WRC17 Wales GB. Incredibile Evans, incredibile Ogier, incredibile Neuville!

WRC17 Wales GB. Incredibile Evans, incredibile Ogier, incredibile Neuville!
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E incredibile M-Sport, che mantiene due Fiesta al comando del Rally più avvincente della stagione. Neuville e Tanak tentano il tutto per tutto, ma crollano entrambi nella penultima Speciale, Ogier è a un gradino dal Paradiso
29 ottobre 2017

Deeside, Galles del Nord, 28 Ottobre 2017. Il Galles ha il suo nuovo Re. Comunque vada a finire, Elfyn Evans è l’eroe già mitico del 73mo Whales Rally Great Britain. Incredibile performer, il pupillo di Malcolm Wilson sembra aver curato meticolosamente la sua cerimonia di consacrazione, aspettando il momento e preparandosi a mandarla in scena nel posto giusto, magico.

Ma non è magia, né un allineamento d’astri o la luna piena. Succedono, nello Sport come nella vita, dei fatti che si concatenano diventando meccanismi perfetti di un unico grande evento. Nessuno di questi è casuale. Alle spalle del successo c’è un Team, e non c’è dubbio che M-Sport sia oggi di gran lunga il migliore, c’è la gavetta, sono tre anni ormai che Elfyn ci provava seriamente, c’è magari un treno di gomme, D-Mack, e c’è una determinazione straordinaria che funziona come un enzima e innalza il grado di efficienza dell’insieme. Ci sono anche le Speciali di casa sua, d’accordo, e c’è anche il Pubblico della sua Terra, appassionati incredibili che si son dati appuntamento qui per celebrare il gran giorno.

Ecco come funziona che, fuori dalla mischia al calor rosso che tende il precario elastico che unisce Ogier, Tanak e Neuville, se ne esce un fenomeno di perfetta efficienza e fragorosa irriverenza. Questo Mondiale in Galles è il Mondiale di Evans, e di Daniel Barritt, certo e con tutto il rispetto per lo stillicidio di emozioni che lega il confronto, selezione ormai a perdere, tra i tre pretendenti al Titolo di Campione del Mondo.

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Evans è partito con un piano micidiale e spietato, ha vinto le prime cinque Speciali, una dietro l’altra senza una sbavatura, e ormai seminato il panico, ha conquistato una posizione pressoché inattaccabile. Intelligentemente, a quel punto a tirato i remi in barca. Al termine della Gartheiniog, poco oltre metà giornata di Gara, il vantaggio della Fiesta numero 3 era di 50 secondi, uno sproposito se si pensa al livello di pressione che soprattutto Neuville stava esercitando sul Rally, nel furioso inseguimento di quella vittoria che è l’ultimo appiglio per scalare la montagna. Sono vere due cose, in quel momento. La prima è che a Evans stavano andando tutte a meraviglia, con pieno merito, quindi, per il gallese che aveva elaborato la sua strategia alla perfezione. La seconda è che a Neuville continuavano ad andare in buona parte storte. I dieci secondi di penalità alla partenza non avevano fatto male al belga, che si era svegliato con la missione impossibile nelle braccia e, soprattutto, nella testa, ma erano pur sempre una condanna. Performance bellissime, una via l’altra, Neuville aveva recuperato lo svantaggio ed era passato dal 12° al secondo posto. Soprattutto era riuscito a stare davanti a Ogier e a Tanak, conditio sine qua non per continuare ad avanzare dei crediti sul Mondiale. Finale impietoso, lo scenario cambia drasticamente quando Neuville affronta l’ultima Aberhirnant nella nebbia fittissima, e lì che cede la seconda posizione, guarda caso proprio a Ogier.

Evans è partito con un piano micidiale e spietato, ha vinto le prime cinque Speciali, una dietro l’altra senza una sbavatura, e ormai seminato il panico, ha conquistato una posizione pressoché inattaccabile. Intelligentemente, a quel punto a tirato i remi in barca

Analogamente, Ott Tanak aveva tenuto alla perfezione la posizione, conservando a lungo la seconda piazza alle spalle dell’imprendibile Evans, ma ancora in piena bagarre con Neuville e Ogier. Più o meno nello stesso modo e nella stessa speciale, tuttavia, la Speciale nella nebbia vinta poi da Latvala, l’estone è passato dal terzo al sesto posto, mollando la presa e facendosi passare anche da Mikkelsen e Latvala, sino a quel momento consistenti ma non certo strepitosi.

È così che Ogier, pur resosi conto di non riuscire a tenere alle spalle gli avversari diretti, e soprattutto di non essere capace di reagire portando quell’attacco risolutore, ritrova una delle sue qualità più spiccate della stagione: la regolarità di… pazienza. Con il grande affresco finale chiarissimo nella mente, a un giorno dalla fine del Galles, Ogier rallenta fino quasi a fermarsi per guardarsi indietro. In effetti il pericolo è ancora lì, Neuville a mezzo secondo. Tanak invece non è più così sinistramente vicino, ma è vero non ci vuole molto, in un Mondiale così variamente imprevedibile e movimentato, per cambiare ancora le carte in tavola.

L’”altra” Gara, la terza del Galles di quest’anno che vede sui due piani principali la corsa di Evans e quella di Ogier, Neuville, Tanak e, ora, anche Latvala e Mikkelsen, è quella impantanata tra le difficoltà del momento particolarissimo. Basta un niente, infatti, e spariscono dalla scena principale nomi importanti o attesi, e pur bravi. Meeke, settimo nonostante due errori importanti, Hanninen, ribaltato proprio nella Speiale più corta, come a ricordare che non ci sono frangenti da prendere sotto gamba, Paddon, Lappi e Sordo, non certo reattivi come in altri momenti.

Al termine della maratona di diciassette ore di Gara, adesso tra Evans e la storia ci sono solo cinque brevi speciali e una quarantina di chilometri sotto stress.

Foto: Manrico Martella, Fabien Dufour, Jakub Pojmicz

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