WRC17 Wales GB. Fango 1! Ogier

WRC17 Wales GB. Fango 1! Ogier
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Shakedown e Visit Conwy Tir Prince, il nome è più lungo della prima Speciale, appena 1,5 chilometri. Alzano la testa Evans e Mikkelsen. Nel clamore snervante dell’attesa pochi indizi. Uno di questi è Ogier. Il debutto di Rovanpera
27 ottobre 2017

Deeside, Galles del Nord, 26 Ottobre 2017. Il Galles Gran Bretagna eredita il successo di Meeke in Spagna e, giustamente, assegna al britannico del… ovest, d’ufficio, un ruolo da protagonista. Meeke già sapeva che avrà i riflettori puntati sulla sua testa (e le lingue affilate degli appassionati puntate alla gola) e non vuole sentirsi dire che era o che è sotto pressione. “Sotto pressione io? Fa parte del gioco vivere momenti di alterne fortune…” - lascia intendere - ma certo, vincere in Spagna è l’elettroshock che funziona e restituisce fiducia, confermando che la Macchina c’è. Magari sull’asfalto. Il Galles è un’altra cosa, Kris lo sa e lo teme, considera il Wales GB come un Monte-Carlo sulla terra. Scivoloso, imprevedibile, “buio” nella foresta, ogni momento alla ricerca disperata del grip. C’è bisogno di una Macchina molto precisa, ben bilanciata e reattiva. Una bella sfida, sicuro, molto caratteristica ma incredibilmente bella. Meeke l’ha già accettata, ed è qui per onorarla. Ma non è il solo, e gli incentivi non mancano.

C’è grande fairplay. La vigilia non è rilassatissima ma non ci sono pietre dello scandalo, né pietre lanciate nello stagno a mo’ di provocazione. Acqua cheta, insomma, ma basterà una virgola di eccezione per agitarla, sicuro, perché l’atmosfera è carica di elettricità.

Ott Tanak, secondo in Campionato e ancora “papabile”, non fiata. Non si sbilancia e non vuole incidere minimamente sul momento felice che sta attraversando. Ancora di meno vuole minare la relazione idilliaca con il Team che lascerà alla fine dell’anno e con il Pilota di cui, in un certo senso, avrebbe dovuto prendere il posto rimendo con M-Sport. “Ambientone”. Ogier e Tanak chiamano Evans e si fanno ritrarre insieme, souvenir della triade che rappresenta il meglio della stagione 2017, e di Malcom Wilson, alla vigilia di un appuntamento comunque cruciale.

Anche Neuville rifiuta di sparare sul… Pianista. Denuncia la delicatezza della situazione. Non gli si può chiedere di vincere e di “abbattere” l’Avversario, non è nelle regole, e neanche di “gufarlo”. Ammette, certo, che senza un “aiuto” da parte del tetra Campione del Mondo la sua stagione è già segnata, al pari di quella di Tanak. Non dice, ma lo lascia capire con una sorta di persistente rimpianto, che il risultato, molto simile, esalta l’estone e mette a nudo i suoi errori. Fairplay anche in questo caso, Neuville propone un Galles come se niente fosse, senza rischi e possibilmente saggio, senza avversari diretti ma con uno scenario a disposizione dei colpi di scena. Per questo, in cuor suo, non demorde.

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E Ogier? Sfinito. Non riesce a far star zitti gli “investigatori” che lo sottopongono a un quarto grado costante. Elegante e “tirato” fa spallucce e ricorda che s’era detto di non parlare più del futuro, fino a che non fosse il momento, ma del presente che in un certo senso lo condiziona. Il presente è che Ogier vorrebbe vincere questo Rally in modo da chiudere la faccenda del quinto Titolo, ma è certo che va all’incrocio con una bella serie di incognite.

Per inciso “notizie” non ce ne sono, e l’ambiente in questo momento reagisce alimentando la tesi del “Sicuro, resta dov’è!”. Possibile, ma ancora possibile anche il conrtrario, o che si tratti del solito diversivo dato in pasto ai malati di curiosità.

Shakedown nella Foresta di Clocaenog. Ancora troppo fango “residuo” nonostante la bellissima, beh, con i nostri parametri bella, con i loro magnifica. Le strade si rovinano in fretta e non c’è molto da sperare. Se non hai fatto il tempo al secondo o terzo passaggio non lo farai più. Quattro tornate per la maggior parte degli Equipaggi, tre per Ogier e cinque per il cocciuto Sordo, che si impegna e “stacca” il secondo tempo. È una sorpresa? Il primo tempo è la ragione di quel boato che viene dalla foresta. Elfin Evans, che tutti vedono come il possibile profeta in patria del Galles 2017, è l’unico a scendere sotto i due minuti, addirittura tre volte su quattro tentativi. Terzo è Tanak, poi Latvala, Neuville e Paddon. Ogier solo settimo, Mikkelsen con la quarta Hyundai subito dopo, le Citroen dalla decima posizione, e abbiamo già capito che il risultato del “riscaldamento” vale ben poco.

Meglio l’indicazione della Speciale Numero 1, spettacolo all’ippodromo per altissima densità di pubblico a Nord del fiume Dee. Se non altro le differenze, anche di pochi secondi, restano a testimoniare che si inizia finalmente a fare sul serio. A qualcuno piace, ad altri no, a qualcuno va bene, ad altri così-così. Nessun dramma, solo qualche manifestazione un pelo esagerata. Neuville, terzo, non è contento, come se avesse un problema, Meeke, che “stalla” tirando il freno a mano, la prende male, Latvala si compiace, è secondo, e finalmente Ogier “è contento di essere lì, all’arrivo”. Che vuol dire? Che è riuscito a finire il chilometro e mezzo? No, tradisce una certa soddisfazione: primo, unico sotto l’uno e dieci. E poi sono contenti Tanak, quarto, Mikkelsen e Evans alla pari, stesso tempo, bene.

Venerdì corto e nervoso in programma. Molti trasferimenti, soprattutto quello finale, e nessuna assistenza. Meno di 120 chilometri in sei Speciali, tra cui la mitica Sweet Lamb, solo 4 chilometri e mezzo, e la ben più lunga Hafren, 35

Venerdì corto e nervoso in programma. Molti trasferimenti, soprattutto quello finale, e nessuna assistenza. Meno di 120 chilometri in sei Speciali, tra cui la mitica Sweet Lamb, solo 4 chilometri e mezzo, e la ben più lunga Hafren, 35. Da dove iniziare? Io direi dalla corsa-evento-battesimo di Kalle Rovanpera. Il finlandese, che ha corso con una Peugeot in Italia sotto la guida di Maestro Andreucci, ha compiuto 17 anni il 1° ottobre, il giorno dopo ha preso la patente nel suo Paese, e oggi, 26 Ottobre, debutta nel WRC. Segnate la data. quindici anni fa, proprio qui, succedeva la stessa cosa a Jari-Matti Latvala. All’ippodromo Rovanpera aveva sbagliato a montare i fari, puntavano in paradiso. Qualcuno, comunque, è già dietro, vedi Camilli o Suninen. Aspettiamo a dirlo.

Foto: Manrico Martella, Fabien Dufour, Jakub Pojmicz

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