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Karlstad, 13 Febbraio. San Valentino e il Rally di Svezia. Non fosse per la circostanza cronologica, non ci sarebbe alcuna speranza di trovare un punto di congiunzione, ma non c’è dubbio che il Rally è in ogni caso una prova d’amore. E quindi il Power Stage che chiuderà la seconda prova del Mondiale 2016, ovvero quel che resta della giornata conclusiva anch’essa rimaneggiata, sarà comunque un buon pretesto di celebrazione.
Ogier ha conservato la leadership del Rally quando manca ormai solo la ripresa televisiva della domenica
La seconda giornata di Gara del 64° Rally di Svezia potrebbe essere “liquidata” alla svelta. Ogier ha conservato la leadership del Rally quando manca ormai solo la ripresa televisiva della domenica. Hayden Paddon, secondo, per un momento ha fatto sperare in un colpo di scena che aprisse al neozelandese le porte del sorpasso del secolo ai danni del Campione del Mondo. Meeke è stato, limitatamente alle sole prove del sabato, il più veloce, Latvala e Sordo hanno… fallito.
Ma se anche l’apparenza non è mai troppo lontana dalla realtà, c’è da dire che le “prove” della seconda giornata del Rally di Svezia non sono così schiaccianti, non sono delle evidenze come vorrebbero farci credere.
L'Ogier del quarto anno continua a proporre il suo “noioso” monologo, rendendo così vano l’”ostruzionismo” dei regolamenti.
Il sabato di Karlstad, infatti, andrebbe letto così. Ogier è stato oltremodo penalizzato dall’ordine di partenza, e al contrario Paddon, partito sei macchine più indietro, è stato favorito. Non si tratta di eventi rivoluzionari, ma di quel modo che hanno i regolamenti di tendere al rimescolamento delle carte, così, tanto per rendere più attraenti e meno scontate le battaglie, meno a senso unico. Solo che poi l’Ogier del quarto anno continua a proporre il suo “noioso” monologo, rendendo così vano l’”ostruzionismo” dei regolamenti. Dice bene il Babbo di un Pilota fortissimo e mio amico: “Quando si parla di Campioni veri, imbattibili, l’unico modo per rendere più “interessante” il Campionato, di aprirlo come si dice a prospettive diverse, è quello di togliergli la patente!”
E così è per Ogier, leader ieri e leader oggi in Svezia, già pronto ad attaccare anche i tre punti del Power Stage di domenica, e maestro dell’eccezionale in vena di grande lezione. Sabato 13 il tema è la “falsa fortuna”. E la campanella del richiamo della scolaresca suona, puntuale, nel corso della 16ma Speciale, secondo passaggio sulla mitica Vargasen di 24 chilometri. Mitica perché è la Speciale del Colin Crest, il salto tipo Portogallo o Italia, ma cieco nella neve e tra gli alberi. Il record dedicato a Colin McRae è di quest’anno, 45 metri di salto ottenuti da Brynildsen con una Fiesta R5, un metro di più del precedente di Neuville risalente allo scorso anno. Ogier è di quelli che ritengono più opportuno stare il più possibile con… le ruote per terra, in un atteggiamento prudenziale. Su quella speciale, tuttavia, Ogier gioca il Jolly. O così vuol dare da intendere. Su una larga curva a destra nella neve fresca, infatti, parte all’improvviso di trasverso, troppo. La Polo R passa trasversalmente, perpendicolare alla carreggiata. Può uscire da una parte o dall’altra, alberi da entrambi i lati, e invece ritorna perfettamente in traiettoria, con un rientro neanche tanto “sporco”. Un colpo di fortuna sfacciata, dicono. Sì, buonanotte, un colpo da maestro invece. Qui sta la differenza Ogier, quel guizzo che per altri è ancora dominio del caso, della fortuna o della sfortuna. Forse un secondo o due restano sulla neve, ma la Speciale è vinta. È il momento chiave. Solo una PS prima Paddon si era avvicinato fino a otto secondi, sfruttando il vantaggio della neve “battuta” dall’avversario e recuperando oltre venti secondi. Ogier poteva anche uscire di strada e ficcarsi tra gli abeti, e invece ha regolato la situazione con una reattività che per gli altri è pura fantascienza, o fortuna. Per Ogier, la fortuna vera, e guadagnata, è quella avuta tre anni fa, quando un tedesco simpatico e furbo, Jost Capito, lo ha scelto per guidare la Macchina che da lì a poco sarebbe diventata la più forte in assoluto per tre/quattro anni almeno.
Paddon è quel ragazzo simpatico che ha un gran manico, e che sta costruendo la propria carriera scolpendo di meraviglia le sue partecipazioni, una dopo l’altra
Sfortuna è un’altra cosa, e senz’altro se ne può parlare. Con Latvala, soprattutto, fuori dal giro che conta venerdì e fuori altrettanto sin dalla prima Speciale di sabato per una foratura, e quindi all’arrivo con la magra consolazione di aver vinto tre speciali su cinque ma di non avere, tutto sommato, ottenuto niente di concreto. Anno delicato, a giudicare dall’inizio, per il finlandese che, sotto il profilo umano, resta uno dei principi del Mondiale. Di sfortuna si può parlare anche con Meeke, per due volte consecutive “cacciato” dal podio, a Montecarlo e in Svezia, per lo stesso, identico motivo, un sasso. Per “fortuna” Meeke riesce almeno a rifarsi parzialmente, vincendo una Speciale sabato a aggiudicandosi l’intera tappa, pur in regime Rally2.
Se invece vi venisse voglia di parlare di fortuna, o di sfortuna, con Hayden Paddon, non meravigliatevi troppo se il furetto neozelandese dovesse prendervi per matti. Paddon è quel ragazzo simpatico che ha un gran manico, e che sta costruendo la propria carriera scolpendo di meraviglia le sue partecipazioni, una dopo l’altra. Ci vuole pazienza e deve fare ancora un po’ di… strada, ma quella formata da Paddon e da Hyundai, nella fattispecie della i20 “Transition” 2016, in questo momento è la coppia che sta dando il maggiore brio al Mondiale. Ogni Rally è una storia a sé, magari già in Messico o in Argentina torneremo a parlare entusiasticamente di Sordo o di Mikkelsen, qui sulla nuova neve di Svezia non troppo brillanti, o ci ricorderemo finalmente di uno dei Piloti più consistenti del “circus”, Mads Ostberg. Oggi, però, siamo sempre più affascinati alle sorprendenti imprese dell’inesauribile Ogier e non vogliamo distrazioni. Se proprio volete attirare la nostra attenzione, provate a dirci chi salirà sulla Toyota l’anno prossimo. Cosa, dite che dovremmo sbirciare tra i galletti della R5, tipo Suninen o Lappi, o tra i più frustrati oggi in Svezia, ancora finlandesi? Dai, apriamo il banco delle scommesse.
Foto: Manrico Martella, Alessio Martella, Federico Baratella, Nikos Mitsouras