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Matosinhos, Porto, 18 Maggio 2017.
Dici Toyota e pensi giapponese, occhi a mandorla, corporaturine e capelli scuri e lisci. Anche un marcato e caratteristico stile comportamentale che influenza lo status ambientale. Uno stile di vita. Ma di immaginariamente giapponese, il Team impegnato nel WRC ha praticamente solo la matrice. Tutto il resto è occhi azzurri e capelli biondi, statura e anche una certa luce atmosferica che si riflette chiara nel clima che regna a bordo. Presto detto, dal “capo” ai Piloti passando per le “maestranze”, quattro quarti della formazione schierata nel WRC 2017 è finlandese. E poi i Navigatori, tecnici, base logistica e sistema, tutto corrisponde ai colori della croce blu in campo bianco di una bandiera che sventola sul cielo di Jyväskylä, ottomila chilometri da dove il drappo nazionale d’origine dell’Operazione WRC è quello con il sole rosso che sottintende gli omonimi Marchio automobilistico e luogo geografico, Toyota nella prefettura di Aichi. Ma la geografia del WRC di fatto non esiste, pianeta globalmente senza confini la cui religione è l’eccellenza tecnica e sportiva.
Naturalmente c’è una logica evolutiva in questo senso di forte “europeizzazione” nel Mondo dei Rally, che meriterebbe anch’essa di essere raccontata meglio, ma non in questa occasione. Ora è il momento del Dream Toyota Gazoo Racing World Rally Team, uscito allo scoperto alla fine dello scorso anno con la presentazione di una Squadra per il Mondiale Rally con obiettivi non certo negoziabili: conquistarne il Titolo.
Quattro volte super “esperto”, ha vinto consecutivamente negli anni 1996, 1997, 1998 e 1999, Tommi Antero Makinen è un recordman che, dopo aver dominato la scena mondiale con un’altra Macchina giapponese, approda al costituendo Team Toyota con il compito di guidarne la campagna agonistica di un rientro sensazionale. Il “sistema finlandese” è uno dei più efficaci e collaudati, è il più strutturato del WRC ed è, detto in quattro battute, alla base della persistente, marcata caratterizzazione del “parco” di rappresentanza di questa nazione nella Specialità.
In quale fase possiamo mettere l’Operazione Toyota WRC?
Tommi Makinen. “La nostra operazione potrebbe essere ora definita come “stabilizzata”. Abbiamo lavorato tantissimo, dal Progetto alla sua realizzazione passando per la messa in opera di strutture e infrastrutture precise e dedicate. Tutto era assolutamente nuovo, esperienze personali messe a dura prova da un’operazione assolutamente inedita, con regole inedite. La Macchina, la Yaris WRC che nasceva attorno alla riconfigurazione del Regolamento con l’introduzione delle WRC Plus, La Squadra, intendendo con questo termine i Piloti e i Navigatori, ma anche il resto dell’organico di tecnici e manager. A un certo punto è subentrata anche la forte, improvvisa accelerazione organizzativa determinata dal ritiro di Volkswagen e dall’opportunità di avere con noi Jari-Matti Latvala. La Squadra aveva già una fisionomia precisa, ma l’abbiamo in parte rivoluzionata e strutturata diversamente. Era un’occasione importante.”
Si lavora adesso in discesa?
TM. “L’operazione è adesso “stabilizzata”, ma non per questo in discesa. Non dimentichiamoci che siamo ancora in una fase dove dobbiamo imparare, imparare, imparare e non so quante volte devo dirlo. Imparare. Se poi ci riferiamo al punto in cui si trova in questo momento l’evoluzione della Yaris WRC, anche in questo caso siamo in una condizione stabile e acquisita, ma non come si pensa abitualmente. Dopo aver lavorato tanto, sappiamo adesso dove siamo, dove è la Macchina nell’insieme complesso della sua competitività. E sappiamo anche due cose importanti, e cioè che si deve continuare a lavorarci e, cosa importantissima, in che direzione lavorare per dare al suo sviluppo una ulteriore linearità di obiettivi e di evoluzione. In questo caso stabilità vuol dire poter essere fiduciosi di lavorare nella buona direzione, step by step senza incertezze su un buon elemento di base.”
Macchina giovane e veloce, e un Pilota di nuovo… giovane e motivato: Jari-Matti Latvala…
TM. “Sì’, diciamolo. Jari-Matti ha fatto un incredibile lavoro in questi anni, e lo ha fatto ancora di più in questi mesi da quando è con noi. Il minimo che possiamo fare è offrirgli tutto il nostro supporto, e con questo è logico intendere quella Macchina competitiva che anche lui si è incaricato di sviluppare in un ambiente di entusiasmo e di fiducia. È a questo punto che posso mettere una parte della mia esperienza, non solo il ruolo. Ho corso per tanti anni ad altissimo livello, e oggi so quanto possa essere importante riuscire a vedere le problematiche e le situazioni anche dal punto di vista del Pilota. percepisco come si deve lavorare per ottenere il massimo da un Pilota e, dall’altra parte, come può fare il Pilota per ottenere le massime prestazioni da una Macchina in evoluzione rapidissima. Tutto questo è nel massimo supporto che possiamo dare al Pilota, e viceversa.”
E poi arriva Esapekka lappi, prima con il compito di essere lì e sviluppare la Macchina, e ora con il volante ufficiale ina mano. Con che obiettivo?
TM. “Esapekka correrà per il resto della stagione tutti i Rally Mondiali. Credo che quest’anno e in questo momento in particolare, Lappi sia molto più che “affamato”. All’inizio avevamo stabilito di correre con due Macchine e Lappi ha dovuto mordere il freno, e poi aveva un compito di collaudatore da svolgere, ma adesso siamo finalmente in grado di schierare tre Macchine insieme, ed ecco che è arrivato anche il suo momento. Non ha certo molte ore di gara con la Yaris, e solo un’esperienza al livello dei test che ha svolto, ma è chiaro che avrà adesso tutto il nostro supporto per alzare il suo livello e con quello il livello di competitività della Yaris WRC e del Team.”
Sì, certo, ma adesso si sente parlare sempre di più, anche dai Team, di una configurazione delle formazioni sulla base di quattro macchine ed altrettanti equipaggi. È anche il caso vostro?
TM. “No. Non al momento. Non penso. Credo che continueremo per tutto l’anno con tre Macchine, così come siamo adesso. I nostri Piloti hanno tutti un contratto per un anno, e solo tra un po’ inizieremo a dare un’occhiata alla lineup degli Equipaggi del prossimo anno. Diamo tempo al tempo, e tempo ai Piloti per affermare le loro “intenzioni”.
Foto: Manrico Martella