WRC17 Italia Sardegna. Citroen: Spettacolo, è una promessa!

WRC17 Italia Sardegna. Citroen: Spettacolo, è una promessa!
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Yves Matton spiega meglio la “mossa” di reclutare Andreas Mikkelsen all’indomani del Portogallo, e fa di nuovo il punto della situazione Citroen, giusto per calmare i più ansiosi. Mikkelsen, Meeke e Breen liberi di… vincere
9 giugno 2017

Alghero, 8 Giugno 2017. Andreas Mikkelsen in rosso è un figurino. Il nuovo abito sta benissimo al norvegese, quasi non ce lo immaginavamo più con un colore ufficiale. Gli sta bene, anzi meglio, la nuova C3 WRC+. E tutti a chiedersi cosa si aspettava a dare un sedile ufficiale a un ventisettenne di bella presenza e manico certo dopo quattro anni di dream team VW e tre podi mondiali finali.

Ma sì, non era solo questione di volerlo o di fargli una proposta. C’era, evidentemente, un altro genere di “impedimenti” del dopo VW, deterrenti venuti meno in coincidenza con il Portogallo o per la natura tecnica delle proposte.

Pur sapendo che non potrà dirci troppo, lo chiediamo senza mezzi termini al diretto interessato all’operazione, Yves Matton, “Boss” del Citroen Total Abu Dhabi WRT che, partendo dalla situazione di Citroen, riesce a tracciare un quadro generale della situazione globale obiettivo e molto interessante, senza parafrasi.

Avevamo anche detto che non avremmo cambiato nulla nella prima metà della stagione. Ora ci siamo, a metà, anche se qualcuno dice che la metà dell’anno è il mese di luglio. Qualcosa è cambiato e abbiamo potuto affrontare la questione Mikkelsen

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Insomma, come mai ci avete messo così tanto per comprare Mikkelsen?

Yves Matton. “Intanto non lo abbiamo “comprato”!”

Era una provocazione, non ci arrabbiamo per favore.

YM. “Lo so. Beh, bisogna risalire un po’ indietro, all’inizio della stagione quando Volkswagen ha annunciato il suo ritiro. Eravamo già avanti nell’anno e avevamo già effettuato le nostre scelte e svelato la nostra line up. Avevamo anche detto che non avremmo cambiato nulla nella prima metà della stagione. Ora ci siamo, a metà, anche se qualcuno dice che la metà dell’anno è il mese di luglio. Qualcosa è cambiato e abbiamo potuto affrontare la questione Mikkelsen.”

Ma è cambiato anche qualcos’altro, per esempio i risultati rispetto alle previsioni? Qualcosa che vi ha spinto verso Mikkelsen? Se non sbaglio l’ingresso del norvegese in squadra è indirizzato a vincere qualche Rally, non il Mondiale.

YM. “L’obiettivo di questa prima stagione è quello di vincere dei Rally. Non avevamo l’ambizione di vincere il Mondiale. Certo, a metà stagione abbiamo vinto un Rally e se dobbiamo proiettare il risultato sull’intera stagione direi che siamo indietro con gli obiettivi. Dopo il Messico, tuttavia, abbiamo potuto mostrare che la C3 WRC+ è competitiva su tutti i tipi di terreno, ma con una sola vittoria non possiamo dire di avere ottenuto dei risultati probanti.”

È la matematica, dunque, che non mostra numeri corrispondenti ai valori?

YM. “Diciamo che sulla carta i risultati non si presentano come li vorremmo.”

E questo genere di risultato “matematico” crea pressione? Da parte del pubblico, degli appassionati, dei media?

YM. “È certamente vero che c’è una grande aspettativa di un ruolo d’avamposto per Citroen. Ed è vero che abbiamo sin dall’inizio un Pilota in grado di farlo. Meeke ha vinto una volta, ed è stato in testa in altre circostanze che non è arrivato a concretizzare. Per quanto riguarda i giovani, Breen sta dimostrando di poter gestire una gara in funzione di un risultato, e con Lefebvre è più complicato. Dunque, intravedere di poter contare su un altro Pilota d’esperienza, in grado di raddoppiare le nostre chance e di mostrare ancora meglio che la nostra Macchina è competitiva, ci è sembrata una buona opportunità, così come la possibilità di avere il parere costruttivo di un Pilota che ha già sperimentato un’altra WRC 2017.”

L’impressione, in effetti, è che la nuova C3 sia molto veloce. Perché dunque non si è riusciti a concretizzare in una migliore serie di risultati?

YM. “Io direi che il livello di competitività che abbiamo oggi lo si era raggiunto in buona parte già in Svezia, e su ogni Rally abbiamo fatto degli step importanti. Oggi credo che siamo a un livello molto buono del potenziale, e quello che forse ci impedisce di ottenere quei risultati “matematici” è il fatto che la C3 WRC non è la Macchina più facile del lotto da guidare. Ecco perché il nostro obiettivo di oggi è quello di rendere la sua guida più facile, più immediata. Poi c’è da dire che abbiamo pagato molto caro quello che ci è successo. Per esempio, in Argentina due Macchine ferme sulla stessa curva e per la stessa pietra. Forse non avevamo un perfetto assetto di sospensioni, ma certo se si guardano i video delle on board è chiaro che gli altri avevano una maggiore conoscenza del tracciato. Logico, l’anno prima non eravamo stati a correre in Argentina e la speciale dell’anno prima ancora era stata corsa nella nebbia.”

La C3 WRC non è la Macchina più facile del lotto da guidare. Ecco perché il nostro obiettivo di oggi è quello di rendere la sua guida più facile, più immediata

C3 WRC, ma non solo. A che livello di competitività generale credi che siano giunte le nuove WRC+?

YM. “Intanto la cosa più stupefacente è che il livello generale di affidabilità è molto omogeneo e alto per tutte le Macchine, e che tutte sono piuttosto simili anche per stadio di competitività. Sì, c’è quella che pare frenare un po’ meglio, o quella che è più a punto sulle sospensioni, ma la media è abbastanza livellata. Dopo, certo, io penso che ci sia ancora non poco sviluppo da fare sulle Vetture, magari non per abbassare i tempi ma per una maggiore facilità di guida. Sulle vetture della scorsa generazione, si vedeva che ormai tutti erano in grado di gestirne la competitività, questo ancora non si vede con le nuove Macchine.”

E ci sono ancora dei “misteri” sul comportamento delle grandi novità, ossia potenza, aerodinamica e differenziali attivi?

YM. “”No, non credo che ci siano ancora dei grandi quesiti sul comportamento delle novità introdotte dal nuovo regolamento, non su aspetti fondamentali. Ci sono certamente elementi per i quali non siamo al limite o alla frontiera del miglioramento della performance, ma nessuno sul quale venga da pensare che bisogna cambiare.”

Performance e sicurezza. Si aveva un po’ paura che l’incremento delle prestazioni portasse anche un aumento del rischio, ma per fortuna questo non è successo. Come si è arrivati all’eccellente situazione di equilibrio attuale?

YM. “Ci sono due aspetti della sicurezza. Quello della sicurezza passiva degli Equipaggi è un miglioramento evidente, innegabile. Poi c’è l’altro fatto. È vero che le Macchine sono più performanti, ma i Piloti ci dicono che le caratteristiche di guidabilità e di dominio della Macchina sono aumentate proprio in quelle situazioni di aumento della performance, al contrario delle vecchie Macchine che in quelle condizioni tendevano a prendere il sopravvento.”

Il Rally Italia Sardegna è veramente il più bello del Campionato?

YM. “Non posso dirlo, altrimenti mi attiro le ire di tutti gli altri organizzatori! Dirò una cosa, questa sì. Rispetto alle edizioni degli anni passati sicuramente sono stati fatti dei passi avanti nella realizzazione delle Speciali, e il Rally si presenta oggi con tre giorni di gara molto differenti. Un Rally ben variato. Questo deve essere l’interesse dei Rally, ed è così che si devono esplorare differenti prospettive di terreno. Ho fatto tutte le Speciali in ricognizione e devo dire che è diventato davvero un Rally molto buono.”

Ai nostri Piloti abbiamo chiesto di portare le Macchine al traguardo senza passare per il regolamento Rally2, ma se c’è una cosa certa è che se i nostri Piloti dovessero battersi tra loro per qualsiasi risultato, bene, sanno che hanno carta bianca per gestire la loro corsa

C’è qualche favorito speciale?

YM. “Mi soffermerei sul fatto che gli ordini di partenza qui penalizzano molto i primi, e che i partenti del plotone centrale possono fare un bel Rally.”

E con due galli nel vostro pollaio potete assicurarci che ci sarà lo spettacolo d’attacco delle Citroen?

YM. “Ai nostri Piloti abbiamo chiesto di portare le Macchine al traguardo senza passare per il regolamento Rally2, ma se c’è una cosa certa è che se i nostri Piloti dovessero battersi tra loro per qualsiasi risultato, bene, sanno che hanno carta bianca per gestire la loro corsa, a patto di portare le macchine alla fine!”

E questa è una promessa di spettacolo. Una di più del Rally Italia Sardegna.

Foto: Manrico Martella, Carlo Franchi, Demis Milesi, Ronnie Sbaragli, Francesco Morittu, Giuseppe Mazza

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