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Bostalsee, 20 Agosto 2017. Talvolta le Macchine che vincono vanno al controllo di conformità regolamentare, chiamate in causa da eccessi di zelo, da invidie incontrollate o da non accettate sconfitte. Oggi due Ford Fiesta del Team M-Sport, specificamente nelle… specifiche WRC+ e WRC2, andranno dal carrozziere, i tetti danneggiati irrimediabilmente dal rituale “primitivo” della danza trionfale degli Equipaggi che hanno vinto. Ott Tanak si è aggiudicato con inedita forza d’autorità il 35° ADAC Rally Germania, e Eric Camilli si è attribuito il successo nella categoria “delfina”, vincendo con la R5 della stessa Marca e della stessa Gestione. Morale, ha stravinto Malcom Wilson [e aggiungerei Massimo Carriero da cui aspettiamo il “selfie” (autoscatto ambientato) promesso alla vigilia del Rally]. Non ha vinto il Mago di Partinico, ma all’Amico e consulente è andata ancora meglio, primo e terzo, due bandiere blu con l’ovale da sventolare sulla Sicilia, e il vecchio, di tempi non sospetti avvertimento: “A Citroen ci vuole uno come Mikkelsen!”
Il “Miracolo Estone”, trent’anni il 15 ottobre è, in verità, un Progetto ben impostato e ottimamente costruito. Lo dimostra il tenore della Gara di Tanak, la sua refrattarietà all’errore e la freddezza con cui ha dominato le varie scene agonistiche che si sono intrecciate sulle perfide, incantatrici strade tedesche. Il buono di Tanak si era già visto ed era già stato consacrato dal Rally Italia Sardegna, il meglio è arrivato in Germania. Non commettere errori è stato il primo atout di un Tanak imbattibile. Vincere due Mittelmosel e una Grafschaft il primo giorno il “metodo” per salire in testa e comandare il Rally fino al suo epilogo. La certezza dell’inattaccabilità, infine, è arrivata facendo grande pulizia tra le priorità, leggi la rinuncia totale al combattimento nel finale, sempre insidioso e tentatore Power Stage, e con la massima attenzione al controllo della delicata situazione e degli avversari, primo fra tutti l’equilibratissimo e potente Andreas Mikkelsen con la “ritrovata” (chissà perché si dice così, le Macchine ci sono o non ci sono, e non le ruba nessuno) Citroen C3 WRC+.
Il secondo posto ottenuto dal Pilota Citroen intanto mette in ombra dietro al metaforico pietoso velo (quello reale steso sulla Macchina è rosso) la cronica sfortuna di Meeke, uscito di scena due volte, nel SSS prologo di giovedì sera e alla vigilia della 15ma Speciale. Soprattutto, tuttavia, quel secondo posto vale tanto oro quanto pesa la Macchina, 1.200 chilogrammi scarsi a vuoto, 1.300 circa con il prezioso Carico, poiché riporta un sorriso da 380 cavalli sulle labbra morsicate fino alla tumefazione di Yves Matton, alla cui caparbietà e determinazione devono andare ora giuste ondate di complimenti. Per un po’ non si parlerà più di Loeb, del mancato Ogier, di soldi e di scelte sbagliate. Tutto quello che si vede ora è una C3 WRC+ di nuovo competitiva, splendidamente espressa e raccontata dall’impresa di Mikkelsen e, in misura minore, anche dalla gara di Breen che ha confermato quel quinto posto che rappresenta tradizionalmente il suo attuale peso di carriera.
Tanak, a un quarto di minuto Mikkelsen, secondo, e dopo un altro quartino su quasi tre ore di 21 speciali al tritacarne, Sébastien Ogier, felice al 99% (l’uno che resta è umorale, inevitabile quando a vincere è un compagno di squadra). Il Campione del Mondo in carica, da mo’, ha risparmiato il duello annunciato che lo voleva criticamente contrapposto a Thierry Neuville, e ha portato in cassa un assegno circolare che può valere il fatturato dell’anno. Non è colpa sua, ma il regalo è arrivato, tradizionalmente accompagnato da un errore inspiegabile, e come tale umano, di Neuvuille, tra l’altro nel contesto irriverente di una Prova Speciale corta, incentivante e spettacolare come l’Arena Panzerplatte di neanche tre chilometri. Toccata, rottura, carro attrezzi. E moccoli! Non è ancora chiaro cosa ha rotto la Hyundai i20 Coupé del belga, ma è chiarissimo che dal quel momento in poi per Ogier è stata un’istrionica corsa contro la noia e la scaramanzia. Un terzo posto ci stava comunque, e poteva uscire anche dal duello con l’avversario ex diretto, ma quel risultato profilatosi all’improvviso e senza colpo ferire portava con sé un vantaggio importante, 15 a zero, alla fine del rally diventati 17, sempre a zero. Neanche la pena di andare a rischiare nel Power Stage, come per Mikkelsen e Tanak il bersagio grosso era già stato colpito e non restava che portare a riva il match.
Il quarto posto di Hanninen “salva” il bilancio Toyota, altra Marca nell’occhio del ciclone innescato da presunti ma meno che opportuni scoop. Dell’”armata” vista in Finlandia appena l’ombra, Latvala alle prese con errori, insoddisfacenti assetti, forature e misteriosi micro-stop elettrici, Lappi un po’ troppo aggressivo, e quindi approssimativo fuori dalle favorevoli e conosciute linee delle piste natie. Latvala sbarca il lunario del week end con il settimo posto, Lappi è inesorabilmente indietro, lontano dal più piccolo inore alla sua vittoria in Finlandia.
Peggio di tutti Hyundai, a dire il vero. Sono davvero sfortunati in casa di Michel Nandan e nel Rally di fatto di casa. I motivi sono chiari, evidenti. Dani Sordo che, stranamente, si permette di strafare nel giorno del 150° compleanno con il WRC in un Rally amico e di buttare giù dalla scarpata la propria i20. Neuville, di cui e del per come abbiamo detto, e Paddon, solo quattro i miseri punticini, goal della bandiera raccolto in extremis con l’ottavo posto da un Pilota che con l’asfalto ancora non se la dice, fortuna o no.
Molto meglio, già detto, Breen che ha avuto almeno l’impennata d’orgoglio di andare a caccia dell’altrettanto bravo Evans, e tutti e due bravissimi a non mollare fino alla fine del Rally. E meglio ancora Pontus Tidemand, che con il terzo posto del Germania è Campione del Mondo WRC2 con la Skoda Fabia R5.
C’è tempo un mese e passa, Catalunya all’inizio di Ottobre il prossimo, per confermarsi, per rimettersi in carreggiata e, anche questo, per capire come giocarsi il Mondiale. Per uno che prende il volo nuovamente, Ogier che con quindici sonori punti di nuovo di vantaggio può guardare con fiducia e ottimismo al quinto Titolo consecutivo, ce n’è un altro, la “serpe in seno” Tanak, che ci crede ancora fermamente. “Basta continuare a vincere!”
La prendiamo come una genuina ammissione di superiorità lanciata in un momento di giusta euforia e legittima felicità.
Foto: Manrico Martella, Fabrizio Buraglio, Jakub Pojmciz, Luca Milan (podio - ufficio stampa Ford)