WRC18 Turchia Western 2… Suona la Campana di Tanak (Toyota)

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Fuori Neuville (sospensione) all’inizio della Tappa, fuori Ogier al… secondo tentativo nella prima del pomeriggio. Mikkelsen si gira, brucia la Macchina di Breen. A sera Ott Tanak è primo davanti a Latvala e Paddon
16 settembre 2018

Marmaris, Turchia, 15 Settembre 2018. La suspense alla Sergio Leone nel duello tra Neuville e Ogier, quella terribile rarefazione dell’atmosfera torrida e agghiacciante, è durata solo una Speciale e una notte. Non appena ha fatto giorno in Turchia, infatti, prima Speciale, la Yesilbelde di 34 chilometri, Neuville ha sentito saltar via una sospensione, la leadership del Campionato e l’intero Rally, tutto in un colpo solo, micidiale contro una delle troppe pietre, quella fatale che neanche ricorda.

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Mentre Ogier va a vincere allungando fino a 25 secondi su Mikkelsen, Neuville riporta al parco Assistenza, evidentemente affranto, la i20 Coupé infranta e si piazza davanti al monitor a riflettere sull’evanescenza del suo primato in Campionato. Lì per lì neanche si accorge che attenzioni e telecamere si soffermano sulla Fiesta numero 1 ferma a lato della strada nel trasferimento tra la nona e la decima Prova Speciale. A richiamarlo tra noi è la concitazione muta del momento, quell’aria di disgrazia che spinge l’agonismo al limite emotivo del dramma. Vede Ingrassia trafficare dietro a una ruota, poi agitarsi, e ancora fermarsi Evans e poi Solberg, entrambi noti per essere dei meccanici formidabili.

Il WRC non è come la Dakar, che i concorrenti possono darsi una mano, cosicché il contributo dei Compagni di Marca a Ogier è gioco forza limitato a una sorta di consulto, di operazione guidata da remoto. Difficile all’inizio, tanto da sembrare impossibile. Poi, al limite delle energie e della fiducia, il nuovo braccio della sospensione va al suo posto e la Fiesta riparte. Neuville se lo aspettava: “È un danno che probabilmente si può aggiustare!” - aveva detto mentre guardava trasognato. È un galantuomo: “Non ho meritato quel che mi è successo ma non l’avrebbe meritato neanche Ogier. Non l’avremmo meritato nessuno di noi e nessuno qua attorno, il nostro duello era bello per tutti.”

Ogier riparte, sei minuti di troppo al Controllo Orario, ovvero uno di penalità, ma entra nella decima Speciale… e la vince. Incredibile suspense! Il metodo Mikkelsen paga con gli interessi, il norvegese torna al comando del Rally. Ogier è scaduto fino al quarto posto dietro anche a Tanak e Latvala. Meno di un minuto, per l’esattezza 46 secondi e un decimo di ritardo. Ci penseranno i Meccanici di Malcom Wilson a perfezionare il “tagliando” della Fiesta Campione del Mondo.

Rally micidiale, prova memorabile sullo sfondo del mare e del cielo azzurro. Ostberg è uscito di scena un’altra volta, panne meccanica al turbo, e così Lappi “spiaggiato” a lato della strada. In WRC 2 continua l’ecatombe, dopo il forfait di Tidemand Kopecky perde di nuovo la leadership, in favore di Ingram. Persino Tanak rischia di vincere la nona Speciale, ma non prima di aver fortunosamente assorbito un’avaria allo sterzo. Circa metà Rally, e questa è l’aria che si respira a fatica!

Sergio Leone. Secondo giro. Nuovo copione. Niente più duello, e allora ecco rispolverato il massacro, altro must del western, anzi, dell’eastern WRC. Cielo sereno, sole, la pianura turca disseminata di rocce e polvere. Scenario perfetto. Si fa per dire!

Il primo a cadere da cavallo è Mikkelsen, che si gira a duecento metri dalla fine della Prova per un problema di trasmissione anteriore, danneggia la i20 e scade dalla prima posizione con trenta secondi di vantaggio alla quinta con un minuto di ritardo. Fuori gioco, il norvegese non riuscirà a fare di più che conservare la posizione. Giornata bigia anche per Hyundai, che vede svanire ben due leadership nel giro di poche ore.

Non ne approfitta Ogier, che trova anzi l’occasione giusta per mettere la Fiesta fuori strada. Una doppia stretta, bassa velocità ma frenata in ritardo, e il gioco è fatto. Ogier prova a rientrare, la manovra non riesce e la Macchina non uscirà da sola dalla trappola spettacolare, un po’ alla Lappi ma ben più grave, viste le circostanze. Il Pubblico del Nuovo Cinema Turchia si agita, si scatena, e in breve esce il verdetto: Ogier non c’è più con la testa. Pensa al DTM alla moglie alla famiglia al nuovo contratto ai soldi ai tre anni alla Macchina a ritirarsi. La valanga di sentenze degli appassionati non ammette virgole.

Io non credo che le cose stiano così. A tutti questi argomenti il Campione del Mondo è abituato. C’è una sola nota che stona rispetto ai cinque ultimi anni della sua carriera. Per la prima volta Ogier non è in testa, non è sicuro di poter mantenere il Titolo. Per la prima volta sente la pressione e la terra mancargli sotto i piedi. Così è più facile sbagliare, distrarsi. E da oggi non uno, due avversari. Neuville e, come all’improvviso nel giro di tre Rally, Tanak.

Non ci si è ancora ripresi dallo shock Ogier che l’intera sala salta in piedi. Va a fuoco la Macchina di Breen, lungo il trasferimento che porta alla dodicesima e penultima Speciale. Brutta storia, bruttissima sfortuna. E pensare che Breen e la C3 WRC andavano forte come mai prima d’ora, e sono stati in testa al Rally! Quasi comica, invece, l’interminabile serie delle disavventure della WRC 2. Salta ancora Ingram, Kopecky si riporta per l’ennesima volta al comando davanti a Tempestini, e ben quattro R5 sono nei dieci dell’Assoluta del Rally.

Ott Tanak passa, dunque, al comando e può puntare dritto al campionato del Mondo rientrando nell’élite ristrettissima dei papabili nel modo più clamoroso: per KO tecnico degli avversari. Ora è certo, Tanak, in quell’anno in compagnia di Ogier, ha rubato al fuoriclasse francese l’arma più esclusiva e letale: il controllo perfetto delle risorse. Così pare, almeno, al netto delle ultime quattro Speciali della Domenica del Rally-Waterloo. Latvala è lì, a tredici secondi appena all’uscita della Tappa, Paddon sale e resta al terzo posto, un risultato formidabile.

Sotto la tenda Toyota non si parla di distacco, di ritardo, di colpi di coda o di scena. Se non verranno da soli non c’è da dubitare che questa è la classifica perfetta per Toyota, che è virtualmente in testa al Mondiale Marche, e per Makinen che vede già congelato un risultato da manuale che riporta all’ordine del giorno anche il Mondiale Piloti.

Il dilemma della Domenica, che tradizionalmente divide i big sulla strategia da seguire, sembra ancora più cruciale. “Questo Rally non è normale” – sentenzia uno spettatore, e il mio amici Man ribadisce. “È il Safari europeo!”

Foto: Manrico Martella, Elisabetta Pretto, Nikos Mitsouras, PURE WRC AGENCY

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