono dal Pilota, dalla sua evidente maturazione, certo, e certamente dalla macchina, quella Toyota Yaris WRC che, in modo un po’ controcorrente rispetto alle Avversarie, è cresciuta tantissimo la scorsa stagione e si presenta quest’anno per difendere il Titolo Costruttori offrendo nel contempo al suo Pilota di Punta l’opportunità della vita. Che la Macchina va forte non è un mistero né una sorpresa, e lo dimostrano i successi parziali già ottenuti anche da Latvala e Meeke.
Neuville secondo. Questo forse è il problema chiave della battaglia 2019 del mondiale WRC tutta da svelare. Se la Yaris WRC dimostra di essere l’arma più affilata, gli stessi Rally sin qui disputati dicono che il “pacchetto” Hyundai è il più omogeneo. Anche Mikkelsen ha portato acqua al mulino della Squadra e Loeb può solo migliorare il suo già buon inizio di stagione. Io direi che il norvegese ha già offerto un contributo importante al “Capitano”, da secondo assoluto a quarto alle sue spalle all’inizio cruciale dell’ultimo giorno di Svezia, e Loeb può farlo in maniera altrettanto sostanziale per la Marca non appena il Mondiale si sposta sulla terra. Il segnale più importante è che non c’è stato trauma con l’inserimento di Andrea Adamo alla guida della Squadra, e che anzi l’amalgama, base fondamentale di supporto ai grandi obiettivi, è già un’arma. Certo, Neuville è avvertito: i piccoli errori e i cedimenti di morale non sono più ammessi, da qui all’Australia. No, niente da dire, Neuville in Svezia è stato bravissimo, nonostante abbia vinto solo due volte, rilasciandosi completamente solo nelle peraltro corte Karlstad e Torsby, e nonostante non sia mai stato veramente al comando, Karlstad a parte, del Rally. Il belga ha avuto una prima giornata difficile, non favorito in nessun modo e spaventato dalle improvvise, tutto sommato incolpevoli “sparizioni” di Ogier e Latvala. Si è ripreso perfettamente nella seconda giornata e ha concluso con un secondo posto di power Stage che la dice lunga sulla potenzialità del “pacchetto” e, soprattutto, sulla tenuta dei nervi in circostanze tattiche delicate. Neuville, infatti, si è inserito alla perfezione tra l’inarrivabilità di Tanak e la tentazione Lappi, ovvero ha gestito al meglio la delicatissima situazione portando a casa un nuovo podio che gli vale la sempiterna seconda posizione in Campionato, ma a leader invertiti.
Espekka Lappi ha finalmente concluso una Gara da manuale. Più che per il risultato in sé, eccellente comunque, è importante che abbia saputo prendere in mano il comando della “missione” Citroen con grande autorità. Il risultato parla chiaro, ma non dice del cambiamento in corso d’opera. Finito anch’egli in un muro di neve e quasi cappottato durante la quinta Speciale, Lappi ha preso atto dell’errore e cambiato strategia. Ha sistemato la C3 WRC, ha smesso di correre “flat out” per vedere solo alla fine cosa usciva, e ha iniziato a costruire. Crescendo di Speciale in Speciale, Lappi ha risolto il rebus della sua corsa a proprio vantaggio e a vantaggio di Citroen, domenica mattina con tre speciali da leader delle operazioni. Tanak permettendo, naturalmente. È stata anche un’altra buona occasione per vedere come funziona la Squadra, il Citroen Total WRT tutto nuovo. “Nato” come portatore d’acqua di Ogier, Lappi ha potuto per una volta vedere il Rally dall’angolazione opposta. Ogier, infatti, con le sue partenze a estro, si è messo a disposizione del delfino per aiutarlo a migliorare posizione e curriculum. Questa è un’altra evidenza del buon lavoro di Pierre Budar, il “Comandante” della nuova rotta di Citroen Racing.
Grande Gara e “promozione” senza riserve o dubbi anche per Andreas Mikkelsen. Il promettente e concreto Mikkelsen dei bei tempi. Finalmente. Gara veloce e molto ben gestita, ed è facile immaginare quanto fosse difficile dopo così tanti passi falsi. Ottima anche la risoluzione domenicale in favore di Neuville, così poco plateale da lasciare il dubbio che fosse davvero e semplicemente così, la prima Likenas, bella esecuzione ma tempo che non esce! La prendiamo per buona? No, Mikkelsen si è messo a disposizione della Squadra in un momento utile e difficile. Grande!
Non mi spiego del tutto i passi falsi di Latvala e dello stesso Ogier, anche se continuo a pensare al martirio del caso. Il primo ha ceduto una frazione di secondo nel finale della prima Tappa, momento di massima eccitazione e show da pubblico per l’Eroe cittadino onorario, cinque vittorie. Il secondo è andato in tilt molto prima, probabilmente distratto dalle condizioni delle strade e dal fatto di dover essere il primo a scoprire in che modo andavano cambiando e drammaticamente deteriorandosi. Un solo elemento comune ai due casi, quella sfortuna che torna d’attualità e ormai viaggia sul filo del rasoio con Macchine che vanno così forte. Un esempio della delicatezza della situazione generale? In Svezia abbiamo visto che basta il danneggiamento dell’aerodinamica anteriore per far perdere la bussola. Mikkelsen, Lappi, Neuville, il grande Loeb che non è mai riuscito a trovare il ritmo e l’incisività ideali, e che ha individuato la causa principale nel fatto che le nuove WRC si comportano in curva ad alte velocità in tutt’altro modo rispetto alle vecchie WRC, proprio a causa dei “baffi” e delle “code” che tengono incollata la Vettura al suolo.
Belle anche le gare di Evans e di Meeke. Per motivi diversi e, direi, opposti. Evans ha cercato di tirare fuori e dare tutto, Meeke di non farlo troppo con il rischio di esagerare. Così stando le cose, tanto di cappello all’apparentemente opaco Svezia dell’ex enfant terrible, che conserva le carte migliori del suo talento e del suo coraggio per ambientazioni più opportune. Il che significa chapeau anche a Tommi Makinen che ha creduto nel “recupero” del pilota.
Ora è Messico, secondo week end di Marzo. Una sfida completamente differente.
Photo Credits: Manrico Martella, Aurel Petitnicolas, Simone Calvelli, Fabrizio Buraglio, Claudio Cavion