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Satory, Marzo 2018. Il miglior modo per raccogliere un’eredità è quando ti tocca una fortuna, nel senso che preferite: successo, soldi, potere, privilegi. Talvolta, però, attratti dall’incognita del lato migliore della sorpresa, che s’immagina sempre favoloso, può toccare il rovescio della medaglia. Pierre Budar, ecco, in questo senso non è stato… fortunato.
Ma il nuovo Direttore di Citroen Sport dallo scorso Gennaio non sembra spaventato. Del resto è sulla breccia da quasi trent’anni. Ingegnere formato alla Scuola Centrale di Nantes, 54 anni, Pierre Budar firma un curriculum strepitoso con una carriera interamente all’interno del Gruppo, dal 1989. Per Citroen in Europa e Asia, poi, al rientro, è responsabile tecnico del progetto C4 e Capo Progetto C3 e DS3, Direttore del Dipartimento Veicoli Sportivi da Strada dal 2010 e responsabile Competizioni Clienti dal 2016. Ancora responsabile, con le sue équipe, degli sviluppi delle 308 TCR e della nuovissima C3 R5. Non bastasse e senza fermare il “lavoro”, nel 1991 Budar è stato pilota ufficiale della 309 Gruppo N.
Nel suo nuovo ruolo di Direttore di Citroen Racing, adesso Pierre Budar risponde solo e direttamente a Jean-Marc Finot, Direttore di PSA Motorsport e, naturalmente, alle linee guida “imposte” da Carlos Tavares, dal 2014 Amministratore Delegato e “tattico” del Gruppo PSA Citroen Peugeot (e DS Automobiles e, da poco, Opel e Vauxhall).
Budar non può rivoluzionare la Squadra, non subito e in corso d’opera, visto che siamo già in piena stagione e tutti i giochi sono stati fatti, ma deve orientare le scelte tecniche, programmatiche e agonistiche (leggi: Piloti) per restituire Citroen alla sua Storia vincente. Ha iniziato con una C3 WRC competitiva, due podi, Svezia e Messico, una “chiarificazione” completa di obiettivi e metodologie, ha riportato Loeb in Macchina e Citroen al centro del palcoscenico del WRC e, probabilmente, riaperto la porta per una discussione “pacifica” con Ogier. Grandi pressioni e responsabilità, che l’ingegnere ha accettato. Un vero e proprio exploit.
Insomma, cos’è successo prima. Yves Matton che lascia Citroen, o Pierre Budar che arriva alla Direzione di Citroen Racing?
Piere Budar (grande risata, si comincia bene): “Ma lo sapete, Yves ha avuto un’opportunità alla FIA e, ecco, ha raccolto l’opportunità!”
Tattico anche il buon Pierre. Ricominciamo. Eravate già pronto a subentrare, se ne discuteva?
PB: “Ah, a questa domanda non potrei rispondere, scusate.”
Grazie per la sincerità. Ci va male, proviamo con un cross. Comunque, se ci permette, lei eredita l’”affaire” Ogier.
PB. “Affaire Ogier”? Quale “affaire”?
Calma. Questa è una fortezza impenetrabile. Ma almeno le mura si vedono, non è come in altri casi che non vai avanti perché ti bloccano con reticenze, deviazioni, distrazioni, finta di non capire. Il signor Budar ha il viso aperto, è simpatico e franco. Così almeno sembra. Se può dice, se no… te lo dice. In ogni caso si rischia di finire in un vicolo cieco. Un’idea. Volevo dire che alla fine della stagione WRC scorsa “avete”, intendo Citroen Sport, puntato tutto sul reclutamento di Sébastien Ogier, ma “avete” fallito. Che si può fare adesso?
PB. “Non sono stato “implicato” in quelle discussioni, naturalmente, non ero ancora qui. Posso dire che per momento, per il 2018 evidentemente, non si può fare niente, non è possibile parlare di Ogier, ma alla fine dell’anno è chiaro che riconsidereremo la materia della scelta dei nostri Piloti, dei nostri Equipaggi per il 2019. Se la domanda era questa, bene, la risposta è: sì, per il 2019 la questione è aperta!”
Certo, dopo l’exploit del Messico, se così si può dire e se posso permettermi, la questione sarebbe poter disporre di Sébastien Loeb per tutta la stagione e non solo per Messico, Corsica e Spagna. O no?
PB. “Certo, verrebbe voglia di poter avere Loeb su più Rally, questo è evidente, non è possibile non averne voglia quando si tratta di un Ragazzo come lui. Il fatto è che con lui abbiamo un accordo per tre Rally durante la stagione in corso, e poi Loeb ha già un programma con Peugeot per correre il Mondiale Rallycross. Non è possibile rivoluzionare tutto ciò, quindi questo è quanto. Non abbiamo altri tipi di accordo per il 2018. Non faremo niente fino al Rally di Spagna. Poi, ecco, alla fine del programma già stabilito, vedremo se sarà possibile estenderlo.”
La Vettura. La C3 WRC. L’anno scorso era una Macchina difficile. Per certi versi non riusciva a conquistare la fiducia dei Piloti. Adesso è competitiva, risponde alle richieste dei Piloti. Quindi è giusto pensare a una Squadra vincente.
PB. “Allora. Innanzitutto quest’anno ci presentiamo, e ci presenteremo al via di ogni Rally del campionato del Mondo con una Macchina in grado di vincere. È vero. È stato il caso della Svezia, del Messico, e bisogna che sia il caso anche negli altri Rally che verranno. I Piloti, li conosciamo. Abbiamo dei Piloti che sono capaci di vincere, e quello che è certo è che se diamo a Meeke e a Breen una C3 capace di farlo, abbiamo delle chance! Abbiamo delle chance e dobbiamo sfruttarle al massimo. È chiaro che per il 2018 possiamo sfruttare solo quello che abbiamo, e lo faremo al massimo. Non abbiamo altra scelta. Se la domanda era se abbiamo in vista altri Piloti, per il momento la risposta è no. Voi ne vedete?”
No, e allora, Kris Meeke, che a un certo punto della passata stagione è stato addirittura messo in discussione, ha recuperato tutta la sua fiducia?
PB. “Sì, Kris ha recuperato tutta la sua fiducia. È nelle migliori condizioni e nel migliore stato d’animo. Ha capito che bisogna assicurare il risultato quando non è possibile vincere. Ha saputo farlo, a Monte-Carlo ha saputo farlo e così in Svezia. Direi che è in uno stato d’animo nuovo, diverso da quello dello scorso anno. Lavoriamo con lui perché si senta sempre più a suo agio nel Team, che lo sia in Macchina e che riesca a sfruttarla bene. Sta funzionando, funziona bene.”
Lei, adesso, è il “Boss”, il Direttore di Citroen Racing. Fin dove può spingersi con le decisioni, intendo dire tecnicamente sulle macchine, tatticamente sulle Gare, strategicamente sulla scelta dei Piloti? È lei che decide tutto ciò?
PB. “È chiaramente così, così è previsto. Sono io che decido gli orientamenti tecnici della Macchina, la Marca si aspetta da me le proposte e le elaborazioni dei Programmi agonistici per l’avvenire, e per quanto riguarda la scelta dei Piloti è ancora compito mio sceglierli e proporli. Perché le decisioni siano prese è chiaro che la Marca deve essere d’accordo, è necessario che Carlos Tavares dia la sua approvazione. Ma, sì, è mio compito fare tutto questo lavoro, e ho spazio di manovra per decidere su tutto questo. È chiaro anche, evidente, che i grandi orientamenti strategici sono decisi con Linda Jackson per Citroen e con Carlos Tavares per il Gruppo PSA.”
Non bastasse, termina anche il mandato di Christophe Besse, ultimo responsabile tecnico della precedente “era”. Questo è un altro problema che cade sulle sue spalle. Sarà l’Ingegnere Pierre Budar a sostituirlo?
PB. “Christophe ha contribuito allo sviluppo della Macchina, ma non era all’origine delle idee, dunque questo non è un problema. Io in quanto ingegnere, certo, capisco di cosa si sta parlando, ma non sono io il sostituto.”
E chi è all’origine delle idee?
PB. “All’origine delle idee c’è un’équipe, e questa Squadra è ancora integra, non si cambia, non si interrompe il suo flusso di lavoro. Io mi inserisco per orientare le scelte, come si diceva, e d’altra parte arriveranno sulla Vettura delle cose su cui si lavorava già prima del mio arrivo e le persone che hanno sviluppato quelle parti sono ancora qui. Il lavoro continua, senza interruzioni.
Citroen e WRC, è una storia vincente. Dunque questo è il compito, quella la responsabilità. Vincere, non solo podi o risultati buoni. Vuol dire pressione? Pressione sostenibile?
PB. “Siamo concorrenti, non siamo qui giusto per partecipare. Siamo qui per vincere. Tutto il Team è qui per vincere. Ogni volta che prendiamo il via è
per vincere, e tutta la Squadra lavora in questa direzione precisa. Abbiamo degli obiettivi chiari per quest’anno. Bisogna vincere, dobbiamo vincere. Non sono io al volante, certo, ma è questo che dobbiamo fare. Per prima cosa dobbiamo dare ai Piloti una Macchina in grado di vincere, sicuro, poi avere dei Piloti in grado di vincere, infine mettere insieme tutto questo… per vincere. E se questo non succede, mi dite? Bah, se questo non succede, un giorno è “ciao”, sicuro, chiaro. È normale! Vale anche per voi. Non fate bene il vostro lavoro? Ciao! Pressione? Ho accettato questa pressione!”
Bello. E allora: in bocca al lupo!