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Alghero, 8 Giugno 2017. Siamo tifosi del Rally Italia Sardegna. Sbagliato? Per me no, soprattutto quando si tifa per i… migliori del Mondo. Viene facile, logico, solo che sostenere la causa dell’unicità del WRC in Sardegna è una materia delicata, soprattutto per la “concorrenza”, tutta brava gente con molte frecce ai loro archi, per cui andiamo alla ricerca di testimonianze e “testimoni” che ci scagionino dall’accusa di essere troppo di parte (ma lo siamo, sia ben chiaro). “Testimone chiave”, dunque, dell’analisi del Sardegna è Tiziano Siviero, che conosciamo da sempre. Prima Campione del Mondo sul sedile accanto a Miki Biasion, poi alla Dakar come concorrente e ufficiale Mitsubishi, poi appassionato Motociclista (notare la maiuscola), poi ancora alla Dakar come tracciatore, ispiratore della Dakar sudamericana, poi di nuovo nel WRC come organizzatore e nel Rally italiano in commissione tecnica, poi, poi, poi… Cena al volo insieme, una Barley Zàgara, LA birra sarda che scioglie l’anima e veniamo al dunque.
Diccelo tu, per favore, quali sono gli elementi caratteristici e di unicità del Rally Italia Sardegna. Lo so, non abbiamo troppo tempo, ma almeno qualche indicazione, per favore.
Tiziano Siviero. “Intanto direi che siamo “piazzati” in un momento stagionale in cui l’Isola è talmente bella che tutti hanno voglia di venirsi a fare un giro in Sardegna. Il mare, la natura, gli scenari e la bellezza del contesto. È un po’ quello che succedeva all’Acropoli, scenari e contesti diversi, ma per certi versi simili o confrontabili. Bella la stagione e bello il mare, e belle le Speciali. Stiamo vedendo che c’è un’attitudine e un elemento di affezione per il luogo e per la tipologia dell’Evento molto forte.”
Parliamo di novità, o di punti forti dell’Edizione 2017.
TS. “Per prima cosa abbiamo cercato di fare una gara il più compatta e omogenea possibile, e tra gli obiettivi abbiamo messo quello di confezionare un evento che comunicasse il suo spessore, il suo fascino naturale. Il RIS è una gara conosciuta e apprezzata, ma potrebbe, e secondo me deve, esserlo molto di più. Ancora più amata. Quindi abbiamo lavorato molto in sinergia e sincronismo con gli “operatori” della comunicazione, per esempio con Red Bull per rendere il programma comodo per le loro esigenze di emissione televisiva, che come sappiamo è molto importante, anche nella conformazione di certi passaggi. Abbiamo cercato, insomma, di allestire un Evento 2.0, addirittura, per certi aspetti, quasi 3.0”.
Quando si vedono le immagini del RIS, si vede subito che si corre in Sardegna. L’Isola si vede subito, sempre. È particolarmente coerente, dunque, dire che il Rally è la vetrina della Sardegna
In che senso?
TS. “In passato erano soprattutto Rally caratterizzati dalle complicazioni, molto duri, “rotti”, lunghissimi. Adesso certe cose sono improponibili, come la lunghezza della Corsa, e si cerca di valorizzare di più altri aspetti che si prestano al piacere estetico, come i traversi, i salti, mantenendo nel contempo un evento sportivo dagli elevatissimi contenuti tecnici. Più spettacolo, e più omogeneità dell’aspetto tecnico.”
Ci sono anche caratteristiche più specificamente di terreno che caratterizzano il RIS?
TS. “Di terreno sì, la particolare terra, i “famosi” sassi, i tratti sabbiosi e gli sterrati velocissimi in tenuta. Ma c’è anche un altro fatto, molto importante. quando si vedono le immagini del RIS, si vede subito che si corre in Sardegna. In altri Rally questo non succede, non con questa costanza o forza di percezione. Portogallo o Messico, per esempio, difficilmente le ambientazioni sono riconoscibili dalle immagini. In Sardegna non è così, l’Isola si vede subito, sempre. È particolarmente coerente, dunque, dire che il Rally è la vetrina della Sardegna.”
Ho sentito dire, oltre del tunnel a levitazione magnetica Cagliari-Bastia, che qualora il Rally dovesse lasciare la costa Nord Ovest, gli appassionati vorrebbero “vetrificare” la prova speciale dell’Argentiera con lo scopo di preservarla intatta per l’eternità. È un esempio?
TS. “Sì, e ne siamo anche un po’ orgogliosi perché c’è voluto molto lavoro, ma volevamo trasmettere all’Isola e agli appassionati la nostra visione del Rally. Abbiamo disegnato, “tagliato” e realizzato quella prova per offrire in pochi chilometri un autentico affresco del Rally e della Sardegna. Il mare, la collina, il bosco, uno scenario teatrale autentico dal contenuto sportivo eccellente. È vero che è una vetrina, e è vero che è già un’icona, basta guardare le foto e i video che hanno fatto il giro del Mondo.”
Non ci si può considerare “intoccabili”, ma grazie ad Alghero, alla formula del Rally, all’afflusso di gente, non solo appassionati, e anche grazie alle nostre idee e al nostro lavoro, direi che abbiamo acquisito il diritto di guardare al futuro del Rally con una certa tranquillità
Relazione Sardegna-Rally. È buona e tale da garantire un lungo futuro al Rally?
TS. “Questo non si può mai dire, ma se quattro o cinque anni fa ci si sentiva sempre in bilico, oggi non è più così. Non ci si può considerare “intoccabili”, ma grazie ad Alghero, alla formula del Rally, all’afflusso di gente, non solo appassionati, e anche grazie alle nostre idee e al nostro lavoro, direi che abbiamo acquisito il diritto di guardare al futuro del Rally con una certa tranquillità. Certo, poi i momenti non sono così favorevoli per garantire il futuro di nulla e nessuno, ma questo Rally Italia Sardegna ha detto e dice qualcosa che la gente ama.”
Bene, complimenti. Ci vediamo al salto?
TS. “Quale salto? Sicuramente pensi al Miky’s Jump, ma ce ne sono molti altri, tutti da wow” grazie per i complimenti e buon Sardegna a tutti gli appassionati!” Grazie mille, in bocca al lupo!
Foto: Manrico Martella, Carlo Franchi, Demis Milesi, Ronnie Sbaragli, Francesco Morittu, Giuseppe Mazza