WRC18 Italia Sardegna. Hyundai & Michel Nandan: Giusti!

WRC18 Italia Sardegna. Hyundai & Michel Nandan: Giusti!
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La vittoria di Hyundai e di Thierry Neuville al Rally Italia Sardegna rivela tutto insieme un potenziale enorme, che non può più essere messo in discussione né sottovalutato. Rivela anche la filosofia di un Costruttore, perfettamente condivisa dal “Boss”
18 giugno 2018

L’Alguer, 12 Giugno 2018. Tra vincere e non vincere c’è una bella differenza, soprattutto se alla seconda soluzione si associa il termine forse un po’ crudo ma più corretto: perdere. Tra vincere e stravincere, invece, la differenza è più sottile, ma diventa enorme per chi… perde. Ecco. Dopo cinque anni il Team Hyundai Motorsport mette in archivio una vittoria completa, totale. Ha vinto con Thierry Neuville il Rally Italia Sardegna, con lo stesso Pilota è al comando, con una dote di vantaggio da gestire, del Mondiale Piloti, e con la i20 Coupé protagonista del blitz sardo è al comando anche nel Mondiale Costruttori. La leadership del Mondiale Navigatori, Nicolas Gilsoul, ça va sens dire. In Sardegna Pilota, Macchina e Team hanno ottenuto il massimo, ossia la vittoria nel Rally e quella del Power Stage che vale cinque punti extra. Non era possibile fare di più!

Questo è il motivo per cui, chiuso formalmente il Rally in ogni sua parte e archiviati il successo totale e il passo avanti nella Storia, Michel Nandan, che del perfetto lavoro Hyundai è il responsabile e protagonista numero 1, aveva il sacrosanto diritto di indossare la sua camicetta a quadri e, in completo anonimato, andare a mangiarsi una aragosta alla catalana in centro ad Alghero, con gli amici. Missione compiuta. Per una sera, un giorno, magari quello successivo sarà di nuovo guerra, il diritto di mettere un punto a successo ottenuto e chiarito e di tirare un grande respiro.

E difatti l’ossigenazione da successo dura poco, il giorno dopo siamo già lì a metterlo in croce, Michel Nandan, 60 anni di Monaco “Vecchia”, ingegnere, prima esperienza trent’anni fa con Peugeot Sport Italia e da cinque anni Team Principal del Team Hyundai Motorsport impegnato nel Mondiale WRC.

Michel Nandan, responsabile di Hyundai Motorsport
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Protagonista di uno dei più bei successi degli ultimi dieci anni. Esageriamo?

Michel Nandan. “No, di sicuro penso che sia una delle più belle vittorie di Hyundai Motorsport. Non ricordo più quando c’è stata, prima d’ora, una bagarre così fino all’ultima prova speciale. Sì, ricordo vagamente, ma deve essere stato in un’altra vita! Posso dire che è stata una bellissima Gara, ma soprattutto, direi, una grande soddisfazione per tutti i fans del Rally. Una lotta di questo genere, fino all’ultimo minuto, è senza dubbio una cosa incredibile.”

Quest’anno si vede che abbiamo messo a punto anche le piccole cose, che la i20 Coupé è indiscutibilmente competitiva, che siamo diventati più maturi e, finalmente, che anche Thierry Neuville è veramente cambiato!

Un momento memorabile, certamente, ma anche un punto importante di non ritorno. Siete qui da cinque anni, e suppongo che tu possa aver anche sofferto, qualche volta, in questo lungo tempo. Ora finalmente qualcosa è cambiato. È così?

MN. “È vero. I primi due anni eravamo lì ma c’era ancora tutto da costruire, perché siamo partiti da zero e tutto era da fare. La Macchina, il Team, l’esperienza preliminare di una logistica da costruire e collaudare. Sapevamo già, inoltre, che iniziavamo con una Macchina “provvisoria”, di sviluppo e di esperienza, perché avevamo già in cantiere il modello successivo. Poi è arrivata la i20 2016, che abbiamo potuto usare solo un anno perché è stato introdotto il nuovo regolamento WRC+ 2017. È vero, alla fine, che non era facile ottenere dei bei risultati con così tanto lavoro da fare in parallelo, con il Team da sistemare e lo sviluppo della nuova Macchina da portare avanti. Insomma, molta carne al fuoco. Ma no, non abbiamo sofferto, non in senso “stretto”, e non tutti i mali vengono per nuocere. Ecco che, “abituati” a lavorare forte e su più fronti, nel 2017 finalmente ci siamo resi conti che potevamo giocarcela. È vero anche che non ce l’abbiamo fatta, ma è stata più colpa nostra perché si vede che non tutto era ancora perfetto. Quest’anno si vede che abbiamo messo a punto anche le piccole cose, che la i20 Coupé è indiscutibilmente competitiva, che siamo diventati più maturi e, finalmente, che anche Thierry Neuville è veramente cambiato! Lo era già dalla metà della scorsa stagione, e adesso è uno capace di gestire perfettamente una Gara, di andare a cercare anche gli ultimi decimi di secondi, ma di saperlo fare con la testa e con una visione più ampia. Sì, secondo me siamo a un punto in cui tutto il Team può essere veramente contento di tutto il lavoro che è stato fatto.”

È anche il momento di un sospiro di sollievo, per te?

MN. “Lo è, indubbiamente. È un fatto che tutto il lavoro fatto si concretizza nel momento che stiamo vivendo, non casuale, quindi, ma frutto di un lungo processo di impegno di tutti.”

Neuville in azione nel Rally Sardegna
Neuville in azione nel Rally Sardegna

Mettiamoci dall’altra parte. 27 punti. Si possono recuperare?

MN. “Sì. 27 punti si possono recuperare, perché abbiamo già visto, per esempio, che dal Monte Carlo alla successiva Prova di Mondiale siamo passati dalla coda alla testa del Campionato. Dunque si può fare.”

Sì. 27 punti si possono recuperare, perché abbiamo già visto, per esempio, che dal Monte Carlo alla successiva Prova di Mondiale siamo passati dalla coda alla testa del Campionato

E allora torniamo a noi. 27 punti. Si possono difendere?

MN. “Io direi di sì. Dico di sì perché se stiamo sullo stesso modo, sullo stesso livello di performance e di gestione delle Gare nelle sei che mancano alla fine della stagione, secondo me i 27 punti si possono difendere. Però bisogna stare molto attenti, perché sappiamo che adesso ci aspettano due o tre Gare per le quali sappiamo di non essere a quel livello, diciamo ottimale. Bon, ci abbiamo lavorato sopra, anche su questo, e sarà diverso, di sicuro, ma bisogna restare concentratissimi e attenti, andare a cercare ogni risultato alla nostra portata, anche se non dovesse essere il massimo, per rimanere in corsa, e in testa.”

Tu sei il responsabile di questo “gioco”. Ti hanno detto subito, sin dall’inizio, che “dovevi” vincere?

MN. “Quando ho incominciato non c’era niente. Eravamo lì per vincere, prima o poi, però c’era la consapevolezza di dove eravamo. Sin dall’inizio si sapeva che arrivare alla competitività avrebbe preso del tempo, e avevamo quel tempo. Poi, è logico che quando un Costruttore si impegna in una campagna agonistica mondiale l’obiettivo non è la partecipazione bensì la vittoria, e dunque pur non avendo la pressione diretta abbiamo sentito subito l’importanza dell’impegno, e ci siamo uniformati alla responsabilità.”

Vittoria per Thierry Neuville nel Rally Sardegna 2018
Vittoria per Thierry Neuville nel Rally Sardegna 2018

Beh, hai avuto il respiro quando ce n’era bisogno. Adesso, tuttavia, ci siamo. Sono tornati a dirti che è ora di vincere?

MN. “No, nessuna pressione particolare. Siamo qui per continuare a fare bene il nostro lavoro e per dare il massimo. È come se fosse già nel programma, nella scaletta degli obiettivi. Hyundai guarda sempre avanti, non c’è bisogno di arrivare all’improvviso e metterci pressione. Quando è stato deciso di fondare Hyundai Motorsport, c’era già l’idea di supportare lo sviluppo di una linea di High Performances Vehicles. Adesso c’è la prima Macchina di quella serie, la Hyundai i30 N, e altre seguiranno certamente. Non sappiamo ancora per quante stagioni rimarremo nel Mondiale Rally, ma sappiamo che facciamo parte di un programma più ampio e complesso, nel quale l’impegno si misura in obiettivi e in processi, e non in giornate… alla giornata. Il successo fa parte di quel processo. Andiamo avanti, senza una data di scadenza, continuiamo a lavorare, adesso per vincere.”

Che dire per finire?

MN. “Un po’ di obiettività, e per non sembrare presuntuosi. Dico che siamo lì, che la stagione è iniziata nel modo giusto e che progredisce in quello stesso modo. Allo stesso modo dobbiamo continuare a lavorare. Nel modo giusto, senza fare troppo né troppo poco, eccessi che possono portare qualche rischio. Ecco, direi che bisogna continuare a essere giusti.”

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