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Salou, Spagna, 24 Ottobre 2018. Parco Assistenza all’ombra della torre Ferrari da cui si buttano giù urlando che li senti fino a Tarragona. Un parossismo concentrato di vertiginosa montagna russa, trenta secondi di panico, venti euro. Al “paddock” della vertigine del Motorsport, nessuna idea, ovvero idee… chiarissime. Si arriva al Rally “doppio”, “mixed” terra più asfalto, con tre Piloti in lizza per il Titolo, pochi punti di differenza, diversi “atteggiamenti” tattici e di regolazioni per affrontare i diversi tipi di superficie, e con un meteo che si permette di tenere le carte ancora coperte.
Diventa prevedibile che non sia facile mettere giù una qualsiasi bozza di strategia, ma di rado ci si trova di fronte a un… fronte così ampio di incertezza. Un po’ di scaricabarile e un po’ di arroganza buona (sempre un grande, troppo grande savoir faire tra Piloti, Manager, e Tecnici) e alla fine, pur per vie diverse si arriva alla stessa destinazione, allo stesso risultato. Stessa conclusione per tutti e tre. Non c’è altro da fare che attaccare e vedere come va a finire. Così si esprimono, in generale, i super attesi protagonisti del 54 Rally di Catalogna, o di Spagna.
L’unico a non aver dissotterrato l’ascia di guerra sembra essere Sébastien Loeb, che parla sommessamente di ordine di partenza, di discontinuità fatale, di dover ancora far mente locale. A noi viene un po’ da ridere, e quando si gira e si nasconde il viso come per starnutire, sono sicuro che sghignazza a crepapelle anche lui, il dio. È la grande differenza che c’è tra lui e Ogier. Se fai una domanda cretina, Ogier si incazza, Loeb ride fino alle lacrime. Loeb, comunque, ha ragione solo per un aspetto della questione, il sottile velo di “ruggine” che inevitabilmente si forma tra chi scende in pista solo sporadicamente e chi ci vive tutti i giorni, e che non basta la carta smeriglio del talento, a volte, per eliminare. Per il resto nessun dubbio: favorito dall’ordine di partenza e sospinto dalla Storia, otto vittorie consecutive in questo, più o meno stesso Rally, Sébastien Loeb cercherà di dare… ragione a Pierre Budar e di vincere per la nona volta.
C’è un Pilota che Loeb può temere? Detta così, nessuno, ma grattando un po’ meglio questa volta non si mette a ridere e affiora Tanak. Loeb gli altri li conosce, anche piuttosto bene, Tanak, il nuovo incredibile Tanak no, non lo conosce ancora nessuno.
Tanak è il più freddamente logico. Freddamente perché la svista del Galles l’ha eliminata dalla mente subito dopo il Rally che ha interrotto la serie stupefacente, logico perché dalla sua voce pacata arriva la conferma che attaccherà in Spagna e attaccherà in Australia. Solo dopo si girerà indietro per vedere chi c’è. È anche l’unico che se gli chiedi chi vincerà il RallyRACC 2018 risponde senza esitazioni: Ott Tanak.
Neuville non fa una grinza. Sostenuto da una Squadra fenomenale non dice cosa farà nello specifico, ma garantisce che cercherà di mantenere il vantaggio che, seppure limato negli ultimi Rally, è pur sempre un vantaggio. Ora ditemi voi come può fare. Il Team ha lavorato sull’avantreno della i20 e questo da maggiore fiducia al belga che accusava un poco l’asfalto. Per il resto Neuville si aspetta di vedere cosa faranno gli altri, ma lui, dice, continuerà a coltivare il vantaggio che ha portato in dote per oltre metà campionato e, alla fine, vincerà il Mondiale.
Ogier riconosce che Tanak è in gran forma e che è l’uomo capace di vincere, ma “ammette” anche che lui può permettersi di correre con un basso coefficiente di pressione. Se sia vero non lo so, ma a casa mia bassa pressione vuol dire due cose: o galleggiare sulla sabbia delle insinuazioni, o essere nelle condizioni migliori per lanciare l’assalto al quarto successo personale in Catalogna.
Una sola strategia. Strategia ZERO. All’attacco. Buon per gli Spettatori!