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Alghero, 10 Giugno 2017. Il sabato del Rally Italia Sardegna è la Tappa cruciale della Corsa. Non solo perché è la più lunga, 145 chilometri di Speciali su 625 di percorrenza totale. Non solo per il gran caldo. Non solo perché il Rally ha già iniziato a “martellare” Macchine e Equipaggi con il menù di venerdì. Anche, e perché, Coiluna-Loelle, Monti di Ala’ e Monte Lerno sono tre icone del Rally, e quando in Sardegna si dice “icona” o non si capisce bene quel che vuol dire o c’è comunque da diffidare. Il merito di tanta soggezione imposta va soprattutto alla Monte Lerno, iconica per il Salto di Miki, terribile per i suoi chilometri, quest’anno 28, implacabile per la sua conformazione, per i suoi dislivelli, per la durezza del terreno e per gli angoli appuntiti del granito disseminato in varie forme, sottoterra o agli angoli dei muretti. E tra le novità dell’anno, una insolita, eccessiva scivolosità sulla polvere. Ma è il Rally in Sardegna, e dunque in una parola: bellissimo!
Si inizia dal primo giro, ma senza fretta. Se le prime due speciali, vinte rispettivamente da Paddon e Neuville, risultano piuttosto indulgenti e “normali”, quando si arriva alla prima Monte Lerno, infatti, il Rally entra nella centrifuga del programma bucato pesante.
È la prima raffica di colpi di scena. Il primo, per la verità, è di carattere organizzativo ed era arrivato al mattino presto. Le prime 4 macchine partono con un intervallo di tre minuti, tutte le altre ogni due minuti. Qualcuno dovrebbe farci capire, anche perché l’apoteosi di polvere è al parossismo. Ma non lo capiscono neanche loro, o meglio lo capiscono al secondo giro, quando gli intervalli tra i “big” vengono “livellati” a quattro minuti.
Dunque, Mikkelsen, che non ha indovinato gli interventi sull’assetto, buca una ruota. Perde solo una ventina di secondi che non influiscono troppo sulla sua posizione da “tester”. Non è la stessa cosa per Ogier e Neuville, che partono nell’ordine. Il francese lascia per strada oltre due minuti per una foratura, il belga “solo” la metà per il cedimento dei freni sotto le eccessive sollecitazioni termiche. Il fatto è che entrambi perdono il contatto. Ogier dalla sua proverbiale “consistenza”, ormai è definitivamente tagliato fuori a oltre tre minuti, e Neuville dal secondo posto dietro a Paddon. Giù fino al quarto posto, il belga passa da un ritardo di otto, “ragionabili” secondi a oltre un minuto e dieci. Al secondo posto sale Tanak, e al terzo arriva Latvala con una delle Toyota particolarmente in forma. Il Rally cambia fisionomia. Paddon si fa sempre più concreto, e ringrazia la “concretezza” della Hyundai, e può considerare passato il “pericolo” rappresentato da Neuville, cui non resta che considerarsi appagato dalla distanza che ha messo tra sé e Ogier. La minaccia per il “Kiwi” viene ora, semmai, da un Tanak in gran vena e, in seconda, più blanda battuta, da quel Latvala che pare, invece, obbligatoriamente insensibile alle lusinghe della negoziazione.
Il fatto nuovo è che la situazione generale pare, tuttavia, stabilizzarsi. La ormai solita “trappola” emotiva del Rally in Sardegna. Il secondo giro, infatti, riapre le tende del palcoscenico al teatro dei colpi di scena. Ne sono già successe molte, ma evidentemente non a sufficienza.
È il secondo turno sulla Coiluna-Loelle. Uno non dovrebbe fare delle stupidaggini al secondo passaggio, a meno che non sia obbligato dalle circostanze. Ma non c’erano neanche quelle. Paddon aveva anche vinto la prima, e aveva quasi dieci secondi di vantaggio su Tanak. Quanto basta, lo avrebbe detto proprio i Pilota Ford, per stare calmi e non preoccuparsi di un vantaggio comunque difficile da perdere. Ma Paddon urta un banco di terra a lato della strada, rompe una sospensione e parcheggia di fianco. Gara finita. È a quel punto che Michel Nandan, incollato i monitor e non vedendo arrivare la i20 Coupé numero 4, deve aver sfoderato un di quei sorrisi di incredulità da far sentire il “boss” Hyundai un topo in forno. Ott Tanak, che corre con una Macchina privata, è bene ogni tanto ricordarsi che tali sono le Ford di M-Sport, sale al comando e assume la direzione dei lavori.
Un errore da “scolaro” dice Paddon. E allora prepariamogli una i20 a pedali e on pensiamoci più! Ma probabilmente la cosa migliore sarebbe che Nandan e Matton, omologo Citroen, si trovassero per una birretta e per decidere come comportarsi con i rispettivi pupilli. Entrambi hanno una Macchina forte e veloce ma Piloti in Squadra particolarmente inclini all’errore.
Poi si dirà che qui in Sardegna anche a non fare errori, ma a essere troppo cauti, non si cava un ragno dal buco. È vero, infatti basta guardare cosa succede al Campione del Mondo, Sébastien Ogier. Anche l’anno scorso il francese aveva affrontato la penultima giornata di gara con un ritardo vistoso, ma poi si era rilanciato fino al podio. Si vede, a parte la foratura, che qualcosa è andato storto, o che quest’anno le nuove WRC Plus perdonano meno e regalano niente.
Nuove forature per Prokop, due, altre sospensioni kaput, Ostberg, servosterzi e differenziali in crisi, Hanninen e Mikkelsen. Anche problemi di gomme. Molti hanno scelto morbido e hanno finito quasi sulle tele, ma per questo genere di problemi basta prenderla con più calma. Soprattutto, vista la gravità potenziale, problemi di freni, troppo sollecitati sulle vertiginose e scivolose “picchiate” tra i suggestivi graniti sardi, a causa del caldo e delle prestazioni. Ne soffrono Latvala, e Lappi, con esiti e comportamenti differenti. Latvala scivola via e amministra gomme e freni fino alla fine della tappa. Lappi, così come aveva fatto il giorno precedente con la seconda marcia fuori giocoo, non si lascia distrarre dal trascurabile problema e va a vincere l’ultima Speciale. E siamo a quattro.
Quindi, riassumendo e ricordando che ora entrano in gioco i punti bonus del Power Stage, mancano la squisita Cala Flumini e l’affascinante Sassari-Argentiera Speciale davvero vetrina della Sardegna e del Sardegna. Ott Tanak è in testa e non sembra troppo preoccupato dal fatto che Latvala possa risucchiargli venti secondi. Per Neuville non è più una questione di classifica, difficilmente potrebbe migliorare o farsi sottrarre la posizione sul podio, ma di punti del Power Stage vitali per la sua risalita. Per Latvala vale più o meno lo stesso discorso: il podio c’è e i punti servono per mantenere il contatto.
Per Ogier, infine, è solo questione di archiviare questo Italia Sardegna il più presto possibile e di capirci qualcosa. Quando mai il fuoriclasse francese si è trovato 3 minuti e mezzo indietro?