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Bastia, 10 Aprile 2017. Attorno al termine “Boss” ci si può muovere in molti sensi. La prima cosa che viene in mente è di associarlo all'idea del “capo” di una "gang”, ma nella più realistica e varia contemporaneità tale luogo comune si è smorzato e, allontanandosi sempre di più dall’accezione “cattiva”, si concede a connotazioni più sobrie, famigliari, addirittura a figure di saggezza o carismatiche. Ecco, allora, che saltano alla mente diversi tipi di “Boss”. Come Bruce Springsteen, che non lo sa nemmeno lui, e non gli piace, perché anche Obama l’ha chiamato “Boss”, o come il velocissimo veliero Hugo Boss con il quale Thomson ha volato sugli oceani della Vandée Globe facendo impazzire appassionati e contamiglia. Tutto d’un tratto, ecco che spunta Malcolm Wilson, il… Boss di M-Sport, e in effetti, riflettendo, si deve ammettere che l’inglese è una figura particolare, in un certo senso unica. Se si parla del circus del WRC, infatti, e se si conviene che Springsteen era detto “Boss” perché era colui che pagava di tasca sua i componenti della Band, allora Malcolm Wilson è l’unico autentico, o almeno… il più “boss” di tutti.
Malcolm Irving Wilson, Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico, è il Team Manager della Squadra che fa correre quest’anno il Campione del Mondo Sébastien Ogier, ma ne è anche il fondatore, il proprietario e l'amministratore, il Manager. Mister “M”, 61 anni, nato a Cockermouth, è il “padre padrone”, come si diceva una volta, ma illuminato, di M-Sport. Più “boss”, più “capo” di così…
Leggenda e verità si incrociano e si arricchiscono, come sempre ogni volta che si parla di una realtà che si avvolge nel mito del successo. Malcolm Wilson ha corso nel WRC, ma il suo ”pallino” era già quello che c’è alle spalle del successo, l’Organizzazione. Il Team, la cura e la preparazione delle Macchine, fare le cose con passione e con quel piglio di genio che, uniti nella volontà, producono la qualità.
Quasi venti anni di Corse come Pilota, ha guidato generazioni di Ford e Macchine mitiche come la Metro Gruppo B, è stato Campione d’Inghilterra, ha vinto 29 Prove Speciali nel Mondiale WRC, terzo assoluto in Nuova Zelanda nel 1989 e in Inghilterra nel 1993, e ormai ben più di vent’anni di Corse come Preparatore-Costruttore, con una lunghiussima stringa di successi culminata con la conquista dei Titoli WRC Costruttori nel 2006 e 2007.
La “leggenda” narra che quando Malcolm Wilson venne interpellato per diventare il “Boss” della Squadra Ufficiale Ford, la proposta iniziale fosse quella di montare l’operazione negli Stai Uniti. Si dice che Wilson ci pensasse un poco, ma che poi ringraziando rifiutasse per privilegiare la volontà della famiglia che preferiva rimanere in Inghilterra. Probabilmente anche ammirati dalla personalità e dai suoi principi, si dice che fu allora Ford, poco dopo, a tornare sui suoi passi e a proporre, contratto in mano, di gettare le fondamenta del nuovo Quartier Generale Ford WRC in Inghilterra. Del resto è facile pensare a un legame speciale tra Wilson e le persone attorno a lui, basta ricordare che ci sono collaboratori, di indubbio valore certamente, che lavorano in M-Sport da quarant’anni!
La formula vincente di Wilson è sempre stata quella di continuare sulla strada originale e, Casa costruttrice o no al suo fianco, preparare, costruire e far correre Vetture da Corsa accessibili e vincenti. È il caso attuale delle R5 e delle WRC+, Macchine competitive e… possibili. L’altra faccia della Formula “M” è un certo coraggio, la determinazione a voler riuscire anche nelle imprese più impegnative, sorprendenti o ritenute impossibili. E questo è, finalmente, il caso dell’”acquisizione” di Sébastien Ogier. È chiaro che “ereditare” il Pilota Campione in carica e da quattro anni imbattibile è una responsabilità enorme, con molto da guadagnare, a patto che tutto funzioni alla perfezione, e anche molto da perdere, e per quello basta un’inezia. Ma è lì che entrano in ballo gli aspetti più interessanti del Personaggio e del suo modo di pensare e operare.
Per prima cosa Wilson poteva contare su un buon rapporto con Ogier. Ma in fondo era tutto qui, la possibilità, insomma, di sedersi a un tavolo. Poi c’era la macchina, completamente nuova, come tutte le altre, per la quale M-Sport aveva lavorato sino a quel momento in una prospettiva più “universale”, ovvero della Macchina da dare a un Pilota-Team genericamente cliente, quindi non precisamente personalizzata. La Macchina doveva essere buona. E la Fiesta RS WRC+ lo è, altrimenti Ogier da quel tavolo della trattativa, amicizia o no, si sarebbe alzato subito. Infine, passando attraverso il coraggio di investire fortissimo dando di fatto una spinta colossale agli obiettivi e alla Storia di M-Sport, quel inusuale, oggi, senso di responsabilità che definisce il carattere del “soggetto”. Malcolm Wilson ci ha messo la faccia, pronto ad attirare su di sé ogni dardo di possibile critica, sfidando l’intero “establishment” di facili luoghi comuni e di scuse. Credete a me, conosco autentici fuoriclasse francesi, e quasi mai è facile trattare con questa “materia”. Wilson ne è senz’altro al corrente, non si lascia intimorire e va per la sua strada. Ha attirato su di sé e su M-Sport l’intero carico di responsabilità, e ogni volta che qualcosa non funziona la “colpa” è sempre dalla Struttura a disposizione di tanto Pilota. Pensateci bene, è un caso raro. Grande ammirazione!
Il “sodalizio” a oggi funziona. Ogier e la Fiesta WRC+ Made by M-Sport ha ottenuto quattro podi in quattro Rally, Ogier è primo nella graduatoria Piloti e la Ford nella classifica Costruttori.
Come è successo, come è nato tutto, da Pilota a Costruttore Manager, Team Manager del tuo Team M-Sport?
Malcolm Wilson. “Ad essere sinceri, mi considero un po’ business man si da prima di diventare Pilota. Ho iniziato il “business” vero e proprio nel nostro settore nel 1997, ma già prima, mentre pensavo a correre, seppure in tono minore avevo questo obiettivo. Nel 1995 ho smesso di correre e mi sono concentrato sul lavoro. Comunque, già negli anni 1993, 1995 con il Team avevamo saputo costruire una carriera e un’immagine di successo, e avevamo già vinto 11 Titoli Regionali con le nostre Escort Cosworth. Certo, quando Ford ci propose il suo contratto alla fine del 1996, tutto prese una piega più marcata, ed è stato allora che abbiamo cambiato il nome del Team da Malcom Wilson a M-Sport.”
Nel 1996 e 1997 avete vinto il Titolo Costruttori. Come mai, allora, più tardi Ford smise di coinvolgervi e di ritenervi loro Team Ufficiale?
MW. “Fondamentalmente Ford si è ritirata ufficialmente, alla fine del 2012, per una situazione che era molto chiara a quell’epoca e che non dipendeva dallo Sport. Ford Europa stava perdendo soldi, e aveva chiuso anche una Fabbrica in Belgio. Di conseguenza fu deciso di cancellare anche il programma WRC. Come potete immaginare fu una doccia fredda, per me una specie di shock.”
L’impegno con Sébastien è stata una mia decisione, un’opportunità che dovevo afferrare al volo. Ho sentito che era un’occasione che non si sarebbe presentata una seconda volta. È stato allora che ho preso la decisione professionale forse più grande della mia vita: investire su di lui
Uno shock, ma forse anche l’occasione, la spinta per tirare fuori la grinta dell’”antico” business man?
MW. “Sicuramente la decisione mi ha spinto a rivedere la mia situazione, e a coniugare la vecchia passione con l’esperienza del lavoro. Fortunatamente avevamo un poco di base, e quindi arrivò la possibilità di lavorare con la Squadra del Qatar e di Nasser Al-Attiyah. Certamente gli anni 2013 e 2014 sono stati molto difficili, ma fortunatamente abbiamo trovato il modo di andare avanti. A quel punto dovevo prendere una decisione, e sentivo che la chiave era fare dell’esperienza WRC ad alti livelli la nostra bandiera. Siamo stati sostenuti dal successo della formula FIA, e certamente dal persistente grandissimo supporto tecnico di Ford. Così siamo ancora qui.”
Però proprio al Monte-Carlo di quest’anno, forse in clima di complimenti, è sembrato quasi che Ford riscoprisse la vostra presenza, attraverso la vittoria di Ogier, e il vostro valore nel WRC, addirittura manifestando il proposito di poter ripensare la politica di collaborazione con un nuovo pensiero all’ufficialità. È una possibilità?
MW. “No, non credo, non ci sono cambiamenti al momento, e l’impegno con Sébastien è stata una mia decisione, un’opportunità che dovevo afferrare al volo. Ho sentito che era un’occasione che non si sarebbe presentata una seconda volta. È stato allora che ho preso la decisione professionale forse più grande della mia vita: investire su di lui, su Sébastien Ogier. Speriamo che funzioni, che ci serva per trovare degli Sponsor, o per convincere Ford a tornare. Per questo lavoriamo molto forte, e aspettiamo di vedere cosa succede. Abbiamo avuto un avvio di stagione eccellente, continuiamo e continueremo ad impegnarci al massimo, e spero che potremo continuare così fino alla fine dell’anno.”
Come Pilota hai ottenuto, nel WRC, due podi, e come costruttore due Titoli iridati. È arrivata l’ora di completare finalmente l’opera e di vincere anche il Titolo Piloti, e tutti quelli disponibili?
MW. “Questo è l’obiettivo. Non lo nascondiamo, non potremmo puntare a qualcosa di meno avendo con noi il Campione del Mondo. E se non dovesse succedere non potremo dare la colpa al Pilota. Dunque sappiamo con chi dobbiamo eventualmente lamentarci. Penso che possiamo andare a correre ogni Rally con la fortuna e l’opportunità di lottare per la vittoria. Se ci riusciamo sarebbe fantastico, anche e soprattutto perché siamo un Team privato.”
Due domande interconnesse. Anche tu sei stato sorpreso dalla decisione di Volkswagen di ritirarsi? E quanto è stato difficile concludere l’accordo con Ogier?
MW. “Penso che siamo stati tutti presi di sorpresa, più o meno, dal ritiro di Volkswagen. Era successo anche a me quando Ford decise di abbandonare, e so esattamente cosa significa. Okey, sorpreso, ma d’altra parte è nella logica delle cose, le Case un giorno arrivano e un giorno se ne vanno. Volkswagen ha messo molto nel WRC, non solo le vittorie. Ha portato un contributo tecnologico importante, di immagine. Sicuramente tutto questo mancherà. D’altra parte, siamo entrati nell’era più emozionante del WRC, direi addirittura dall’epoca delle Gruppo B. Emozionanti sono le nuove Macchine, fantastiche da vedere, emozionanti i Rally, che stanno attraversando un buon momento. Certo, non appena la notizia è diventata pubblica, abbiamo iniziato a parlare con Sébastien. Per prima cosa mi interessava che avesse in approccio realistico, che provasse la nostra Macchina e che ci si sentisse a suo agio. Poi, chiaramente, subito dopo l’Australia, le negoziazioni si sono fatte più concrete e interessanti, e hanno richiesto un po’ di tempo...
Non troppo tempo, si direbbe…
MW. “… un tempo piuttosto lungo, direi invece, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e Ogier è venuto con noi.”
C’è da pensare che aveste già una buona relazione, ma soprattutto che gli sia piaciuta la vostra Macchina?
MW. “Sì. Non avrei voluto che venisse con noi se non si sentiva bene con la Macchina, se non ne fosse stato felice. Questo era il primo passo, essenziale. Sì, già nel 2011 eravamo stati vicinissimi a un accordo, e quindi volevo essere sicuro che si partisse dalla soddisfazione per la Macchina. Quando Ogier si è dichiarato contento, allora abbiamo cominciato a stringere e abbiamo trovato i termini dell’accordo.”
Già nel 2011 eravamo stati vicinissimi a un accordo, e quindi volevo essere sicuro che si partisse dalla soddisfazione per la Macchina. Quando Ogier si è dichiarato contento, allora abbiamo cominciato a stringere e abbiamo trovato i termini dell’accordo
Quanto è cambiato nel tuo Mondo, dagli anni in cui tu correvi a oggi che sei Manager, Costruttore, “Rappresentante Ufficiale”?
MW. “Cosa è cambiato? Molte cose, indubbiamente, sotto il profilo della qualità tantissimo, ma direi che da noi è cambiato soprattutto il numero di persone coinvolte nei nostri progetti. Oggi impieghiamo 246 persone nella nostra sede originale in Cumbria, Inghilterra, e 38 nella nuova unità in Polonia che è agli inizi dell’attività. Questo è il cambiamento più grande, insieme al numero delle discipline in cui siamo coinvolti. Oltre al WRC è il WRX, il GT e altre, e dunque l’intero panorama del lavoro è cambiato, con un sempre maggiore coinvolgimento in settori sempre più tecnici, organizzativi, logistici. Indubbiamente, essere impegnati in un’operazione così grande comporta molti benefici e anche molte responsabilità, la prima delle quali è quella di corrispondere a tutti questi ragazzi quello che meritano alla fine di ogni mese. Io personalmente mi sento più coinvolto in una sempre più ampia serie di cose e di attività, e indubbiamente la pressione è notevole.”
E dopo tutti questi anni di prima fila, quale è l’equilibrio tra la tua “vecchia” passione e il business che hai costruito?
MW. “Io credo che la passione sia ancora presente e molto grande. Anzi, direi che è più grande che mai. Essendo il nostro lavoro cambiato, se devo essere onesto noto che c’è una grande componente di soddisfazione, soprattutto per il fatto che costruiamo e vendiamo un prodotto di successo che è nostro.”
Quante Macchine avete venduto durante la vostra Storia?
MW. “Oh, io credo che in tutti questi anni e in tutte le specialità in cui siamo stati coinvolti, abbiamo venduto almeno 1.400 Macchine, dal 1997.”
Insomma è come essere una grande Fabbrica. E adesso cosa manca, forse che a vincere nel WRC sia per la prima volta una Squadra privata?
MW. “È quello che spero. Ed è quello per cui lavoriamo così duramente!”
Grazie Mille e in Bocca al lupo, allora!
Foto: Manrico Martella