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Alzenau, 20 Aprile. Rally Monte-Carlo, 13ma prova speciale, la Bayons-Breziers di 25 chilometri. Thierry Neuville, in testa al Rally con la Hyundai i20 Coupé e 51 secondi di vantaggio su Ogier, urta un “oggetto non identificato”, va largo e si ferma. Gara buttata. Lo ritroviamo in Svezia poco dopo. Al termine della prima Tappa si può dire che il belga abbia ritrovato tutta la sua sicurezza e, abbandonato il pensiero nero che lo perseguita dal “Monte”, tutta la serenità necessaria per cancellare l’esperienza frustrante e sfortunata nella competitività della i20. Diceva allora il suo Team Manager:
Michel Nandan: “Thierry lo è, di solito, un Pilota tranquillo. Già dalla fine dello scorso anno ha ritrovato il suo “modo tranquillo”. Si sentiva bene nella macchina e ora ci si sente ancora meglio. È un Pilota che va forte e che ha bisogno di avere fiducia nella Macchina. A Monte Carlo ha fato una bella gara, l’errore è una cosa che può succedere, ma si è ripreso immediatamente, ha riparato la macchina ed è uscito dalla prova. Non ha mollato e ha fatto l’unica cosa che gli restava possibile: vincere il Power Stage. La Macchina andava bene e il Pilota ha fatto la differenza.”
La gara riprende, e i trenta secondi di vantaggio diventano 45, Neuville passa la 13ma Speciale “maledetta”, vince la 14ma e si avvia a concludere anche la seconda Tappa largamente in testa. C’è un ultimo show, la “ippica” Karlstadt di 1.900 metri tutti per lo spettacolo. Un urto millimetrico, neanche il caso di chiamarlo “errore”, un braccetto rotto e la Macchina si ferma definitivamente sotto i riflettori. Incredibile. È un altro “zero”, il secondo consecutivo, Latvala raccoglie l’offerta e porta la Toyota alla prima vittoria. Non è una bella serata, e quelli successivi non possono essere bei giorni. Meglio non andare a chiedere, lasciamo andare le vicende da sole.
Messico con un sacco di problemi per tutti, ma non gravi e casuali quelli di Hyundai, Meeke va a vincere rocambolescamente, Neuville è terzo alla fine della prima tappa, terzo alla fine della seconda e terzo anche alla fine del Rally. Vince ancora il Power Stage. Un sospiro di sollievo, importante, il vantaggio di posizione iniziale di Hyundai è svanito, i punti vengono raccolti dove si può, o dove la sfortuna si dimentica di andare a cercare il suo obolo, ma la strada sembra riaperta.
E si arriva al Corsica. Cronaca. Neuville è terzo alla fine della prima tappa. Non sembra voler partecipare alla bagarre di testa che vede uno scatenato Meeke a caccia… di guai. Ma non è così. Non appena inizia la seconda, Neuville scatena un inferno. Il Mago di Partinico dice: “Occhio. Chi vince la prima di sabato vince il Rally!” Neuville vince la prima e anche la seconda, la doppietta iniziale lo porta davanti a Ogier, al secondo posto, e i guai di Meeke lo catapultano in testa al Rally. Neuville è andato a cercare ogni secondo utile per fare la differenza, e quando anche Ogier si deve arrendere gli occhi del Campione hanno ritrovato il “mordente”, e quella assolutamente necessaria serenità che serve per passare di nuovo sopra un frangente psicologicamente micidiale. Neuville è in testa, abbondanti 40 secondi di vantaggio, due PS alla fine, si ripresenta lo spauracchio. Neuville aggredisce lanciando la i20 inaspettatamente all’attacco, forse del fantasma. Una volta debellato torna a galla la missione più importante, vincere il Rally. Non importano più i punti del Power Stage, questa volta, Thierry “leva” e va a vincere.
Ora possiamo chiedere di nuovo, senza più bisogno di incrociare le dita. Quale è lo stato d’animo adesso, dopo che la troppo sospirata prima vittoria della stagione di Hyundai è arrivata?
Michel Nandan. “Diciamo che, dopo aver fatto un po’ un buco nell’acqua a Monte Carlo e in Svezia, volevamo, dovevano ottenere “almeno” una vittoria. L’abbiamo avuta dopo tre Rally del Mondiale che corre forte e che sembrava non volerci aspettare, ma adesso possiamo ricominciare a lavorare sulla Macchina, sulla sua evoluzione. Diciamo ricominciare, ma non abbiamo mai smesso, solo che il contesto sembrava non volerci riconoscere. E diciamo anche che adesso siamo un po’ più sereni.”
Non ci sono stati momenti o situazioni realmente difficili. Ne abbiamo parlato ma non abbiamo messo il coltello alla gola del Pilota. Credo che abbiamo trovato il modo di superare il momento lavorando tutti insieme e concentrandoci al massimo sul fare tutto il possibile e tutto il meglio
Che la macchina fosse competitiva si era già visto, subito, ma quel piccolo vantaggio di evoluzione sulle macchine totalmente nuove che potevate avere all’inizio della stagione, intanto se n’era andato. Adesso si riparte, rassicurati?
MN. “È vero. Quel piccolo vantaggio che potevamo avere all’inizio, non preso e sfruttato subito, dopo non esiste più. Abbiamo però cercato di andare a prendere comunque tutti quei punti che potevamo ancora ottenere e, con la vittoria di Thierry, io credo che adesso possiamo considerare anche il nostro Campionato nella direzione giusta.”
Adesso possiamo dirlo. Ci sono stati momenti difficili nella relazione con il Pilota, o siete riusciti a sdrammatizzare?
MN. “No, non ci sono stati momenti o situazioni realmente difficili. Ne abbiamo parlato ma non abbiamo messo il coltello alla gola del Pilota. Credo che abbiamo trovato il modo di superare il momento lavorando tutti insieme e concentrandoci al massimo sul fare tutto il possibile e tutto il meglio. Questo è stato il modo, e penso sempre che sia la cosa migliore da fare quando ci si trova in situazioni come queste. La ripresa è stata progressiva ma è iniziata subito. Più confidenza in Messico, il podio, e poi la vittoria in Corsica. Ripreso il treno della stagione!”
Pietra sopra. Guardiamo avanti, allora. Per esempio, quando potranno servire i dati raccolti durante la campagna vittoriosa di Corsica, in quali altri Rally più avanti?
MN. “Secondo me quello che abbiamo visto in Corsica di sicuro servirà per la Germania, e poi di sicuro per una parte della Spagna. Sono dati che ci danno la possibilità di fare delle evoluzioni che abbiamo già in mente.”
Direi che Thierry non ha mai avuto dei veri dubbi sul fatto di poter combattere per il Titolo. È vero che quest’anno, specialmente dopo lo Svezia, è stato messo a dura prova, però secondo me adesso è molto più forte
Anche il fatto che non avete avuto problemi in Messico, a parte quello casuale ai filtri di benzina, è anche questo un dato utile per il prossimo Rally Argentina, per esempio?
MN. “Io direi di sì, anche se l’Argentina è molto più duro per il tipo di… non-strade. È vero che il Messico sarà utile, almeno come buon punto di partenza, sia per l’Argentina che per la Sardegna, contando sempre sul fatto che ci sono delle differenze che portano a situazioni nuove, ancora da scoprire.”
Scusa, il tarlo che ha mosso tutto questo. Thierry è, secondo te, completamente recuperato? È il Pilota che può vincere con Hyundai il Mondiale 2017?
MN. “Sì, io direi che Thierry non ha mai avuto dei veri dubbi sul fatto di poter combattere per il Titolo. È vero che quest’anno, specialmente dopo lo Svezia, è stato messo a dura prova, però secondo me adesso è molto più forte. La vittoria aiuta molto, anche ad acquisire definitivamente il fatto che, comunque, anche in quelle Gare andate male lui era lì, in testa, competitivo con la Macchina. Secondo me le cose sono di nuovo nella direzione giusta anche per lui, nella realtà e soprattutto nella sua testa.”
La Hyundai di oggi è la macchina che vi auguravate durante l’inverno? Il vostro lavoro è completamente soddisfacente?
MN. “Il fatto è che sapevamo più o meno dove eravamo, ma come tutti gli altri non esattamente dove. Eravamo più o meno contenti del lavoro fatto, ma c’era una grossa incognita: quale sarebbe stato il livello di performances contro gli altri? Adesso, tenuto conto che sappiamo di dover lavorare su certi aspetti, lo vediamo tutti, la i20 Coupé va veramente bene, è già abbastanza affidabile, può giocarsi un ruolo da protagonista. Più che contenti, e lo siamo, direi che oggi siamo un po’ più sereni.”
Tenuto conto che sappiamo di dover lavorare su certi aspetti, lo vediamo tutti, la i20 Coupé va veramente bene, è già abbastanza affidabile, può giocarsi un ruolo da protagonista. Più che contenti, e lo siamo, direi che oggi siamo un po’ più sereni
E cora che siamo più sereni, possiamo parlare… più serenamente anche degli altri?
MN. “Iniziamo a dire che secondo me non sono tanto lontani. Siamo tutti piuttosto vicini, invece. Già dal Monte-Carlo abbiamo visto che tutte le macchine sono più o meno lì. Possiamo dire che su certi tipi di terreno quella macchina va un po’ meglio di quell’altra, ma sostanzialmente nessuno si è perso per strada. C’è un altro fatto, e cioè che anche al livello dei Piloti c’è una grande varietà di possibilità e di competitività. Ne risulta quello che ci aspettavamo e che l’introduzione del nuovo regolamento auspicava, ovvero un campionato molto bello e molto combattuto.”
Di nuovo un piccolo vantaggio per voi, che in un solo Rally avete dimezzato la distanza dal vertice tornando a grande velocità in corsa?
MN. “Sì, certo, come dicevo poco fa la cosa importante è che possiamo ricominciare a vedere il seguito della stagione in un modo un po’ più sereno.”
Una vecchia curiosità, per concludere la “sdrammatizzazione”. Che significato ha questo autentico “Palazzo Hyundai” che è la vostra “tenda” al Parco Assistenza? C’è un messaggio?
MN. “Il “Palazzo” è un qualcosa che è stato voluto dalla Hyundai, dalla Corea. Sostanzialmente volevano realizzare qualcosa dove si potesse lavorare su tutto insieme, le macchine, il Team, i Giornalisti, gli Ospiti, i Fans. Una unità dove tutto questo potesse essere fatto al massimo livello. Ne è uscito, come dite voi, il “Palazzo”. Non credo che ci sia un messaggio, ma se vogliamo trovarcelo direi che è quello di voler fare le cose, tutte le cose secondo il loro e il nostro principio, nel modo migliore possibile.”