WRC18 Germania. “Tutto tranquillo, ci sentiamo domenica…” Inizio Tanak (Toyota)

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Rally ADAC Germania. Concentrato di “supposizioni” tecniche e ambientali al crocevia cruciale del mondiale. Terreno di battaglia e vendetta, di voli di speranza e, soprattutto, di… raccolto. Troppi indizi, giallo di mezza estate perfetto
17 agosto 2018

Sankt Wendel, 16 Agosto 2018. Facciamo pure finta di essere in vacanza, e di aver scelto la Mosella per ferragosto e dintorni. Eccoci catapultati in uno dei due appuntamenti WRC “strani”. Sì, in comunella con il Corsica e con il mezzo “strano”, prossimo Spagna, l’ADAC Rally Germania è tra le mosche bianche su asfalto del Campionato. È anche la data più in mezzo alla vacanze che si possa intendere, almeno da noi, e anche questo aiuta a creare atmosfera. Finite la lamentele, o finte tali, eccitazione a manetta. Questo Rally dall’aspetto afoso e apatico è una bomba a orologeria. Troppe incognite e una sola certezza: la corsa al Titolo riparte da qui, dal Germania dopo la frustrazione Finlandia, se si parla di Ogier e del capofila Neuville, e dalla Germania dopo l’eccitazione Finlandia se si parla di Ott Tanak, il vincitore, assieme a Toyota, di quello che può a ragione essere considerato il Rally di Casa dei… giapponesi Gazoo Racing.

Temi a volontà. Uno prima di tutti, appunto. Asset e default per il binomio aspirante al Titolo, che si dovrebbe ricominciare a vedere in forma di trinomio. Anche se è difficile. Già Ogier “paga” 21 Punti al Neuville più completo di tutti i tempi, e stiamo parlando del cinque volte Campione del Mondo, figuriamoci che effetto deve fare assumersi l’incarico di divorarne ben 47 nelle cinque Prove, o 150 punti a disposizione, che restano da qui alla fine del Torneo 2018. Comunque, non fosse partita sfortunatamente e un po’ a rilento, oggi l’accoppiata Tanak-Toyota varrebbe ben più di un riconoscimento ufficiale, e poiché di sicuro l’estone venderà carissima la sua pelle bianchissima, ecco che il “classico” terzo incomodo è show e adrenalina in un mix a dir poco esplosivo. Come al solito ci guadagna il Mondiale, la ragione WRC Plus e noi tutti, dal primo all’ultimo appassionato.

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Ed ecco le chiacchiere, prima del Prologo di St Wendel abbondanti. Ecco le prime supposizioni dal limbo cervellotico delle previsioni, da sottoporre alla verificaa della diciottesima delle diciotto prove speciali, e dell’ultimo dei 1.200 chilometri, 325 al crono, che compongono il complicato puzzle del 36esimo Rally Germania. È definita la più grande sfida del Mondiale. Non siamo d’accordo con lo “strillo” ma non staremo qui a fare i conti in tasca al Rallye e al suo ufficio marketing, o a quantificare questo o quell’ingrediente. È vero che è il “tre in uno”, tre tipologie di percorso su asfalto, talvolta dannato e che in certi frangenti ha ben poco da spartire che le mitiche, e senza limiti, autostrade tedesche. Qui il menù è strade di campagna strette e tortuose, ben tenute ma non vuol dire, le didascaliche corsie di servizio tra i vigneti, strette anche quelle, e le piste cementate della “palestra” dei Panzern di Baumholder, dove certe scosse fuori traiettoria possono costare tanto, diciamo tutto, con una certa facilità. Ricorda nulla il termine fatale hinkelstein, ridicolo definirlo un semplice cordolo, magari a norma? Variabile climatica a parte, ce n’è abbastanza per turbare anche i sogni dei filosofi.

Quello che viene ancora più strano è che tutti, in apparenza, starebbero dormendo sonni super tranquilli. O meglio, è quello che hanno cercato di farci intendere dimostrando freddezza glaciale, nervi d’acciaio, forma olimpica e dotazione tecnica superlativa. Mancava solo qualche sbadiglio, alla sono-talmente-tranquillo-che-mi-viene-sonno. Messinscena. È vero che noi Piloti, oggi, siamo iper assistiti su tutti i piani, e alla prima nota di nervosismo ecco il manager, lo psicologo, il mago a rimetterci in dima, ma il Germania è davvero, se ci si mette, Rally perfido. Poco conta, quindi, quello che si cerca di raccontare. I fatti sono evidenti, già da qualche tempo. È Neuville contro Ogier, meglio viceversa visto che il belga di Hyundai è in difesa del vantaggio che ha sul francese di Ford M-Sport. È Tanak che rincorre un sogno, forte di una Toyota sempre più vicina alla perfezione. È la riscossa delle Citroen, da un paio di Corse di nuovo sulla breccia e in grado di far eccellere il migliore Ostberg. Di Ogier si parla soprattutto per la nuova aerodinamica della Fiesta Campione del Mondo, e a sproposito di mercato Piloti 2019. Di Neuville si ricorda che ha ottenuto qui la prima vittoria con Hyundai, di Tanak che arriva in Germania sull’inerzia micidiale della Finlandia. Troppi indizi, “tutto qui”, e io intanto seguo la pista Sordo, non so perché lo spagnolo mi incuriosisce.

Bene, giovedì sera festa d’apertura con la sfilata di St Wendel. Più sera ancora, ed ecco il prologo spettacolo tutto nuovo al Wendelinuspark, diciamo pure le giostre dei grandi su un tracciato di poco più di due chilometri. Lo shakedown ha solo confermato per intero, o quasi, la lista delle credenziali. Tanak, poi la vechia guardia Latvala ma pur sempre doppietta Toyota, Ogier e Neuville, inseguitore prima di inseguito, ci sta, Sordo, primo vincitore del Germania dopo il decennale tsunami Loeb-Citroen, gli altri in fila più o meno mossa. La “giostra” del Super Special Stage non è piaciuta a tutti. Troppo stretta, in tutti i sensi, per le WRC Plus, non ha impedito a Tanak di “staccare” il tempone, di un solo decimo, tuttavia, migliore del sorprendente Rovanpera, secondo con la prima delle R5, Macchine che dimostrano qui la loro versatilità. Velby ha infilato la sua al terzo posto davanti a Sordo, Kopeky è quinto davanti a Ogier, Umberto Scandola è nono assoluto. Solo lampi, tuttavia, di un folgorante inizio di battaglia. Per inciso, in un clima di tale tensione d’incertezza, non stupisca troppo che lo “sponsorone” del Mondiale, One Bet, abbia confezionato degli “strumenti speculativi” ad hoc per l’occasione. E avanti Germania, allora, facci vedere. Noi non scommettiamo, ci basta il sale del WRC!

Pure WRC Agency: Carlo Franchi - Ronnie Sbaragli - Fabrizio Buraglio - Jakub Pojmicz - Claudio Cavion - Aurel Petitnicolas
 

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