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Bastia, Corsica, 31 Marzo 2019. Ogni Rally che passa il Power Stage diventa più importante. Mai come in Corsica. Al di là dell’aspetto scenico, ormai tutti i “big” vi ripongono significati e sostanza. Che si tratti di recuperare l’”immagine” di una Corsa andata sostanzialmente storta, o di “rifinire” la sommatoria dei punti dell’appuntamento Mondiale, è ormai un fatto che l’ultima giornata si spezza in due. Da una parte quelli che puntano alla salvaguardia del risultato acquisito, dall’altra quelli che vogliono quei pochi maledetti e subito per dare un senso compiuto all’impresa.
Il Corsica 2019 non fa eccezione. Si arriva all’ultima giornata di Gara al termine di un week end rocambolesco, e per certi versi è tutto da rifare. Ma nessuno mai avrebbe avuto il coraggio di pronosticare che il colpo di scena più forte sarebbe arrivato all’ultimo passaggio del Rally, e che avrebbe voluto sull’altare del sacrificio uno dei suoi più forti protagonisti, Elfyn Evans.
Una cosa sembra certa: se concentrarsi sull’esito del Power Stage significa moderare il dibattito nelle Prove Speciali che precedono, con il fine di risparmiare le gomme per il Gran Finale, può essere una buona idea concentrarsi sugli effetti di una buona… penultima per definire la classifica, e poi lasciare al suo destino il Power Stage.
Sabato sera Elfyn Evans le ha prese da Neuville. 16 secondi che non riesce a spigarsi. Troppi, ma soprattutto l’equivalente del passaggio della leadership al Belga di Hyundai. Così l’obiettivo prioritario dal Gallese di M-Sport era di lavare, al limite del sangue, l’onta della vigilia. Evans ci riesce con un risultato nettamente utile e simbolico vincendo l’unica Eaux de Zilia, 31 chilometri, davanti a Tanak e Suninen, soprattutto sedici secondi tondi meno di Neuville. Evans torna in testa, Neuville torna al secondo posto, 11 secondi e mezzo dal leader. Il 62° Corsica Linea – Tour de Corse sembra scritto lì, con un risultato che, direi, nessuno si aspettava ma che, al pari del Galles di due anni fa, esprime sinceramente il valore di un Pilota forse un po’ sottovalutato.
Ma non è così. Non è finita. Bisogna aspettare l’ultimo passaggio del Power Stage per scoprire che la bellissima Gara di Evans va improvvisamente e definitivamente a monte per una foratura. Circa 5 chilometri dalla fine, ancora una foratura incredibile, pare trovata come alla roulette russa in rettilineo, non conseguente a una forzatura di traiettoria. Asfalti brutti e traditori. Evans perde il primo posto, poi anche il secondo. Conclude la Speciale, a un minuto e mezzo da Meeke. Neuville e Hyundai conquistano all’ultimo tuffo una vittoria meritata ma ormai inaspettata, Ogier raddrizza alla perfezione un week end davvero difficile. Sfortuna e fortuna si incrociano maledettamente e, se vale qualcosa, potremmo per una volta dire che, quand’anche Evans fosse colpevole di aver forzato la domenica oltre il limite della sua gomma anteriore destra, con un filo troppo di malasorte il gallese se la può prendere.
Diciannove chilometri e trecentoquaranta metri, dieci minuti di curve – bisogna o no arrivare alle 10.000? – di asfalti come dicevamo brutti, e rattoppati, nella prima parte della Calvi Power Stage. Poi la Speciale si distende con un paio di allunghi da capogiro a 180 all’ora e in un finale fantastico di muretti e sfondo del mare fino alle porte di Calvi. Non c’è stata l’opportunità di provarla una volta, il finale di Corsica è una più una, secche, e dunque anche trovare l’assetto ideale è problematico. Si tratta di rischiare o di essere prudenti. Meeke e Latvala, per esempio, stessa Macchina ma atteggiamenti opposti. L’irlandese si gioca la faccia e ci mette il c…, il finlandese ha ormai archiviato un Rally che non lo convince e andrà alla ricerca del filtro magico e di nuove energie per l’Argentina. La differenza tra Meeke e Latvala, diciamo pure tra Meeke e tutti gli altri, è evidente e abissale. Il suo tempo inarrivabile arriva subito, i cinque punti sono suoi. Poi il dramma finale, veder scorrere lentamente Evans, la Fiesta sul cerchio anteriore destro, sentire sfumare una vittoria “quasi” certa. Lacrime agli occhi. Evans non si vergogna di far vedere quanto soffre.
L’impresa di Meeke vincitore del Power Stage davanti al collega Tanak salva la bandiera ma non il week end delle Toyota. Tuttavia il Gazoo Racing esce dal Rally francese con molti lividi ma non con le ossa rotte. Tutti i suoi “alfieri” hanno dovuto confrontarsi con la durezza del Rally, da Meeke che ha aperto le danze a Tanak che ha vissuto con un giorno di anticipo il dramma Evans gettando una chance enorme nella penultima di Sabato. “Toccate” e forature, davvero deludente e inconcepibile l’ultima di Tanak. C’è la velocità e ci sono gli Equipaggi, ma certamente non c’è il risultato. Adesso Tanak torna al terzo posto, e così Toyota nel Marche. Tutto da rifare, naturalmente con la consolazione di sapere che i presupposti per “rimediare” ci sono. Per i tifosi un po’ di delusione, per tutti poco male, è solo un Mondiale sempre più avvincente che alza la temperatura dell’incertezza.
Le Citroen non hanno trovato l’assetto ideale. Se ne sono lamentate per tutto il week end. Ogier ci ha provato fino all’ultimo e ci ha messo del suo, come al solito. Così è dapprima riuscito a risalire fino a una posizione che gli consentiva di registrare comunque una Gara “consistent” e redditizia, poi, nel finale inaspettatamente “drammatico” ha recuperato un premio extra che il Campione del Mondo non demerita mai. Lappi ha sofferto e non si è mai visto. C’è da dire che la sua esperienza in materia di asfalto è fortemente limitata.
Neuville, Ogier, Evans nell’ordine finale. Poi Sordo, Suninen e Tanak. Lappi e solo ottavo Loeb. Mondiale completamente rovesciato. Neuville va in testa, 82 punti, Ogier resta secondo a due punti, Tanak scende a meno 5, al terzo posto. la vittoria di Neuville rilancia anche Hyundai, che balza in testa al Campionato Costruttori 114 punti. Andrea Adamo ha la sua prima vittoria, completa. Citroen è seconda con 102, Toyota scende al terzo posto, 98 punti.
Si va adesso in Argentina, per il doppio impegno Argentina e Cile. Altri terreni, altre temperature, altra, ovviamente, polvere.
Ah, l’ultima parola. Fabio Andolfi e Simone Scattolin vincono il Corsica WRC2. Anche per l’Equipaggio Skoda è stato un finale forte e risolutivo.
Foto: Manrico Martella - Carlo Franchi - Elisabetta Pretto - Aurel Petitnicolas