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Bastia, 7 Aprile 2018. È un vero peccato che il Rally Corsica, o Corsica Linea Tour de Corse, per essere precisi, non faccia prigionieri. La formula del WRC+, infatti, è interessantissima e l’attrattiva del grande equilibrio creato tra le varie figure che ne compongono l’élite vale per quasi tutti i Rally, tranne il Corsica, perfido, implacabile e impietoso balcone sull’inferno. Dopo due tappe, e annunciando che la terza e ultima potrebbe essere la peggiore di tutte, non solo i giochi sono sostanzialmente fatti (“sostanzialmente” se non capita ancora qualcosa di incredibile che faccia saltare di nuovo il banco), ma c’è ben poco da appellarsi alla particolarità della circostanza, perché alla fine sono più gli errori che le disgrazie, e a star zitti farebbero meglio in molti, in modo che si dimentichi il più in fretta possibile.
Sébastien Ogier e la sua Fiesta Powered by M-Sport, mi sa che è il caso di sottolinearlo e di riconoscerlo una volta per tutte, è diventato un puntino laggiù in fondo, irraggiungibile, e si prende gioco di tutto quello che succede alle sue spalle, quasi non lo riguardasse. Tipico dei marziani. Difatti anche l’altro Marziano si prende gioco, con maggiore esperienza di istrione, forse.
Alle spalle del penta Campione del Mondo lo scenario è desolante peggio che il Desert des Agriates, che almeno ha un suo fascino, e pochi coraggiosi sembrano conservare qualche velleità, non più di raggiungerlo ma di guadagnarsi un ruolo di vice, cambiando e avvicendandosi nei nomi, ma intanto lasciando crescere il divario, la distanza da quell’obiettivo inarrivabile.
Neuville è furioso, e perdendo anche la calma si lascia raggiungere, da Meeke, poi scavalcare, da Tanak. Perché è così “viola” non è un mistero – dite la macchina? - come al solito la colpa è sempre di qualcun altro, solo che la verità non è mai troppo lontana e viaggia spesso in condivisione. Il belga va capito, gli sta scappando il punto di appoggio e potrebbe non riuscire più a sollevare il mondo, anzi neanche a evitare che gli crolli addosso. È terzo, perché intanto Meeke è volato nella foresta e si è tolto di mezzo subito dopo averlo raggiunto, ma quel decimo soltanto di ritardo da Tanak, che insieme a Lappi è venuto su nel corso della Tappa con le resuscitate Toyota, suona come un’altra presa in giro, quel ci siamo quasi che poi si trasforma in un incubo. Come le curve del Corsica, un incubo, tanto bello da fuori quanto terrificante da dentro. Sbagli una nota, vedi ancora Meeke, e voli cinquanta metri più in là e ti va bene se non c’è un baratro, sbagli una curva e te ne porti dietro altre tre di affanno prima di ritrovare una linea decente. Sbagli Macchina, e almeno per il giro, quando non per l’intera tappa o il Rally, non c’è niente da fare, sei umiliato.
Si salvano in pochi. O tanti. Nel senso che già tre o quattro sono una bella cosa, insperata in un contrasto di luci così forti create dai miti. Mito antico, Loeb, Mito nuovo, Ogier. Il confronto non è così diretto come tutti vorremmo, ma c’è, su un fronte molto largo e ammaliante, con colpi e sceneggiate inedite, momenti di pesante intensità tecnica e di leggerezza della commedia che si alternano e si completano. Una caratteristica del Mito è la nonchalance. Sia Loeb che Ogier ormai sorvolano sui contenuti per descrivere sensazioni accessorie, di contorno, come se fossero gli autisti della contessa e guidassero con una mano e il vassoio dei rocher nell’altra. Anche il secondo giorno Loeb ha rubato la scena a Ogier. Sì, perché la gente vuole lo spettacolo del Rally oggi. Il Mondiale domani, di conseguenza, può anche aspettare, e quindi è più importante lo show di Loeb del capolavoro di Ogier.
Magnifico Loeb. Magnifica la Citroen. Dai Peugeot, quanto vuoi per lasciarci il Campione per tutto l’anno? Facciamo una colletta, non ci puoi privare del romanzo della rinascita della Leggenda. Tre Speciali su sei vinte, a un soffio dal primato di giornata, vinto alla grande il duello a vista con Ogier, perso di misura quello con un fantastico Lappi, che non solo risolleva dal fango le Toyota ma è la bella nota di freschezza del Rally al secondo dei tre giorni di gara, insieme al decimo posto di Fabio Andolfi, alla sera del secondo giorno a podio WRC2.
Ricapitoliamo. Le Toyota rimesse in strada, quello che non funzionava l’aveva capito Jari-Matti Latvala, che è poi uscito per aver esagerato con la “confidenza”. Tanak ha alzato il tiro e iniziato a vedere la Gara anche dal suo punto di vista, due primi, entrambi sulla Novella, un rendimento nettamente migliore, grinta, ed è secondo. Neuville, già detto, è un momento difficile, delicato. Lappi, come sopra per quanto riguarda la Macchina, con l’elogio per la sfida lanciata al Rally e, soprattutto, a Loeb. Il podio a portata di mano. Sordo, è tornato a macinare punti, e quindi va aggiunto all’elenco dei buoni.
I buoni. Non ci sono cattivi. Non si può condannare che è già con un piede nella fossa. I buoni di oggi sono quelli che vedono il rally da un minuto, scarso o quasi doppio, di distanza. Non ci sono cattivi perché in alternativa ai buoni ci sono i migliori. Uno è Loeb, già detto.
L’altro è Sébastien Ogier. Che corre quasi un minuto davanti a tutti e che non deve temere nulla. Che sta surriscaldando l’atmosfera del Mondiale con quel sorriso che viene da ridere anche a lui. Che rischia di mandare dallo psicanalista più di un avversario. Ogier non ha niente da dimostrare, ci mancherebe, il suo “momentum” è quello del primo giorno. Più avanti, se necessario o se dovesse capitare l’occasione, un rinforzo. L’equilibrio con la posizione di Loeb è perfetto. Uno a caccia di sé stesso e di parziali da capogiro, l’altro a caccia del sesto Mondiale. Finché gli obiettivi non convergono, lo show è un thriller micidiale, ma “sopportabile”. Entrambi non devono dimostrare nulla. Il giorno in cui ci dovesse essere una sola posta in palio, invece, speriamo che non sia troppo lungo, perché dovremo trattenere il fiato. Non sarebbe più in gioco una dimostrazione bensì un primato storico.
Un’idea di massima pressione sullo scenario emotivo potrebbe anche essere il Power Stage dell’ultimo giorno.
Foto Credits:
Manrico Martella, Carlo Franchi, Dennis Milesi, Simone Calvelli, Michele Elisei
Agency: PURE WRC