WRC19. Portogallo. “Rassicuratevi, sto bene!” Così parlò Thierry Neuville

WRC19. Portogallo. “Rassicuratevi, sto bene!” Così parlò Thierry Neuville
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Incidente tanto spettacolare e “drammatico” quando innocuo. Thierry Neuville e Nicolas Gilsoul sono usciti praticamente indenni dal settuplo tonneau cileno, e sono pronti per ribadire un certo discorso di Campionato. Insieme a Andrea Adamo
31 maggio 2019

Porto, Portogallo, 30 Maggio 2019. Vigilia spaccata. Anzi ormai dentro. È giorno di shakedown, di Paredes e delle prime elucubrazioni. Sì. Perché dal “test” che finisce nel kartodromo di Baltar c’è ben poco da ricavare, e a cercare di farlo c’è solo da vedersi cortocircuitare i fili in testa.

Piuttosto, a tutti è sembrato stare molto a cuore lo stato di salute e di forma di Thierry Neuville e Nicolas Gilsoul. Come ricorderete (e chi se lo dimentica?) l’Equipaggio Hyundai i20 in testa al Mondiale, usci contro un terrapieno in sesta piena, è lì si è visto fino in fondo, fino all’ultimo dei sette giri del girone infernale di quell’evento-frullatore, di quale resistenza è la corazza della Hyundai, e di conseguenza di tutte le WRC Plus. Naturalmente si è visto anche di che pasta sono fatti gli Equipaggi.

Certo, cresciuti tra le mille premure delle nostre mamme, nonne e fidanzate (le mogli poi ci hanno massacrato), eravamo tutti un po’ preoccupati. Nonostante il recupero lampo in elicottero, nonostante la diagnosi tranquillizzante, nonostante il test pre-Portogallo andato a gonfie vele.

Poi abbiamo visto in faccia la realtà, ovvero in viso Neuville e, tutto evidentemente a posto, allora è saltata a galla la piccola serie di curiosità che la dinamica “spiegata” e vista dell’incidente non era riuscita a soddisfare.

Per cui non ci restava che andare a chiedere e andare subito a bomba. Per inciso, Neuville l’ha presa quasi come un gioco divertente e, con quel viso sereno che sembra sempre quello di chi ha dormito fino a cinque minuti prima e non potrebbe essere più rilassato, è stato al… gioco e ha risposto a bruciapelo, senza quasi pensarci. Bene, così magari abbiamo potuto entrare in una certa genuina informalità che troppo spesso manca.

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Allora Thierry, come vanno le ferite alla gamba?

Thierry Neuville. “Bene, non è nulla, nessun danno e nessun disturbo. Dolore niente. Il recupero è veloce e, naturalmente, totale.”

E le ferite… morali, allora, guarite anche quelle?

TN. “Niente ferite morali, niente recriminazioni, nessun danno… cerebrale, mentale. Siamo risaliti in macchina il prima possibile e ci siamo sentiti subito talmente a nostro agio che è come se l’incidente non ci fosse mai stato. Qualche preoccupazione, è ovvio, ma non abbiamo sofferto troppo.”

Cerchiamo di capire. È un genere di incidente dal quale si impara qualcosa? O è uno di quegli eventi caratteristici degli sport, delle vicende diremmo, così strani e imprevedibili da far parte della “dotazione obbligatoria” di un Pilota?

TN. “Non penso che si possa imparare qualcosa da quell’incidente. L’analisi della dinamica ci aiuta a capire. C’era così tanta nebbia durante le ricognizioni, in quel posto, e ci siamo sbagliati a definire la nota del road book. Quando siamo arrivati in gara eravamo troppo ottimisti e veloci, siamo decollati e atterrati sul tetto. Non vedo cosa si possa imparare di più di quanto non abbiamo già fatto in altre e precedenti “scuole” della nostra carriera!”

Quindi come la mettiamo? Il Campionato ricomincia qui o abbiamo comunque in cascina qualcosa che resta solidamente utile relativamente a quanto fatto nella prima parte del Mondiale?

TN. “Per la verità io direi che la domanda possa suscitare, a questo punto, una risposta un poco diversa. Per quanto riguarda l’inizio di questo forte e combattuto Campionato, io direi che possiamo fissare il punto partenza nel Rally di Monte-Carlo. Invece quella che esce allo scoperto è la risposta alla data di chiusura, che io vedo chiaramente posizionata nell’ultima Prova in Australia. Fino a quel momento credo che sapremo ben poco di chi sarà il grande vincitore di questa stagione!”

Comunque, per praticità, ricominciamo da questo Portogallo. Qualcosa da dire, da considerare, da percepire in anticipo su questa Prova importante, bella e, in qualche modo, obbligatoriamente indicativa?

TN. “Potrei dire che siamo qui per vincere il Rally. Tuttavia, in considerazioni delle cose nuove che questa edizione ci propone, e del contrasto generale, mi limiterei ad affermare che partiamo con l’obiettivo… di stare davanti ai nostri due Avversari più importanti, diretti. Non dovessimo vincere, ma stare davanti a quei due, potrebbe essere il calcolo giusto, la strategia perfetta per il prossimo Sardegna.”

Vorremmo condividere una considerazione. Il Power Stage sta diventando sempre più importante, non solo per lo spettacolo ma per la definizione del Titolo?

TN. “Sì, pienamente d’accordo. Il Power Stage è già molto, molto importante. Nel caso di un brutto Rally ti da la possibilità di recuperare qualche punto, o di non perdere il massimo, ed è certo che a un certo punto della stagione, più avanti, quando il confronto potrebbe diventare tiratissimo, sui Power Stage si potrebbe scoprire di aver costruito un successo globale importantissimo. Dunque Power Stage molto, molto importante. Oltre lo spettacolo!”

Il tuo “boss”, Andrea Adamo, quando è arrivato, era preoccupato su più fronti. Velocità, affidabilità, ce n’era per tutto e per tutti. Pensavi o pensi allo stesso modo?

TN. “Io penso che l’affidabilità delle Hyundai ci sia sempre stata. Anzi, è uno dei suoi atout. Affidabilità. Anzi, io direi grande affidabilità. Per quanto riguarda la velocità penso che eravamo piuttosto irregolari in termini di performance. Tuttavia, da questo punto di vista e dall’inizio dell’anno, io direi che non ci possiamo affatto lamentare. Siamo stati più o meno performanti dappertutto, forse un po’ meno solo in Messico. I podi e le mie due vittorie dovrebbero poterlo dire più eloquentemente.!

Dei Rally in cui attaccare, altri nei quali aspettare? Si può dire?

TN. “Beh, attaccare, nel senso totale e a oltranza, è forse esagerato e non opportuno. Io direi piuttosto che è corretto partire forte, mantenersi su un ritmo elevato, diciamo un 90% del potenziale, conservare il ritmo il più possibile e, quando se ne presenta l’occasione, salire al 100%. Solo nel Power Stage, qualche volta può essere “autorizzato” andare oltre il 100%.

Andrea Adamo è poco in là. Tiene botta e non si scompone davanti al “collega” francese che gli chiede quali sono esattamente le evoluzioni della Macchina, e al tedesco che addirittura lo consiglia come fare su questo e quel tema, tecnico e manageriale. Approfittiamo dell’atmosfera sbagliata per girare il coltello nella piaga.

Scusa, Adamo. Mi faccio interprete del tema che ci divide alla Bocciofila Pipax di Calcinaia. Tema incidente-Neuville-Cile. Metà dei noi dice che Neuville andava preso a calci nel sedere, l’altra metà che deve essere aiutato con l’indulgenza, compatito. Come la pensi? Come ti sei comportato al riguardo?

Andrea Adamo. “Guarda, non è stato uno schock così grande come pensi tu. Ho visto molti Piloti e molti errori del genere. Capita. Neuville non è da compatire né da prendere a calci nel sedere. Trattiamo di professionisti. Thierry ha fatto quello che doveva fare, ha fatto un errore, ma probabilmente io nella vita e nella gestione del team ne faccio molti di più. La sola differenza è che, semplicemente, lui l’errore l’ha fatto sotto gli occhi di tutti.”

Approfittiamo. Altro dibattito. 4 Piloti e tre Macchine, la fortuna di poter gestire più Uomini che Macchine, è veramente fortuna o talvolta è una circostanza che provoca dei sommovimenti che volano oltre la questione tecnica per atterrare nell’umano? Quando decidi che Mikkelsen sta giù, lui accetta di cuore?

AA. “Se lo accetta di cuore questo non lo so, ma in Portogallo c’è Loeb quindi vuol dire che ci sono riuscito. Sempre una questione di professionalità innanzi tutto.”

Al contrario, si dice che in Finlandia ben due dei tuoi piloti non sarebbero così felici di partecipare… avresti il problema contrario? Cioè dover “costringere” uno a salire in Macchina?

AA. “Diciamoci la verità. In questo momento la Finlandia non è il problema, non è l’attualità.”

E questi aggiornamenti? Arrivano? Non sono più così necessari?

AA. “Come dicevo al signore francese, io non vivo nel panico, non vivo nell’emozione. Agli aggiornamenti ci pensano gli ingegneri. E d’altra parte non è improvvisazione. È tutto pianificato.”

Grande tranquillità,

Grazie mille!

Foto: Manrico Martella

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