Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Jyvaskila, 30 Luglio 2017. Invece del caffè oggi ci vuole un potente digestivo per rimettere in moto il metabolismo, bloccato dalle emozioni forti del Neste Rally Finlandia 2017 (e a Latvala un “amaro” bomba). Per prima cosa un tributo al vincitore. Esapekka Lappi, 26 anni, 17 gennaio 1991, Pieksämäki, Finlandia, ha vinto il suo primo Rally in configurazione “adulta”, ovvero alla guida di una WRC Plus. È l’Evento nell’Evento, e la sua potenza è solo parzialmente smorzata dall’”effetto collaterale” del ritiro di Jari-Matti Latvala quando il tre volte vincitore del Rally di Casa era in testa alla Corsa.
In ogni caso è stata un’affermazione superlativa del Team, in ogni caso Lappi aveva già inciso i presupposti della sua vittoria d’esordio durante la prima Tappa, e in ogni caso il tenore della Gara di Lappi non lascia spazio ad alcun dubbio sulla sua “autenticità”. È un successo perfetto, spettacolare, di forza e sicurezza che il Pilota ha saputo costruire in anni di “gavetta”. Ed è perfetta anche la scelta di tempo con la quale Tommi Makinen, Team Manager del Toyota Gazoo Racing e a sua volta quattro volte Campione del Mondo, ha deciso di lanciare il suo giovane “tester” nell’arena del WRC, mai come in questo momento così infuocata.
Che potesse essere una gara dei finlandesi era scontato, che diventasse il teatro di uno dei più bel duelli della stagione non lo era ma è diventato uno dei baricentri del Rally di quest’anno, e che le Toyota riuscissero ad esprimere tanta superiorità era, dopo il Polonia, l’ultimo dei presupposti, anche se fortemente e logicamente atteso. È stato anche il Rally delle sorprese e dei colpi di scena. Non fortissime le prime, diabolici i secondi. Tra le sorprese, il week end di basso livello delle Hyundai, per fortuna rianimate dall’esito della risalita verso la testa del Mondiale Piloti, e tra i colpi di scena un inizio folgorante di colpi bassi, il ritiro contestuale di Paddon e, soprattutto, Ogier, e il rallentamento “fortunoso” di Tanak, unico tra le “vittime” ad essere riuscito a rimanere in gara e ad andare anche a conquistare qualche punto, quanto mai importante.
È il primo dei punti chiave dello sviluppo del Rally 2017, intervenuto subito, all’inizio della prima Tappa quando ancora l’exploit di Lappi era in incubazione. Fuori dai giochi Ogier, poi costretto addirittura a saltare il Power Stage per dare modo all’infortunato Ingrassia di avviare la convalescenza, rallentato Tanak e inesistenti Paddon, Meeke e i pericoli Hyundai e Citroen, il Rally “perfetto” ha visto Lappi vincere otto Speciali su dodici il primo giorno, equivalenti a una leadership di appena quattro secondi, e Latvala restituire con gli interessi il fatturato della prima Tappa, vincendo le prime cinque Speciali della seconda e tornando al comando della Gara.
Alla vigilia della 19ma Speciale e sesta di Giornata, la leggendaria ma ormai famigerata Ouninpohja, il Rally era all’apice di una congiuntura spettacolarmente sbalorditiva. Quattro finlandesi ai primi quattro posti, tre Toyota ai primi tre, Latvala e Lappi primo e secondo a otto secondi, e Hanninen primo di un fazzoletto di tre Piloti disposti a tutto per l’ultimo gradino del podio. Hanninen con la Toyota, Suninen e Evans con le Fiesta M-Sport, tutti in appena cinque secondi. In testa al Rally una situazione strepitosamente stabile, ma fuori da qualsiasi routine e non di un filo meno emozionante. Il Rally perfetto, travolgente.
In quella “dannata” Ouninpohja Latvala è costretto al ritiro per un guasto, pare di natura elettrica, della Toyota numero 10, Lappi passa in testa con un vantaggio che diventa del tutto rassicurante, si riaffacciano sulla scena Neuville e Meeke, Breen torna alla carica del suo 4° posto, il Rally prende una piega un po’ diversa fuori dal dualismo Lappi-Latvala, e si inizia a ragionare in termini di Campionato del Mondo. Ci sarà ancora un forte brivido quando Suninen, alla ricerca disperata del secondo posto, sbaglierà andando in testa coda. Accadrà Domenica ma senza conseguenze “drammatiche”, e i riflettori della Gara iniziano a indugiare fuori dalla scena principale verso il contenitore della vicenda, la classifica del Mondiale in lenta, ma inesorabile trasformazione.
All’inizio pensavo che quella di Neuville fosse tutta scena, che il belga stesse correndo di rimessa aspettando il momento di tirare fuori le unghie come aveva già fatto nel recente passato con risultati straordinari. Ma non è così, sono le Hyundai che non sono un po’ “flou”, non precisamente a fuoco. Macchine “pratiche”, affidabili, sì, ma non veloci e incisive come ci si aspettava, e come ci si doveva spettare. Niente di serio, in condizioni normali, ma la minore velocità della i20 Coupé diventa un fattore cruciale in un Rally come il Finlandia. Sfuma l’occasione del “fil rouge” a punteggio doppio, visto il ritiro di Ogier, e Neuville si aggrappa con grande fatica ad ogni singolo punto disponibile. Poteva essere un sorpasso a “manetta”, invece pare difficile anche recuerare gli undici punti minimamente utili per il riaggancio.
Il finale è, ancora, travolgente. Lappi vola sull’ultima Speciale, la Oittila in regime di Power Stage, frastornato dall’imminenza del momento indimenticabile della sua ancor breve carriera. Non riuscirà a ottenere un solo punto, sesto alle spalle di Hanninen che, terzo assoluto, a sua volta conquista il primo podio della sua, meno corta ma sempre esagerata carriera. Ma al Traguardo Tommi Makinen si lancia quasi dentro la Macchina del vincitore. Microfoni spenti, ma sappiamo cosa ha detto Tommi a Esapekka e a Juho: “Ragazzi, presto, saliamo sul tetto e sfondiamolo, vengo anch’io!”
Power Stage appannagio di Otto Tanak, che conclude il Rally al settimo posto dopo aver buttato un minuto e mezzo nella prima Tappa. Secondo posto per Elfyn Evans, silenzioso, caparbio ed eccellente esecutore in uno dei Rally più difficili, e sicuramente il più delicato, del Campionato. La bandiera Ford del giorno emerge dal confronto serrato nella lotta per il podio e conquista un secondo posto assoluto che vale molto di più del drammatico secondo in Argentina.
Thierry Neuville è terzo nel Power Stage e sesto assoluto al traguardo del Rally finlandese, forse il più stressante, teso, “costoso” della sua stagione. Così il belga “raccatta” esattamente i punti necessari, undici in totale, per agganciare Sébastien Ogier in testa al Mondiale. 160 punti a Ogier, due vittorie, sei podi e 22 punti “Power” per il francese, 160 punti a Neuville, tre vittorie, sei podi e 21 punti “add on” per il belga. La differenza è troppo sottile per essere considerata quando mancano quattro Rally alla fine del Campionato. La lunga scalata di Neuville al gran premio della montagna è finita, ora arriva una discesa da capogiro verso il finale del Mondiale che si potrebbe già annunciare senza esclusione di colpi. Ventiquattrore prima era tornato in corsa anche Latvala, ma ora il Mondiale è sempre e di più e decisamente una faccenda a due tra Ogier e Neuville, in una situazione di grandissimo equilibrio “matematico”, forse il Pilota con Hyundai in un contesto psicologico più favorevole rispetto al Campione del Mondo in carica con M-Sport.
In chiave Mondiale, sono già aperte le scommesse per il Germania prossimo venturo del week end di metà agosto. Non c’è molto da dire, aspettiamo che si pronunci il Mago di Partinico. Di certo le motivazioni e gli stimoli non mancano, dall’una e dall’altra parte. Ogier è “abituato” dal precedente “contratto” a dare obbligatoriamente il meglio nel Rally tedesco, ex bestia-nera del francese, Neuville è quasi di Casa, tra Paese di appartenenza e Base del Team.
A meno che le Toyota non decidano di andare ad occupare interamente i podi dei Rally mondiali che restano da qui alla fine della stagione. Come si fa lo hanno fatto vedere, molto bene, in Finlandia!
Foto: Manrico Martella, Carlo Franchi, Ronnie Sbaragli, Simone Calvelli, Jani Salonen