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L’Alguer, 12 Giugno 2018. L’affare della Tabella di Marcia e la “multa” a Ogier, la penalizzazione con la condizionale. I salti “artificiali” secondo Tanak e secondo Ogier. Sicurezza in Sardegna, un must.
Quell’affare della Tabella di Marcia ha lasciato un segno. Inopportuno, direi. Ne avevamo parlato “in diretta”, apprezzando la semplice bellezza del gesto compiuto da Tanak, che aveva raccolto dai commissari la tabella dimenticata da Ingrassia (o persa, comunque not collected) e l’aveva riconsegnata all’Equipaggio, consentendogli quindi di prendere il via nel Power Stage. Un gesto bello, che il gentile e gentiluomo Tanak aveva ritenuto naturale e compiuto senza pensarci. Come un gesto logico. Ma bello.
A volte viene da chiedersi se l’elaborazione dei regolamenti sia affidata agli esperti o ad appositi sceneggiatori per rompere le scatole. Detta brutalmente, scusate, non mi viene ragione più chiara. Questo sarebbe uno di quei casi, e si rifà alla regolamentazione del “ricevere assistenza esterna”. Certo, se si comincia a far portare in giro ruote e benzina e ricambi e meccanici, allora il Rally diventa come la Dakar, che è diversa e lo ammette, ma in questo caso un casino e finisce che si iscrivono con l’apepiaggio per fare assistenza in gara. E allora va bene, regolamentiamo i limiti di questa possibilità. Se poi Tanak avesse riportato nell’abitacolo della Fiesta Campione del Mondo una bomba a mano senza più sicura, allora capirei lo zelo. Ma se uno lascia la tabella, un altro gliela porta e si riparte lasciando sulla strada solo un bel gesto, trovo che la cosa dovrebbe rimanere lì, pulita, bella, a sedimentare solo il bel gesto e la paginetta di eleganza e fair play di uno Sport tutto sommato “macho” come il Rally. E quando ricapita un’occasione così?
No, la faccenda incontra il regolamento e diventa oggetto di discussione, di giudizio. Immaginate. Sollevare il caso, riunirsi, rileggersi tutti gli articoli e isolare quelli pertinenti, discutere, individuare gli estremi, applicare la “legge”, siccome è un bel gesto applicare la legge con “umanità”, tradurre e redigere in bell’inglese e pubblicare. Entra in scena l’ipocrisia del verdetto.
Colpevole. Fuori di discussione. Sanzione pecuniaria. Diecimila euro. Un simbolo di nulla. Neanche un caffè nell’oceano di valori di questo Sport che spende milioni come noccioline. Poi. Diciotto punti di penalizzazione al Team, 22 al Pilota e 22 al Co-Pilota. Sono i punti guadagnati con il Rally, al netto dei Punti Power Stage. Insomma un viaggio per nulla. Ma la sanzione viene sospesa per la non gravità del fatto fino alla prossima, eventuale ca-beep-ata. In giurisprudenza si chiama condizionale. E la condizionale depone sempre a favore della bontà, della magnanimità del sistema e del giudice illuminato.
Se per caso Ogier si rende colpevole di un’altra innocuità regolamentata, scatta il castigo di dio. E si riparlerà del bel gesto, facendo sì che Tanak avrebbe fatto quasi meglio a prendere la tabella di marcia di Ogier e bruciarla con l’accendino omologato davanti alle telecamere
Non ci sto. Se il regolamento dice che recapitare una tabella di marcia è azione che deve essere punita con la decapitazione, faccio per rendere l’idea, eseguiamo Ogier, Tanak, Wilson e tutti i navigatori “convolti” sulla piazza di Alghero, in modo esemplare, accanto alla catapulta che teneva lontano i pirati in modo che nessuno mai più ci riprovi. Poi si rivede il regolamento. Se, invece, c’è una via di uscita da un fatto che è solo imbarazzante anche per il più zelante dei giudici, stralciamo tutto e non se ne parli più. O meglio si parli del bel gesto, che resti incontaminato. Bella figura per tutti.
La via della Spada di Damocle stona. Se per caso Ogier si rende colpevole di un’altra innocuità regolamentata, scatta il castigo di dio. E si riparlerà del bel gesto, facendo sì che Tanak avrebbe fatto quasi meglio a prendere la tabella di marcia di Ogier e bruciarla con l’accendino omologato davanti alle telecamere. Probabilmente gli sarebbero andati controllare il gas butano.
Un salto sulla Speciale di Monte Baranta, Olmedo, cesellato artificialmente. È oggetto di riflessione. Non è successo niente di grave, ma Tanak ci ha letteralmente sbattuto il naso, della Macchina, e ha recriminato che è spettacolo, ma anche pericolo gratuito oltre i limiti di sopportazione della… sospensione. Non è una novità, anzi, la storia ha dei precedenti. Il salto di Miki, icona della Monte Lerno e del Rally, è ormai collaudato, un altro salto artificiale nel “circuitino” spettacolare sul finale della Monti di Alà ha mandato in cielo lunghissimi “Oooooooooooo!” di visibilio, di trasporto da brivido degli spettatori. Ogier ha ribadito il concetto esternato da Tanak e suggerito che si continui a creare motivi di spettacolo di questo genere ma che si lavori su delle guidelines, in modo che si eviti la parte pericolosa del micro evento. L’idea generale può essere espressa richiamando il salto del tracciato Ouninpohja di Makinen, in Finlandia, da prendere a modello del salto artificiale perfetto.
Questo per dire che buoni Organizzatori lavorano di più e sempre meglio, ma nel contempo prendono dei rischi, ovvero possono creare situazioni che vanno fuori controllo. Ricordiamo che lo fanno pensando allo spettacolo da offrire in quantità e qualità sempre maggiori al Pubblico, e che sicuramente stanno già e ancora lavorando per aggiustare il tiro.