Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Deeside, Galles, 6 Ottobre 2018. Miherin 1. Si comincia con un buon Ogier. Un ottimo Ogier. Il solito, garantito fuoriclasse, già emerso nel finale della prima tappa quando ha saputo reagire al problema del cambio non fermandosi nemmeno a pensare. Davanti a tutti Ott Tanak, il migliore Ott Tanak. Già “castigato” dallo Shakedown e ora saldamente al comando con 5 successi parziali e mezzo minuto di vantaggio su Neuville e Ogier. Lo specchio delle mie brame del Mondiale che evolve come da copione, pesantemente modificato dopo Germania, Finlandia e Turchia.
La mattina umida rende sinistramente scivolose le strade del Galles, non è una novità e lo sarà di più vederle asciugare nel pomeriggio rendendo la vita difficile anche nell’altro senso dell’imprevisto. L’inizio che, a scommetterci, pagherebbe poco o nulla, ma che riflette lo spessore di un Campionato di livello altissimo. Subito dopo è la volta della prima Sweet Lamb Hafren, un mito reso ancora più mitico dalle modifiche di quest’anno. Un pezzo di storia. Già dalle prime battute qualcosa di strano, le strade bagnate sono scivolose, e lo diventano sempre, sensibilmente di più ad ogni Macchina che passa. L’ordine di partenza diventa fondamentale… al contrario, e Ostberg se ne esce con un tempo straordinario. Budar ha modificato la C3 WRC nelle sospensioni, ed ecco che sale in cattedra anche Breen, e poi Mikkelsen con la Hyundai, che quando non sa cosa scegliere opta sempre per non esagerare. Invece anche il tempo del norvegese, pur supportato dall’efficiente i20, è monstre. È monstre anche la Yaris e, risalendo la corrente delle partenze, mentre iniziano a far fatica Latvala e il “poco coraggioso” Lappi, ci vuole ancora Tanak per portarne una in alto, al secondo posto perché il tempone di Ostberg non lo batte nessuno.
Improvvisamente il colpo di scena forse meno atteso. A tre quarti della speciale il belga sbaglia, scivola via su una destra e mette la i20 Coupé nel fosso! Tutto nella vita è relativo, ma questo è dramma. Nel fosso 50 secondi e sei posizioni, dalla seconda all’ottava. E grazie mille Pubblico del Galles. Neuville se la prende con la “statistica”. “Prima o poi - sostiene il leader del mondiale in un momento delicatissimo - se sei al limite dall’inizio dell’anno, deve succedere”. Tra il triste e il rabbioso, la “punta” del Team Hyundai si mette alle spalle un incubo latente e torna a guardare davanti. In quel momento i totalizzatori ripartono. Si fermasse lì il Rally del Galles, Tanak sarebbe a 189 punti, Neuville a 181, Ogier a 177.
La lunga fuga di Neuville sarebbe riassorbita e lo strappo ricucito, Ogier perfettamente di nuovo in gioco e, soprattutto, unico dato non matematico ma psicologicamente ancora più rilevante, un Tanak con 4 successi consecutivi non lo fermerebbe più nessuno. Sì, “fermando” Paddon e Mikkelsen Neuville potrebbe recuperare le due posizioni e qualche altro punto, ma non è quella la sostanza. Situazione critica, molto. Neuville non si mette a piangere e non prende a calci niente e nessuno, si assume l’intero carico dell’errore, sdrammatizza e torna in strada. Il nuovo Neuville, già da un po’. Dyfi, Gartheiniog, Dyfniant, la seconda Miherin, vittorie di Tanak, Mikkelsen, Latvala e ancora Ogier. Fino alla quindicesima Speciale il Rally evolve tracciando un solco di stabilità.
Il tempo migliora, anche sole, le strade si asciugano, anche troppo, Tanak con 40 secondi di vantaggio è al sicuro. Ogier non andrebbe mai a cercare quaranta secondi forzando troppo gli eventi. Già vedersela con Latvala e Lappi, immediatamente a ridosso del francese per tre Toyota nei primi quattro, potrebbe essere compito delicato. Due Toyota nei primi tre fanno comodo alla classifica Costruttori dei Giapponesi, ma certamente Latvala ha a portata di mano il modo di dire la sua in modo molto eloquente. E si arriva alla seconda esecuzione della Sweet Lamb. Secondo giro sulla giostra del mito dopo il Tyre (e Light) Fitting di Newtown.
Sedicesima Speciale. La Sweet Lamb Hafren, appunto. Neanche 4 dei 20 chilometri. Tanak è sdraiato a lato della Macchina, Martin Jarveoja cerca di consolarlo. Altro dramma, intriso questa volta di fatica, impotenza e tristezza. E un po’ di incredulità. Pilota e Navigatore hanno cercato di capire cosa non andava e di fare qualcosa e poi, tutto inutile, si sono arresi e hanno tolto la macchina di mezzo. C’è la rottura della slitta di protezione del fondo della Yaris, ma non sarebbe nulla. Il risultato più rilevante e sgradevole è una perdita del radiatore, un danno che non lascia scampo se si vuole pensare di andare a cercare ancora i punti del Power Stage di domenica. Quasi certamente un “concorso di colpa” tra Pilota e Macchina che, tuttavia, coinvolgendo “parti” impegnate solidalmente nella stessa direzione, ricade nella casistica di una grande, immeritata sfortuna.
Il finale di Tappa rimette in gioco l’intero Rally, da decidersi domenica con 4 Macchine in quindici secondi e le prime due in appena quattro. Ogier è primo, ma il vantaggio del Campione del Mondo è più che altro nell’avere a portata di mano un’occasione d’oro per rimettersi in linea con il processo di maturazione del sesto Titolo, e dunque… nella necessità di non concedere niente a nessuno. Latvala per parte sua cercherà in tutti i modi di vincere e lo farà con la sicurezza dell’esperienza in un momento cruciale, perché la vittoria deve andare in soluzione unica con le due Yaris, la sua e quella di Lappi, sul podio di Llandudno, per il massimo dei punti utili per il Mondiale costruttori. Fatto sta che a sera Neuville è di nuovo e… ancora leader del Mondiale, anche se in prospettiva Nandan dovrà sacrificare le altre due Macchine, peccato per il Costruttori, e che Ogier ha ripreso e scavalcato il povero Tanak. Punti Power Stage a parte, la classifica provvisoria – ma quanto provvisoria! – è un po’ più corta e il Mondiale un po’ più aperto.
Foto: Manrico Martella, Carlo Franchi, Simone Calvelli, Ronnie Sbaragli