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Salou, Spagna, 8 Ottobre 2017. Quattro punti fermi. Uno. Niente da fare per nessuno, Kris Meeke e Paul Nagle trionfano dominando in lungo e in largo il Rally Catalunya – Costa Daurada, e la Citroen C3 WRC ritrova la competitività assoluta. Due. M-Sport è ormai a un passo dal Titolo Mondiale Costruttori che si può aggiudicare con un Rally d’anticipo sul finale del Campionato, Australia, anche solo portando due Macchine al traguardo nel Rally del Galles, cento chilometri da casa. Sarebbe la prima volta del Team privato di Malcom Wilson, Ford aveva vinto i Titoli 2006 e 2007 con le Focus RS WRC, ma questa diventerebbe (diventerà) tutta un’altra storia. Tre. La corsa a inseguimento di Thierry Neuville e di Hyundai ai Titoli Piloti e Costruttori subisce una grave battuta d’arresto in Spagna, e il Team Hyundai affonda suo malgrado nella più grottesca delle disfatte: tre Macchine, Sordo, Mikkelsen e Neuville, uscite di scena per lo stesso motivo e secondo una stessa, cinica dinamica. L’ultima l’ultimo giorno, quella di Thierry Neuville, ormai fuori quota in quanto a credito con la fortuna. Quattro. Dita incrociate, ma la faccenda è diventata pro-forma. Con il secondo posto del Catalunya e lo “zero” di Neuville, Sébastien Ogier si avvia a conquistare il quinto Titolo di Campione del Mondo Piloti, facendo sconfinare la serie iniziata e consolidata con Volkswagen nella stupenda favola M-Sport, non ancora finita di scrivere e già formidabile, storica. Per inciso, con il piazzamento del Rally di Spagna, Ogier fa piazza pulita anche di una grande seccatura: fino a nuovo ordine, non dovrà più rendere conto a nessuno dell’equilibrio che lo lega al compagno di squadra Tanak, ultimamente al centro delle solite illazioni. Pur bravissimo l’estone, terzo assoluto e ormai in corsa al fianco di Neuville per la conquista del titolo di Vice Campione del Mondo, si è dovuto inchinare al “vero” Ogier.
Meeke ha costruito una vittoria che è semplicemente fantastica, letteralmente incredibile per gestione e per chiave di lettura strada facendo, ovvero alla luce degli sconcertanti eventi dei sette Rally Mondiali successivi alla vittoria messicana, prima e, fino ad oggi, ultima della serie Citroen
Meeke ha costruito una vittoria che è semplicemente fantastica, letteralmente incredibile per gestione e per chiave di lettura strada facendo, ovvero alla luce degli sconcertanti eventi dei sette Rally Mondiali successivi alla vittoria messicana, prima e, fino ad oggi, ultima della serie Citroen. Quando l’irlandese ha mandato la C3 WRC in testa coda nel corso dell’ultima Speciale del primo giorno era legittimo chiedersi se Meeke stava una volta di più osando oltre il limite. “Graziato” o bravo, Meeke riportava la Macchina in traiettoria e restava terzo, a tre secondi dalla leadership in quel momento di Mikkelsen, ”arma” Hyundai chiamata sulla i20 in aiuto di Neuville. Il vero Meeke messicano si affacciava al termine della prima speciale del secondo giorno, quando ribaltava la situazione e, vincendo la prima Montmell, passava al comando della Corsa. D’un colpo tutte le remore del recente passato andavano in archivio e la ragione passava dalla parte della perseveranza Citroen. Da lì in poi è stato un crescendo per tutto il giorno, con Meeke perfetto gestore del patrimonio di vantaggio accumulato all’inizio e fatto lievitare con pazienza e intelligenza.
Infine l’esplosione dell’ultimo giorno. Prima della terza Speciale, la prima Santa Marina, Meeke aveva già 18 secondi di vantaggio ma erano ancora tutti lì. Tanak instancabilmente in vena di iniziative, Ogier che “doveva” metterlo dietro per sistemare la questione “interna” e favorire la propria corsa al 5° Titolo, Neuville a cui non restava nient’altro da fare che votarsi ad un assalto spregiudicato e senza alternative, a testa obbligatoriamente bassa poiché non poteva più contare sull’aiuto di Mikkelsen e Sordo, entrambi usciti di scena nello stesso punto della 12ma Speciale. Quindi Meeke non poteva rilassarsi. Non lo avrebbe fatto comunque, il miglior modo per tenere viva la concentrazione è alzare il livello della partecipazione, ma non aveva ragioni per farlo poiché stava volando con la Macchina dei sogni. Prestare il fianco a un attacco avrebbe voluto dire perdere l’opportunità di cambiare il corso della storia, e l’irlandese sa bene cosa vuol dire scivolare verso il fondo del barile per risalire più forti di prima.
Il ritiro di Neuville, sfortunata e immeritata disfatta del Team nel momento cruciale della stagione, accuratamente pianificato con grande dispendio di risorse, cambiava di poco la situazione. Ogier era liberato dal peso dell’avversario diretto nella corsa al Titolo, ma aveva sempre la spina di Tanak nel fianco, e Meeke non aveva mollato di un millimetro la pressione sull’acceleratore. Ci si chiedeva se il gioco, un successo sempre più probabile e di grandi proporzioni, valeva la candela, il rischio cioè di rovinare tutto per aver alzato troppo l’asticella. Nell’incertezza, nostra, Meeke continua a vincere, una Speciale dietro l’altra, cinque su cinque, e a staccarsi progressivamente dal plotone, sempre più ridotto e sempre più nominale, degli inseguitori.
Il Rally di Spagna è sempre rischioso, selettivo e impietoso. Latvala nella sesta, poi Mikkelsen e Sordo insieme nella 12ma, quindi Neuville, già graziato nella 4a ma non risparmiato dalla 16ma Speciale, e ancora Lappi, KO alla 17ma… ripresa. Non c’era pace, e intanto Meeke continuava a macinare tempi, vittorie e vantaggio facendo crescere contemporaneamente passione e apprensione per quella performance eccezionale ma un po’ fuori dalle righe, dalla logica poiché non cerano elementi per scommettere sull’infrangibilità della Macchina e del pilota.
Di sicuro, in Galles M-Sport va in orbita, e poi tocca a Ogier, scaramanzia ormai permettendo, magari ancora prima del finale australiano di una bellissima, avvincente stagione di WRC
Si va al Power Stage, ci sono 15 punti in palio, distribuiti meritocraticamente ai primi 5. Sono tanti, quanti bastano per infiammare anche la più certa delle corse. Certi che nessuno si sarebbe risparmiato, più che eccitati si era ansiosi, perché stanchi di colpi di scena. Tranquilli, nessuna sorpresa, nessuna cattiva intendo. Tutti all’assalto dei 5 punti, e finale da grande logica, tranne la sorpresa Sordo che, specialista e vendicativo, metteva tutti in fila offrendo così a Hyundai un bicchierino di gioia e di rimpianto. Alle spalle dello spagnolo tutto in ordine: Meeke, Ogier, Tanak, Hanninen, sopravvissuto eccellente del Toyota Gazoo Racing, altra Squadra in week end no. Meeke taglia il traguardo e vola su tetto della C3 WRC con Nagle, secondo successo dell’anno e quinta vittoria di carriera, poi salta giù e abbraccia figli e moglie, e si sfoga commosso. Matton, Besse & Co., commossi anche loro in diretta dal Parco Assistenza. Per il Pilota e per il Team, non disgiungibili da Marca e Modello, finalmente di nuovo sulla cresta dell’onda, è un gran giorno.
Per Citroen è un’iniezione di sicurezza, ma lo è anche per il Mondiale. M-Sport e Sébastien Ogier hanno fatto un grande passo avanti, un salto. Il Pilota vola a 198 punti, Tanak sorpassa di un punto Neuville e sale a 161, il “Costruttore”, Malcom Wilson Enterprise”, è nella stratosfera, 358 punti contro i 275 di Hyundai. Di sicuro, in Galles M-Sport va in orbita, e poi tocca a Ogier, scaramanzia ormai permettendo, magari ancora prima del finale australiano di una bellissima, avvincente stagione di WRC.
Foto: Manrico Martella, Carlo Franchi, Demis Milesi ,Jakub Pozmic, Fabien Dufour, Jeremy Guerard