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Deeside, Galles del Nord, 29 Ottobre 2017. Elfyn Evans, ventinove anni di Dolgellau, è il vincitore insieme a Daniel Barritt della 73ma edizione del Rally del Galles, la sua Terra.
Sébastien Ogier, 33 anni di Gap, è Campione del Mondo per la quinta volta, consecutivamente dal 2013 a oggi. Oggi con M-Sport, la stellare “Officina dei Campioni” di Malcom Wilson, che è Campione del Mondo Costruttori. La Storia del Mondiale 2017 si compie in Galles, nel segno della Factory di Dovenby Hall.
È un grappolo di vittorie, il distillato di una “temporada” avvincente e combattuta come non mai. Dopo una stagione quasi intera, manca solo l’Australia, tutto accade in un minuto. Evans, il pupillo di Wilson che vince il suo primo Rally, Ogier, che è ancora Campione del Mondo, M-Sport, di nuovo Campione del Mondo, Davide privato contro i Golia delle grandi Fabbriche schierate ufficialmente.
Evans è figlio d’arte, è cresciuto nelle officine fondate dal nonno a Dinas Mawdaw e quindi spostate a Dolgellau dal padre Gwindaf Evans, Campione britannico e principale mentore, e sponsor, del figlio che oggi lo ripaga con la moneta della vittoria. Evans c’era andato vicinissimo in Argentina, secondo a sette decimi da Neuville al termine di un Rally drammatico e avvincente, e secondo in Finlandia con una performance finale strabiliante, infilatosi all’ultimo momento tra la prima volta di Lappi e il miglior Hanninen di sempre. In Finlandia l’obiettivo era appannato dal ritiro di Ogier, ma in Argentina qualcosa si era già visto. Qualcosa di molto interessante, tanto è vero che quel muretto sul ponte della (parziale) sconfitta nell’ultima Speciale era sembrato qualcosa di profondamente ingiusto.
Meno male, c’è giustizia. Una bellissima giustizia, visto che la restituzione del “maltolto” è arrivata con la consacrazione magica nella cattedrale di terra del profeta in patria, e nell’anniversario della prima partecipazione di Evans a una Prova del WRC, profeticamente non a caso il Rally di Gran Bretagna del 2007.
L’ex collaudatore, e dal 2014 Pilota di M-Sport, ha portato la Fiesta della Ditta a una prova di forza straordinaria, bella come la dimostrazione data in Argentina, ed emozionante come il Sardegna del 2013, quando salì al volo sulla Macchina dell’assente Al Attiyah e così, a bruciapelo, ottenne uno straordinario 6° posto assoluto. Stoffa da fuoriclasse, esplosa quest’anno e consacrata qui, in Galles, a meno di cinquanta chilometri dalla casa di famiglia.
Questo Mondiale verrà ricordato anche per questo, per essere stato il trampolino di tre Piloti, Tanak, Lappi e Evans, che nel nuovo Regolamento, fatto anche per questo, hanno trovato la loro prima volta e il mezzo per rendere ancora più eccitante lo Sport più bello del Mondo
Questo Mondiale verrà ricordato anche per questo, per essere stato il trampolino di tre Piloti, Tanak, Lappi e Evans, che nel nuovo Regolamento, fatto anche per questo, hanno trovato la loro prima volta e il mezzo per rendere ancora più eccitante lo Sport più bello del Mondo.
Giornata dell’apoteosi, una passeggiata con i remi i barca lasciandosi trasportare dalla corrente. Evans non si lascia tentare minimamente, Malcolm Wilson ha ribadito più volte il concetto, e come per incanto scompare dalla bagarre. Un paio di quarti posti, anche un settimo, addirittura un undicesimo. Il Power Stage finale fissato in uno “scialbo” ottavo posto. Non importa, al traguardo c’è l’esplosione di dieci anni di attesa, il padre che lo abbraccia, Ogier Campione del Mondo, per la quinta volta appena pochi minuti prima, che si complimenta. Malcom Wilson, in disparte, che lascia andar giù una lacrima. Il Padre di M-Sport ha vinto la scommessa del secolo. Oggi ha vinto tutto. Non si può non commuoversi, o non farsi venire la pelle d’oca.
Ogier ha concluso la sua battaglia epocale, e con l’inseparabile Julien Ingrassia è Campione del Mondo per la quinta volta. Doveva aspettarsi un attacco di Tanak e di Neuville. L’estone è crollato e non si è più ripreso, al termine della seconda tappa, il belga ha tenuto fino alla fine, cercando disperatamente di raddrizzare con l’impossibile una stagione che accusa almeno un paio di errori, vistosi se non vogliamo definirli clamorosi, per parte, il Pilota e la Macchina. Il terzo posto finale, configurato al temine di un altro capolavoro di gestione delle risorse e dei nervi, e i due punti del Power Stage garantiscono a Ogier la conferma del Titolo, e quando Neuville parte nell’ultima Speciale, in diretta sotto gli occhi del Mondo, lo sa già, gliel’hanno detto via radio. I giochi sono fatti, all’Ufficiale Hyundai resta solo al possibilità di chiudere in bellezza, lasciando capire che… così è. Neuville surclassa tutti, anche sé stesso, e vince Brenig 2 davanti ai ritrovati Meeke e Latvala, e al persistente Ogier che, con il Podio del Galles, esplode tutto il carico di impegno che era stato compresso nell’impegno preso il 12 dicembre dell’anno scorso, e in un clima di assoluta sorpresa, quando il Campione del Mondo e Malcom Wilson si erano stretti la mano lanciando al nuovo WRC la loro sfida e scommessa.
Ogier e Ingrassia hanno vinto il loro quinto Mondiale combattendo e soffrendo, ma soprattutto razionalizzando al massimo risorse e circostanze. Hanno vinto due volte, Monte-Carlo e Portogallo, tre volte hanno concluso al secondo posto, Messico, Corsica e Spagna, e quattro volte al terzo, Svezia, Polonia, Germania e, ora, Galles. Quarti in Argentina e quinti in Italia, registrano il solo, sfortunato ritiro del Finlandia, il Rally che ha rimesso in pista Neuville e Tanak. In totale sono nove podi che si aggiungono ai successi, per un totale di 215 punti contro gli attuali 183 di Neuville. Niente da fare per il Belga, niente per Tanak, compagno di Squadra eccellente che torna al terzo posto con 169 punti e che alla fine dell’anno lascerà il Costruttore Campione del Mondo.
È il capitolo della Storia mondiale di Ogier senz’altro più difficile. Non parliamo delle incredibili stagioni dal 2013 al 2016. Nove, otto, otto e sei vittorie per stagione, i 290 punti del 2013 contro gli appena 176 di Neuville, ancora lui lo sconfitto. Parliamo di una stagione tra gli “umani”, nella scommessa di un Davide del WRC contro i Golia della più forte tradizione del Motorsport. Ma il palmares del Campione di Gap è andato avanti, inarrestabile, e racchiude oggi 40 vittorie, da Portogallo 2010 a… Portogallo 2017 e, difficile dirlo, ben oltre 500 prove speciali vinte.
Un Asso che quest’anno ha sofferto, con risorse relativamente limitate ma con l’impegno vincente delle Fiesta di M-Sport, rivelatesi le Macchine certamente più duttili ed efficienti, le più facili da guidare ma anche da mettere a punto. Filosofia di disegno e principi, o solo… pochi soldi a disposizione per creare un “mostro”? Tutti sono d’accordo, Wilson e Carriero che sono tra i principali artefici del Progetto, convergono nell’idea vincente che non è fondamentale avere molti soldi, ma resta basilare fare le cose bene, benissimo, meglio che si può con le risorse a disposizione. È così che, dopo il successo del 2006, M-Sport è Campione del Mondo Costruttori.
Il triplo successo maturato al termine del “WRGB” non è certamente un caso, un colpo di fortuna, ma il premio certamente all’intelligenza e alla coerenza di una lunga serie di scelte. Il Campione del mondo che si conferma, il pilota collaudatore che vince il Rally, il Costruttore che primeggia nell’arena delle belve
Il triplo successo maturato al termine del “WRGB” non è certamente un caso, un colpo di fortuna, ma il premio certamente all’intelligenza e alla coerenza di una lunga serie di scelte. Il Campione del mondo che si conferma, il pilota collaudatore che vince il Rally, il Costruttore che primeggia nell’arena delle belve. Di tutto questo si sapeva solo che Ogier è il Campione dei Campioni. Oggi sappiamo con certezza che M-Sport è in grado di fare le Macchine più forti del WRC, le famose ”Plus” che hanno cambiato la faccia del Mondiale, quest’anno, e che per metterle a punto e svilupparle il Costruttore si è avvalso anche dell’opera di un Pilota dalla eccezionale sensibilità, oggi servita per una favolosa consacrazione personale e del Gruppo.
Dai, manca solo una “piccola” rivelazione e il quadro è completo, il puzzle chiuso.
Foto: Manrico Martella, Fabien Dufour, Jakub Pojmicz