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Alghero, Sardegna, 14 Giugno 2019. Scirocco forte, 32 gradi, percepiti un’ottantina, effetto bollitore. L’aria è lattiginosa e vagamente inquietante. Oh, non si può propriamente definire una bella giornata ma in Sardegna è bellissimo anche questo, quel non so che di non perfetto che tutt’al più ti fa scoprire una luce diversa, un angolo laterale di prospettiva, una diversa profondità. E poi c’è sempre quel movimento d’aria che mitiga animi ed eccessi. Purtroppo non certi ardori fatali.
Così, una mattina presto abbastanza atipica, si parte con Ogier spazzino e leader e i guai dietro l’angolo. Hai voglia di mettere in guardia! L’eccitazione e la “delicatezza” delle strade tende a far dimenticare l’ordine delle priorità e a mettere il Rally nelle mani del fato.
Colpo di scena. Ogier è fermo. Quei famosi sassi laterali che basta una toccata per disintegrare una pur robusta sospensione e un’infrangibile reputazione. D’improvviso è come se mezzo Rally fosse già andato, e sul granito dell’Isola resta solo il primo, impietoso verdetto. Eppure era partito benissimo, aveva vinto shakedown e Ittiri Arena Show, e stava affrontando seriamente il delirio di “sporco” passando per primo sulle Speciali. Non molto da aspettarsi, ma diligentemente deciso a dare e ottenere il massimo per una giusta ricompensa negli ordini di partenza di sabato e domenica. Ogier passa sui 22 della prima Tula, supera la Castelsardo e la Tergu-Osilo, entrambe di 14. Nonostante l’impossibilità di fare la differenza pulendo le strade, Ogier sta per finire un primo giro eccellente, risalendo nei dieci e non così in ritardo, meno di mezzo minuto.
Si arriva sulla prima Monte Baranta, che parte sul terreno conosciuto dello Shakedown. Sébastien Ogier, primo nella classifica provvisoria del Mondiale, scarta di lato, va storto, letteralmente, e al tappeto, figurativamente. Si attribuisce l’integralità dell’errore, e mai come in questa circostanza si potrebbe dire che errore e caso viaggiano così vicini, affiancati sulla strada dell’imprevisto. Ogier cerca in tutti i modi di aggiustare, insieme a Julien Ingrassia, di rimediare per partire. Poi, consumato dalla contrarietà e limato dal calore dello Scirocco, si deve arrendere. Non è una resa totale e incondizionata, tuttavia le speranze di ottenere qualche punto alla fine del Rally sono decisamente residue. C’è poco spazio per onorare un impegno che aveva ben altri obiettivi, tra l’altro chiaramente intravisti nelle prime battute del Rally.
Uno dice: a questo punto gli altri si daranno una calmata. Parlo dei diretti interessati al business. Magari ci rimette lo spettacolo ma ci guadagnano tutti, Tanak soprattutto. Ma non è così, il bello del Rally, il meglio del WRC+ prende il sopravvento.
Tutto da rifare. Tanak eredita il compito di fare da primo spazzino, ha già vinto la prima Tergu e mantiene un ritmo sufficientemente incisivo, Neuville si convince che ne può approfittare. Non passa una speciale e sulla seconda Tula, quella guidata, stretta, tortuosa, cioè la più difficile del Rally, che esce largo e impatta con il muso sul terrapieno. Quando la nube di polvere si dirada Neuville si accorge che gli è andata bene, forse un problema con il radiatore, ma si vedrà. Ora l’ha capita: meglio darsi una calmata. Il ritmo si stabilizza, i tre protagonisti del Mondiale fissano una posizione relativa. Ogier è fuori, Tanak vale un podio, Neuville un minuto di ritardo.
Il Rally Italia Sardegna passa attualmente ai comprimari. In testa vanno Suninen, poi Latvala, poi ancora Suninen e infine Sordo. Da Sordo, per me quasi sempre perfetto e da un po’ di tempo equilibratamente… aggressivo, ce lo aspettiamo. Da Suninen, dopo la serie di sviste recenti, no, non me l’aspetto. Evidentemente, oltre al talento, al 25enne finlandese ha fatto bene il ritorno di Lehtinen, e all’ex navigatore di Hirvonen tornato in campo, evidentemente, ha fatto bene il boost della fidanzata. Latvala ci lascia di sasso. Commette un errore evidente e grossolano, taglia un “ramaiolo” e cappotta, poi si sfinisce per rimettere la Yaris WRC sulle ruote, riparte, lo fermano i medici disidratato, riparte, si rompe definitivamente una sospensione sull’ultima del giorno. Finisce lì, dall’altare alla polvere, e io perdo la mia personale scommessa. C’è di peggio nella vita.
Il Rally Italia Sardegna sembra in scena da una settimana, eppure è stata consumata una sola tappa. Più ancora dà l’impressione che non finirà mai, come tutte le cose intensamente belle.
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