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Karlstad, 12 Febbraio. Eravamo rimasti con l’ultimo dubbio, l’effettuazione della Speciale di Torsby, diventata la prima del programma dopo l’annullamento della Super Speciale al “catino” del trotto di Karlstad diventato un pantano. Ma eravamo ottimisti e non abbiamo fatto una piega neanche quando gli organizzatori stavano per mandar giù l’ultimo boccone amaro, la decisione di par passare gli Equipaggi sulla prova inaugurale del 64° Rally di Svezia in regime di ricognizione veloce, senza registrazione del tempo di percorrenza. Ma anche questo thriller dell’ultimo minuto è rientrato, ed è stata l’ultima scossa di una vigilia decisamente sofferta per gli appassionati e per i Concorrenti. Poi tutto è cambiato, virando al meglio. Il che, a quelle latitudini e con quelle tradizioni, vuol dire solo una cosa: freddo e neve. In più le speciali rivisitate e spianate con la macchina livellatrice erano uno spasso. Perfette e ghiacciate, avvincente variazione sul tema.
Passato il peggio, via a manetta, tutti quanti e soprattutto quelli con qualcosa da dire. Ovvero quasi tutti. Da Sébastien Ogier che non si può ormai sottrare alla condanna di guidare le sorti di ogni Rally a cui partecipa, al “nemico” in Casa, su questo Rally Jari-Matti Latvala non transige. C’è il terzo incomodo cresciuto, Andreas Mikkelsen a cui vincere sembra aver fatto l’effetto di togliere pressione, così, almeno, dice lui, ma oggi anche un po’ di concentrazione se è vero che il roitardo del norvegese è tutta colpa sua. E ci sono le Hyundai, che hanno molto da dire e molto da confermare, con Dani Sordo qui in “castigo” nel Team “B”, e con la chiara intenzione di Thierry Neuville, poi frustrata, di ripetere l’exploit dello scorso anno. Fuori dai giochi di pressione, almeno ufficialmente, gli Equipaggi Citroen. La DS3 che sparirà dalla scena l’anno prossimo, quando da Marca di lusso lascerà il posto a un’altra… Citroen, sta andando forte con Meeke, che per buona parte della giornata è ancora una volta l’unico avversario “serio” di Ogier, e con il sorprendente Craig Breen, uno che viene pur sempre da una R2 e che si avvicenda con Lefebrvre nel ruolo di bella sorpresa e di promessa per il futuro della Casa francese.
Passato il peggio, via a manetta, tutti quanti e soprattutto quelli con qualcosa da dire
Mentre l’avvio di Ogier è da manuale, il primo a giocare lo scartino è Latvala. A mettere fuori gioco il finlandese, uno dei maggiori pretendenti al titolo del Rally di confine, due piccoli, fatali inconvenienti. Un braccio di trasmissione all’inizio della giornata sulla prima speciale cronometrata, un sacco di tempo, quasi due minuti, perso con due ruote motrici soltanto, e una sospensione alla fine della giornata sull’ultimo tratto cronometrato. Una brutta giornata per il finlandese, ma conclusa con la promessa di tornare in regime Rally2, anche solo per il successo del sabato.
Intanto Ogier fila via, due speciali appena e il suo vantaggio è netto, quasi imbarazzante. È favorito dall’ordine di partenza, in questo caso, e infatti la situazione si complica per il Campione del Mondo man manco che la Svezia ritrova la propria identità. Nevica, e la fotografia del Rally ritorna ad essere quella cui siamo abituati.Ogier procede di conserva e prende qualche rischio. Nella quarta Speciale, per esempio, pur vinta. Un colpo secco dopo una grossa pozza d’acque, e il Campione deve mettersi a lavorare subito dopo la Prova per riabilitare la Polo R e poter continuare.
Se le cose stanno come vogliono farci credere in Citroen, ovvero che sono qui per una stagione-ponte che li traghetti nel 2017, dunque senza ambizioni precise, pazienza, vuol dire che la regola del Rally2 rimetterà in gioco un’altra chance per Meeke
Ma se Atene piange Sparta non ride. Meeke si era fatto sotto, si fa per dire perché comunque era a venti secondi buoni dal leader, vincendo la Speciale numero 7, la Svullrya terzultima sull’ultimo giro della prima giornata, e si era insediato al secondo posto scavalcando sia Mikkelsen che Sordo. L’irlandese, bravissimo e entusiasmante al volante di una Citroen senza-pensieri (ben diversa atmosfera, rispetto alle fasi centrali del Mondiale passato), si deve però fermare nella successiva Rojden a cavallo tra Svezia e Norvegia, più o meno per la stessa, identica ragione della disfatta del MonteCarlo, un sasso nascosto sulla corda della curva a dieci chilometri dal via, colpo secco e una sospensione tranciata. Se le cose stanno come vogliono farci credere in Citroen, ovvero che sono qui per una stagione-ponte che li traghetti nel 2017, dunque senza ambizioni precise, pazienza, vuol dire che la regola del Rally2 rimetterà in gioco un’altra chance per Meeke. Se invece la strategia è quella di non darla a vedere e spingere come matti sperando che Volkswagen non si accorga dell’intenzione, beh, allora ai ragazzi di Matton è andata male un’altra volta.
A Nandan, leggi Hyundai, al contrario, sta andando piuttosto bene. Neuville si è lasciato sconfiggere dalla rottura di un differenziale, peccato, ma Sordo, quinto con la nuova i20 in Squadra Mobis e in un pacchetto che comprende cinque piloti in 15 secondi, tra i quali i bravi Ostberg, Tanak e Mikkelsen, sta facendo faville. E Paddon, allora? Il neozelandese, secondo alla prima uscita con la Hyundai in configurazione 2016 e vincitore delle ultime due speciali del giorno, sta portando molta acqua fresca al mulino della Squadra, e di conseguenza risultati che, seppure favoriti dagli ordini di partenza, sono molto incoraggianti e, soprattutto, rassicuranti per l’evoluzione del progetto.
E intanto nevica, e la temperatura scende ancora, siamo sui sei gradi sotto zero. Tutto a posto!
Vero, stiamo cercando delle scuse, per non parlare del solito ammazza-rally. E infatti è così, cerchiamo da tutte le parti uno spunto alternativo, e così parliamo di bei progetti e di tanta buona volontà. Ma alla fine bisogna ritornare su quella che pare essere la traccia principale anche di questo Rally il dominio di Sébastien Ogier e della Volkswagen Polo R WRC. Ci riproveremo domani, comunque, e intanto nevica, e la temperatura scende ancora, siamo sui sei gradi sotto zero. Tutto a posto!
Foto: Manrico Martella, Alessio Martella, Federico Baratella, Nikos Mitsouras