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Alghero, Sardegna, 15 Giugno 2019. Il giorno più lungo, il giorno più chiaro. Nessuna obiezione né molto che si possa aggiungere, niente da spiegare e nulla da recriminare (in questo caso parlano gli avversari). Ott Tanak e Toyota hanno dato una dimostrazione, più che altro è un enunciato, su cui è impossibile dibattere e che comunque nessuno oserebbe contestare. Bene avere degli argomenti convincenti, meglio ancora delle “prove schiaccianti”, chiudere ogni varco “dialettico” e troncare la discussione. Neanche una piccola breccia resta aperta al dubbio. Ferocemente assistito da una Yaris in forma intollerante, l’estone ha vinto le sei speciali della seconda Tappa, nell’ordine Coiluna-Loelle, Monti di Ala e Monte Lerno, raddoppiate nel secondo giro per un totale di 142 chilometri contro il tempo, è tornato al comando con mezzo minuto di vantaggio e chiuso la partita prima del fischio. Cappotto. È la giornata più lunga, non la più difficile, in ogni caso quella che si deve considerare definitivamente risolutiva. Tanak sempre davanti a Sordo e Suninen, magari una volta a Ogier e una a Neuville, che nella circostanza risuonano come deboli eco di un passato in cui a lottare per la conquista del Titolo erano in tre. Non si direbbe, oggi.
Venerdì sera Tanak, terzo, era in ritardo di poco più di dieci secondi rispetto a Sordo, e di poco meno di dieci da Suninen. Ogier e Neuville erano già innocui. Sordo aveva fatto una Gara bella, Suninen un Rally magnifico, e si era generato un equilibrio di natura totalmente diversa che, rimandando al Finlandia il discorso Mondiale, onorava, anzi esaltava l’Italia Sardegna con uno show inedito.
Oggi sembra difficile dare un senso anche al Power Stage. Può vincere chiunque, guadagnarsi cinque punti e, anche nel caso Tanak decida di non partecipare all’inchino finale, si potrà dire che il risultato non vale neanche come premio di consolazione. La legnata a Ogier e Neuville è forte. Il messaggio di Tanak, se di messaggio si tratta e non piuttosto di un proclama, è che in Sardegna si gira pagina.
Non è la questione della superiorità, cosiddetta manifesta, né di una circostanza favorevole. Se è vero che Ogier e Neuville hanno sofferto da soli, infatti, è ancora più vero che Tanak ha fatto tutto da solo, rinunciando al contrappunto e al coro. Solo in due occasioni, la prima Monti di Ala e la seconda Coiluna, si è potuto immaginare che esistesse una sorta di confronto. Nel primo caso Sordo, nel secondo Ogier, sono le uniche “anomalie” nelle quali si manifesta il fatto che qualcuno abbia provato a rimanere attaccato all’osso. Questione di sensazione debole, in tutti i casi, perché sulla Monti di Ala lo spagnolo è stato per l’ultima volta in testa al Rally, e sulla Monte Lerno dell’iconico Salto di Micky il francese, che comunque ha sofferto la seconda, sfortunata “toccata” in questo Rally, si è dovuto sottomettere al proprio difficile destino.
Poi si dirà fino all’ultimo che tutto può ancora succedere e che se una classifica è provvisoria lo resta fino a che non può più essere sovvertita. Pensiero vero e ipocrita allo stesso tempo. Tanto varrebbe ammettere che possono diventare ancora Campioni del Mondo quasi tutti, non solo Ogier o Neuville, ma anche Latvala, o Rovanpera, o addirittura Benito Guerra. La realtà è meno matematica ma molto più concettuale e pratica. Se non succede nulla di strano Tanak se ne va dall’Isola più bella del Mondo con una ventina di punti di vantaggio e quattro vittorie, e non si ricorderà del viaggio solo per i paesaggi mozzafiato. A Ogier e Neuville non resta che scommettere sul colpo di scena, e comunque sia ammettere e sottoscrivere che contro un Tanak e una simile Toyota al momento non c’è nulla da fare. Neanche più molto tempo per ritrovare eventualmente… un momento utile.
Continuano a fare una Gara stupenda sia Sordo che Suninen, ma senza togliere nulla alla loro bravura, è solo serie B. Tanak ha alzato troppo l’asticella. E probabilmente ci si deve attendere un finale “sospetto”, rilevando che Neuville potrebbe essere aiutato dal declassamento vistoso di Sordo e di Mikkelsen che gli stanno davanti. Onestamente sembrerebbe eccessivo e provocatorio, e umiliante per entrambi i Piloti Hyundai che, in ogni caso devono vedersela con le Fiesta del più bel Rally di M-Sport dall’inizio dell’anno.
Ultimi 42 chilometri di Speciali. Cala Flumini e Argentiera. Per due volte. Finale in regime di Power Stage. E qui si va davvero in Paradiso!
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