WRC18 Galles. Fine Primo Tempo: Tanak (Toyota)

WRC18 Galles. Fine Primo Tempo: Tanak (Toyota)
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È davvero un Galles Mondiale. Appassionante e “teso”. Tanak contro Neuville contro Ogier. L’estone come in Finlandia e Germania. Partenza a fuoco. Neuville, 2°, rinviene nel finale, Ogier, 5°, rallentato da un problema al cambio
5 ottobre 2018

Deeside, Galles, 5 Ottobre 2018. Alla fine del primo tempo, dei tre che si giocano nella 74ma edizione del Rally Galles, Ott Tanak è “saldamente” in testa. E ti pareva! Alla sua maniera, di forza fredda e rabbiosa, come ha già fatto vedere chiaramente venerdì in Germania e nell’incredibile sabato finlandese. Sì, il Turchia è un’altra cosa, anche se il risultato è stato lo stesso. Niente da fare, apparentemente, contro questa formula Tanak+Toyota che sembra non lasciare scampo a soluzioni diverse, di più ampia portata o d’imprevisto, di statistica, cabala o fantasia. Non c’è tattica o strategie diverse e possibili, Tanak deve attaccare e da quando ha deciso di farlo non si è tirato indietro una sola Speciale finché non ha demolito gli avversari. Stress a parte, ma stiamo parlando di professionisti di incredibile levatura psico-fisica, in questo scorcio magnifico di Mondiale questo fatto aiuta moltissimo il Tanak “abituato” a mettere giù tutto, a mettere pressione piuttosto che a subirla.

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La Yaris WRC va incredibilmente forte, lo dimostra il complessivo che porta a galla anche la bravura di Latvala e il coraggio represso di Lappi, ma non c’è dubbio alcuno che è nelle mani dell’estone che l’incantesimo diventa “fatale”. Anche questo aiuta, esalta la fiducia in uno slancio di onnipotenza. Che poi sembra evidente e non una presunzione.
Nove prove speciali. Togli la passerella di giovedì sera all’ippodromo Tir Prince di Towyn, ancora niente di troppo serio, e scopri che Tanak ha vinto cinque delle otto Prove del venerdì, le tre rimanenti a Neuville e Latvala. Niente di straordinario nelle due Slate Mountain di neanche 2 chilometri, solo per tirare il fiato e nelle quali ha concesso anche il brivido dell’incertezza. Ma prima di tutto, pronti via, Tanak ha lanciato il suo anatema con la trilogia implacabile delle prime Clocaenog, stesse strade dello Shakedown dove era uscito di strada, Brenig, la più lunga del Rally, e Penmachno, bella, panoramica e micidiale nel fango del mattino. Fine del primo giro e, un giorno vicino si potrebbe anche dire, del discorso. Neuville e Ogier lontani, oltre venti secondi, niente affatto arrendevoli ma di fatto incapaci di rispondere per le rime. In certi confronti “dialettici” gli argomenti a volte non bastano, per farsi ragione bisogna alzare la voce o partire per primi e non lasciare mai la parola agli avversari. Come si fa nei dibattici politici, in quel caso tuttavia perché non ci sono né gli argomenti né la forza del… WRC!
 

All’inizio era diverso. Dopo la prima Clocaenog, non più di sette chilometri abbondanti, sembrava il sogno della sfida ideale. Tanak in testa, poi Ogier e poi Neuville. Tutti ancora lì, d’accordo, ma in quell’ordine di classifica perfettamente basato sui coefficienti di esigenza dei rispettivi Piloti, c’era il miglior verdetto possibile avessimo voluto fare un processo alle intenzioni.
Poi, mentre sul Rally calava il martello Tanak, prima Ogier, poi Neuville, si sgranavano e perdevano il contratto. Sulla Brenig Neuville “mollava” per un problema di sottosterzo eccessivo di una i20 riluttante a fare quello che voleva il Pilota, e sulla successiva Penmachno a “molare” era il cambio della Fiesta di Ogier, che doveva finire il giro con il cuore in gola e senza prima e seconda. Ecco come si spiega il “disavanzo” dei due soli pretendenti al Mondiale fino a tre Rally fa, ed ecco come si spiega anche l’ascesa di Evans, Latvala e Suninen, e mettiamoci anche Breen seppure sotto le tende di Citroen si pensi ormai a ben altro e ben più lontano. Nonostante la grande incertezza delle strade, estremamente scivolose, per Tanak quello era un momento di grande certezza: leadership e… distanza.
 

Poi le cose sono cambiate, seppure non drasticamente. Ogier è riuscito a tornare al parco Assistenza e, con un nuovo cambio, ha reagito fulmineamente. Allo stesso modo Neuville ha regolato la Macchina in modo che, complice anche un migliore grip dei fondi, potesse tornare ai vertici, e nel frattempo sia Evans che Suninen sparivano dalla scena. L’idolo locale e vincitore del Galles 2017, stagione davvero sfortunata, costretto al ritiro per un problema di intermittenza di funzionamento del motore, il giovane finlandese per un’uscita di strada, e dal Rally, nel corso della seconda Panmachno.
Così Neuville recuperava il finale, con una bella vittoria nell’ultima Speciale del giorno, il secondo posto e la credibilità della missione, e Ogier, risalito in quinta posizione grazie al ritiro dei compagni di Squadra (questa volta solo il caso, nessun ordine dalla Scuderia in disarmo) dava ancora una volta dimostrazione che limitare i danni e non darsi per vinti è anch’essa una forma di conservazione… dell’energia. Lappi quarto è un’altra cosa, è quella dimostrazione che un po’ di paura non fa male, in certe circostanze.
E comunque Tanak non si è addormentato sugli allori. Ha vinto ancora, Clocaenog e Brenig, e allungato sui diretti concorrenti nella corsa al Titolo. Gli teneva testa caparbiamente il solito generosissimo Latvala, ma poi il finlandese ha preso una sassata e rotto il parabrezza, è sceso di una posizione e conserva comunque un terzo posto eccellente. Ovvero tre Toyota nei primi quattro.
Yaris WRC, le ali di Tanak. Anche se siamo si è no a un terzo dell’impegno, e come sappiamo con il Galles non si scherza!

Foto: Manrico Martella, Carlo Franchi, Simone Calvelli, Ronnie Sbaragli

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